25.

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Sam era entusiasta.
Fremeva dalla voglia di iniziare quella giornata sin da quando aveva aperto gli occhi la mattina. 

Lezione di Jane a parte, motivo sufficientemente valido per essere di buon umore, quel pomeriggio avrebbe iniziato il corso di calligrafia orientale e non stava più nella pelle. 
L'oriente l'affascinava da sempre, un po' come affascina tutti del resto, per la sua diversità.
Così lontana, eppure così vicina se osservata e capita. Sul dépliant c'era scritto che l'insegnante del corso sarebbe stato madrelingua e Sam non vedeva davvero l'ora di conoscerlo.
Sperò che parlasse almeno un po' di italiano, le lingue straniere non erano proprio il suo forte, masticava a malapena l'inglese.

La lezione di Jane la tenne occupata per un po'. Vederla a lezione era sempre bello, e quel far finta di non conoscersi quasi iniziava a piacerle dopo tutto. L'illecito dei loro sguardi la eccitava e sapeva che anche per Jane valeva lo stesso, nonostante non l'avrebbe mai ammesso.
Jane era terribilmente brava, nessuno se ne sarebbe accorto, nessuno sulla terra avrebbe capito, nessuno se non chi sapeva osservare con occhi attenti, solo la destinataria di quegli sguardi poteva sentire quanto ardenti fossero.

A fine lezione Fred salutò l'amica e correndo di fretta fuori dalla classe. Era tirato a lucido per il suo appuntamento con Lucas, il che fece sorridere Sam che gli augurò buon divertimento salutando lo con la mano.
Mancava ancora un'ora prima del corso di calligrafia, così decise di concedersi un caffè al bar della biblioteca. 

Quel giorno Jane non era nei paraggi, dopo la lezione era dovuta scappare a casa per un piccolo imprevisto causa Gabriel, non si era troppo dilungata nella spiegazione.
Sarebbe potuta capitarle a casa. E perchè no dopo tutto? Avrebbe potuto salutare Will.

Scosse leggermente la testa sorseggiando il suo caffè, pensando a quanto fosse ridicola quella nuova regola imposta dalla donna. La immaginò imbronciarsi e farle la ramanzina se si fosse palesata sul serio sulla sua porta.

C'era il sole, ma faceva piuttosto freddo. Sam decise di entrare in aula prima dell'ora prevista per la lezione, per scaldarsi un po'.
Qualcun altro aveva avuto la sua stessa idea prendendo già posto fra i vari banchi.
Su ogni banco era posizionato un enorme foglio bianco e accanto ad esso, china e pennello.
Un sorriso emozionato si dipinse sul volto della ragazza, che non riuscì a trattenere la contentezza.

Wow

Si sedette a metà classe, il giusto per poterci vedere bene senza essere proprio in prima fila e si guardò attorno incuriosita.
Fra le poche persone nella stanza riconobbe una testa scura a lei familiare.
Aspettò qualche istante per verificare di non aver sbagliato persona, e quando fu certa si avvicinò prendendo le sue cose. 

"Hey Eva" 

La ragazza si girò verso di lei con aria sorpresa.

"Ma hey! Anche tu qui?" le sorrise caldamente finché Sam le raccontava di come era giunta fino a lì.

"Non pensavo ti interessassi di scrittura giapponese.." disse Eva con un sorrisetto

"Ah.. è giapponese? Pensati..pensavo fosse cinese.."

Ammise la bionda vergognandosi un po' per la sua ignoranza.
Eva rise di quell'uscita, indicando col dito nel dépliant la parola "giapponese" scritta bene in grande a descrizione del corso.

"OOOPS..." 

"In realtà comunque, i caratteri vengono dalla Cina sai..il Giappone è entrato in contatto con la loro scrittura nel V secolo, circa, e da allora li ha adottati.." disse la mora cercando di consolarla

"Ma dai? Non lo sapevo proprio..Ma quindi prima di allora non scrivevano??"

Chiese Sam curiosa e affascinata.

