8.

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Samantha camminava a passo svelto, faceva un freddo cane e voleva rimanere esposta alla bufera di quel giorno il meno possibile. La mano che teneva in mano il cellulare con Google Maps avviato stava ormai diventando viola e prossima all'amputazione.

"Sono solo 10 minuti a piedi dall'università" ripensò al messaggio di Jane controllando con un'occhiata di aver imboccato la via giusta.
Perfetto, si trovava davanti all'indirizzo che la donna le aveva inviato, non rimaneva che suonare il campanello.

Sam inspirò profondamente tutta l'aria gelida che riuscì, salì i tre gradini che la separavano dalla porta bianca e suonò il campanello. Sapeva di essere attesa al di là di quella soglia e la cosa la innervosiva.
Passò un minuto abbondante prima che la porta si aprì, anche se non del tutto..

Qualcuno aveva aperto leggermente la porta, giusto una fessura buona per far entrare le mosche e Sam non riusciva a vedere nessuno.
Poco più in basso però il suo sguardo venne catturato da un cespuglio di capelli biondi e ricci ad altezza puffo che la scrutavano dietro lo spiraglio di porta aperta.

Ho sbagliato casa?

Sam si sentì profondamente in imbarazzo pensando all'errore e alla figuraccia commessi. Si trovò a contemplare l'idea di darsela a gambe e basta, ma per sua estrema fortuna una donna si palesò subito alla porta, non dandole il tempo di mettere in atto quell'assurdo piano.

"Samantha!" Esclamò Jane con un sorriso.

L'espressione di Samantha toccò rapidamente 3 versioni di panico differenti e ovviamente Jane se ne accorse, era così confusa che non riuscì nemmeno a ricambiare il saluto in modo decente ed educato, insomma..era così confusa da colpirsi da sola.

"Ti presento Will.. il mio...per così dire 'contrattempo' di oggi" ridacchiò scompigliando i capelli del piccolo in modo affettuoso.

Sam sorrise appena, ancora in stato confusionale. Di certo quella era una bella sorpresa. Ovviamente aveva vagliato la possibilità che la donna fosse sposata, anzi, sarebbe stato strano il contrario ..insomma c'era da aspettarselo.

"Non stare lì sulla porta, su vieni entra."

Jane la invitò ad entrare facendole segno di seguirla e Sam ubbidì, ancora intenta ad elaborare il tutto e sentendosi molto sciocca per la reazione avuta.

Si guardò attorno come una bambina, la casa non era enorme ma era estremamente ben arredata; tutti i mobili tendevano al bianco e si percepiva un certo stile femminile nella disposizione. Solo qualche gioco sparso qui e là sul pavimento lasciava intendere che quella casa ordinata fosse realmente abitata da qualcuno, dando quel tocco di 'casa' in più.
Jane la osservava divertita e quando Sam incontrò i suoi occhi tornò alla realtà.

"Ha proprio una bella casa Prof.."

"Ti ringrazio, anche a me piace molto" le sorrise per poi rivolgersi al bimbo che ancora osservava la nuova arrivata con sguardo timido e sospettoso.

"Ometto, perché non vai a giocare in camera della mamma con i lego nuovi che ti ha regalato papà?"

Esiste un papà quindi..
Beh..per forza esiste.. siamo un po' cresciute per la storia della cicogna direi..

Il piccolo annuì succhiandosi il pollice e, senza staccare gli occhi da Sam, uscì di corsa dalla cucina sgambettando in modo poco stabile. Jane sorrise guardandolo, con il sorriso con cui si guarda un innamorato.

"Ti chiedo scusa per averti fatto venire fino a qui ma ho avuto un problema inaspettato con la babysitter questa mattina e non sono potuta uscire di casa" disse con tono dispiaciuto e sincero.

Teacher's secretDove le storie prendono vita. Scoprilo ora