5.

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Passi, tanti passi.

Il loro rumore riempiva la mente di Sam e l'assordava nonostante l'aula si fosse svuotata da un pezzo. Tutti gli studenti che fino a pochi istanti prima l'avevano resa viva sembravano ora dissolversi e mescolarsi nel grigiore di quella giornata.
Anche Fred, come gli altri, aveva lanciato i libri dentro allo zaino e si stava dirigendo fuori dall'aula.
Non disse nulla, salutò con lo sguardo l'amica che era seduta vicino a lui.
Sguardo che stava a significare:

"Coraggio, e niente figure di merda."

Samantha aspettò che tutti uscissero dall'aula e poi si alzò per raggiungere la donna alla cattedra. Si guardò attorno per accertarsene: erano sole.
Jane stava sistemando le sue cose quando finalmente vide la ragazza avvicinarsi a lei.

"Sono colpita." disse alzando lo sguardo sulla ragazza che la guardò leggermente spiazzata.

"Mi ero quasi convinta che non sapesse parlare, signorina Walsh, e invece ci riesce eccome..." continuò Jane stuzzicandola un po', divertita da queste sue curiose reazioni.

Sam si sentì profondamente in imbarazzo. Desiderò abbassare lo sguardo, ma riuscì comunque a mantenere il contatto visivo. Osservò il sorriso di Jane, non capendo se quelle parole volevano essere un complimento o un insulto. Quella era chiaramente una frecciatina ai suoi tentativi mal riusciti di apparire invisibile alle sue lezioni.

Le venne in mente sua madre.. "Dove vuoi andare con quei capelli.." e in effetti, invisibile forse era chiedere troppo.

Jane continuò a studiarla. La ragazza indossava dei semplici jeans, dei Dottor Martens alti color nero e un maglione scuro a tinta unita. Era magra ma non troppo, ed era alta quasi quanto lei forse, anche se non poteva dirlo con esattezza a causa dei tacchi.

La sua postura poi, leggermente incurvata e le continue oscillazioni di peso da un piede all'altro le suggerirono che la ragazza si trovava in imbarazzo e nonostante questo gioco la divertisse, sentì il bisogno di venire in suo soccorso.

"Intendevo dire che sono colpita, positivamente.. ha svolto un ottimo lavoro, ho apprezzato le citazioni e le parole che ha usato.. probabilmente io stessa non avrei saputo fare di meglio.." disse riflettendo su quelle ultime parole con un velo di stupore per se stessa.

Sam soppesò quelle parole severamente e quando realizzò i complimenti ricevuti non riuscì ad impedire alle sua guance dal dipingersi di rosso. Sperò con tutte le sue forze che tutto il suo subbuglio interiore non fosse visibile da fuori. La voce calda e vellutata della donna risuonava dentro di lei facendola vibrare, come se Jane fosse l' abile musicista capace di toccare le corde della sua anima, come nessun altro mai aveva fatto prima.

"Freddy...ehm voglio dire, Frederick è stato fondamentale nel lavoro....abbiamo lavorato insieme al progetto, io e lui." balbettò frettolosamente per rispondere ai complimenti ricevuti.

Nonostante avesse potuto tranquillamente, non le andava di prendersi tutto il merito.

Jane la guardò con un sorriso comprensivo, annuendo leggermente e senza dire nulla.

Sam scrutò in quegli occhi e si senti improvvisamente al sicuro e in pericolo allo stesso tempo. Abbassò lo sguardo per non affogare.

Trovandosi ad osservare le mani di Jane, la ragazza notò che nessun anello abitava l'anulare sinistro. Al suo posto però, il segno di un'abbronzatura non troppo vecchia.

Era sposata? Sam desiderò saperne di più su di lei.

"Faccia sapere anche a ...Frederick...allora....che ho apprezzato davvero molto il vostro impegno." affermò volendo assecondare la modestia della ragazza.

Sam spostò lo sguardo dalle mani agli occhi della donna, alle labbra, alle guance...

"Sì" annuì lei

Jane la ringraziò nuovamente per il suo tempo e la salutò, finendo di sistemare le sue cose. Sam ricambiò il saluto e si avviò verso la porta d'uscita grazie all'inerzia delle sue gambe che le urlavano "scappa".

Forse Fred aveva ragione, forse si era davvero presa una cotta.


Teacher's secretDove le storie prendono vita. Scoprilo ora