Eva fece per risponderle ma in quel momento l'insegnante entrò nella stanza, richiamando l'attenzione della classe.
Era una donnina giapponese, di mezza età, agghindata in uno splendido Kimono, era davvero affascinante nonostante l'età. Mezza classe rimase a bocca aperta, certe cose sono rare da vedere.  Sam si ricordò subito di un vecchio film ambientato nel dopo guerra, in Giappone. Si ricordò che da bambina si era innamorata di quelle donne così eleganti e di quegli abiti meravigliosi.

La donna spiegò brevemente l'origine della parola 'Shodō' 「書道」che starebbe per "arte della scrittura" in giapponese, o meglio "via della scrittura".

Insegnò come tenere il pennello, come ogni carattere possieda vari tratti al suo interno, e come per ognuno di essi ci sia un ordine ben specifico.
Sam non avrebbe mai immaginato che si celasse un mondo vastissimo dietro a tutto questo, un mondo di cui lei era completamente all'oscuro. 
A fine lezione gli studenti poterono portare a casa i fogli su cui avevano dipinto, salutarono l'insegnante con un inchino delicato, e uscirono dalla stanza. 

"Wow! Accidenti sono ancora emozionata! Quella donna emanava una tale calma interiore, una pace quasi disumana, non trovi?" 

Eva la guardò annuendo, condividendo a pieno lo stato d'animo della bionda.

"Sì, sembra sia tipico delle persone giapponesi, soprattutto anziane..è un fattore culturale.." 

Camminarono assieme dirigendosi alla stazione. Sam ascoltava affascinata le conoscenze di Eva in merito all'Asia, a quanto pare aveva viaggiato parecchio.
Ormai all'interno del complesso della stazione, Sam indicò ad Eva un bar in particolare e le raccontò di come fosse prezioso per lei e Fred.
I due erano soliti fare colazione lì quasi ogni giorno, da oltre 2 anni..quel bar aveva assistito a più crisi d'ansia pre-esame di sua madre. Guardando attraverso le vetrate trasparenti del locale, notò una figura a lei familiare e si soffermò su di essa per inquadrare meglio.

Era Jane.
Jane era seduta in quell'angolo, il suo preferito. Il cuore le si riempì di emozioni per l'inaspettata coincidenza.
Momento e luogo erano completamente sconnessi, non si aspettava di vederla lì, a quell'ora.

Le ci volle un attimo prima di notare che non era sola.  Il sorriso che addobbava il suo viso iniziò a scomparire gradualmente man mano che la scena diveniva nitida.
Una donna le sedeva di fronte ma Sam non riusciva a vederla in volto. Aveva i capelli scuri, lisci, lunghi oltre le spalle.
Indossava un pantalone elegante, con una giacca abbinata altrettanto elegante. Le gambe erano accavallate in modo composto e aveva l'aria di una donna raffinata. Sembrava molto bella.
 
Durante la traversata davanti al bar Sam scrutava oltre la vetrata cercando di captare più dettagli possibili ed Eva non poté fare altro che notarlo.
Seguì con gli occhi il punto che Sam stava osservando, e sorrise. 

"È la tua insegnante?" chiese innocentemente. Ricordava di averla vista più volte al campus.

Sam si voltò di scatto verso di lei cascando dalle nuvole. L'aveva vista? Cosa aveva visto? E ora..? Non era per nulla brava a fingere, non era capace.. 

"Ehm...sì, credo di si.." rispose impacciata cercando di non dare nell'occhio.

Eva sorrise di più. Aveva capito qualcosa? Non disse nulla, forse per gentilezza, o forse erano solo paranoie inutili le sue.

Ma chi era quella donna? Non l'aveva vista bene, ma Sam era certa fosse più grande.
EJane.. le era parsa diversa davanti a lei, più composta, rigida. Sorrideva, ma c'era qualcosa di diverso. Forse però era solo un'impressione, era stata questione di pochi secondi. Si sentì in qualche modo turbata ma cercò di non dare più peso del dovuto alla cosa. Non avrebbe più commesso lo stesso errore.

Quella sera Sam mandò a Jane un messaggio della buonanotte. Era la prima volta che lo faceva e un po' si sentiva in imbarazzo, come alla sua prima cotta. Chissà che avrebbe pensato, magari l'avrebbe un po' presa in giro.




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