3.

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Era passato almeno un mese da quando Jane si era trasferita a Venezia, quella magica città che già aveva stregato il suo cuore con la sua magia senza tempo. Nuovo lavoro, nuova casa, nuova vita, tutto era stato stravolto completamente e ancora stava riprendendo il ritmo delle cose.

Il lavoro all'università le piaceva, i colleghi erano brave persone e l'avevano accolta subito con simpatia e calore nonostante fosse l'ultima arrivata. La cosa in realtà non la stupì affatto, Jane era abituata a piacere alle persone, ovunque andasse. Non lo faceva di proposito, ma ormai era divenuta consapevole del fascino che era in grado di esercitare su chiunque le stesse attorno. Tutti, dal primo all'all'ultimo come vittime del suo sortilegio invisibile, finivano inevitabilmente per "innamorarsi" di lei.

Anche gli studenti le avevano fatto una buona impressione, le classi a lei assegnate erano piene di menti brillanti e giocose, proprio come piacevano a lei.

Jane buttò un'occhiata rapida all'orologio appeso alla sala insegnanti: le 10.15, doveva andare in classe.

Perfettamente in orario la donna attraversava i corridoi ancora del tutto nuovi per lei, sperando di aver imboccato quello che l'avrebbe portata alla classe giusta. Durante la sua attraversata frettolosa la donna venne fermata e trattenuta da un uomo, il signor Jones, il quale più volte nelle ultime settimane si era dimostrato interessato a lei in modo non richiesto. Chris Jones era di bella presenza, alto, biondo, sulla trentina, sembrava il classico tipo che non aveva problemi con le donne, sicuramente poco abituato a ricevere rifiuti, vista la sua ostinazione nei confronti di Jane. Cercò di liberarsene in fretta, mascherando con un bel sorriso il suo fastidio per il ritardo causato e accelerò il passo, ormai quasi giunta a destinazione.

Ancora un angolo.

Oltrepassò la zona relax dispiaciuta di non aver il tempo per un caffè prima della lezione. Nel momento stesso in cui svoltò l'angolo percepì la presenza di qualcuno accanto a lei e, continuando a camminare si voltò leggermente, per assicurarsi di non aver urtato nessuno a causa della sua fretta. Una chioma bionda e chiarissima attirò la sua attenzione: era una ragazza della sua classe, ne era quasi certa, nessun altro aveva quel colore di capelli in tutto il campus.

Le venne in mente una conversazione avuta con un collega pochi giorni prima; stando alle voci quella ragazza era una delle studentesse più brillanti e partecipi di tutto il corso, da come ne parlavano ne andavano sicuramente molto fieri. Jane era perplessa, non ricordava nemmeno di aver sentito la voce di quella ragazza a lezione, sempre nascosta in ultima fila ed estraniata dal mondo. La guardò ancora per un instante, curiosa. 

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