Capitolo 13

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Un'altra giornata di lavoro da affrontare.
Riuscirò anche oggi a non rivolgere i miei pensieri a Gabriel?

Perché mi sta sul fiato sul collo?
Lo vedo praticamente ogni giorno solo che, nell'ultimo periodo, non riesce a trattenersi più di cinque minuti con me perché ha un sacco da sbrigare con la faccenda del furto.

Non parlo con Dario da quella sera.
Sinceramente, se pensa quelle cose, non voglio avere più a che fare con lui.
Posso accettare tutto, tranne ficcare il naso nei miei affari.
Era stato davvero carino a portare me e Arianna fuori ma, alla fine, non si è comportato in modo ammirevole.

Fa davvero freddo, 0 gradi accidenti.
Ho paura di cadere con questi stivaletti dal tacco alto ma non posso farne a meno.
Mi fanno sembrare più slanciata e poi li adoro.
Percorro la strada per arrivare in ufficio e passo davanti alla porta di Dario.

"Non devi piangere" sento una voce rassicurante da quella stanza, seguita da una serie di singhiozzi e pianti.
Intravedo Olivia in lacrime con una marea di fazzolettini in mano.
Mi chiedo cosa stia succedendo.

Devo entrare?
Ma sì, Olivia sta male..
Tanto vale farle sapere che io ci sono per qualsiasi problema, no?

Mi avvicino alla ragazza in piena crisi di nervi e lamenti senza guardare Dario.

"Olivia, tutto bene? Cosa c'è che non va?"le prendo altri fazzoletti dalla mie borsa.
I suoi sono ormai tutti bagnati.

"È finita per me!Non c'è niente da fare!" si dispera macchiandosi tutto il viso dei pochi residui di trucco rimasti.

"Hey, Olivia. Stai tranquilla, la tua amica è molto intima con Riva. Non permetterà che tu venga licenziata"

Le parole di Dario sono veleno e mi stizziscono.
Decido di ignorarlo e attendere una spiegazione da Olivia.

Dopo pochi minuti, si calma e inizia a raccontare.

Svela che è stata lei a rubare alcuni dati sensibili dell'azienda per rivenderli alla concorrenza.

Io rimango di stucco e non so cosa fare.
Non mi aspettavo che Olivia compisse un gesto del genere.

"Ho dovuto farlo. Ti prego, aspetta prima di giudicare" confessa a testa bassa "Qui mi pagano molto bene ma il fatto è che... I soldi dello stipendio non mi bastano. Il mio fidanzato è disoccupato da tempo e insieme condividiamo il vizio del gioco. Siamo ricoperti di debiti e il nostro rapporto si sta logorando lentamente.
Ogni giorno è un inferno, non ci parliamo più, non facciamo più l'amore.
Siamo diventati come degli estranei che condividono un appartamento.
Una delle aziende concorrenti mi ha proposto di rubare alcuni dati dal server in cambio di una somma che avrebbe potuto risanare, almeno di una parte, i nostri debiti. Dovevo incontrare stamattina alcune persone ai quali avrei dovuto consegnare il materiale ma non ce l'ho fatta. Adesso dovrei confessare al capo ciò che ho fatto ma non ho il coraggio"

Olivia mi ricorda la me stessa di tanto tempo fa.
Quel periodo in cui cercavo di restaurare quel bellissimo rapporto che avevo con Leonardo e in cui non sono riuscita a recuperare l'amore dell'uomo che amavo alla follia.

Lei non era una ladra.

Era solo una donna che voleva bene al suo ragazzo e tentava di rimettere le cose a posto, anche con gesti estremi.

Ma, alla fine, non ci era riuscita perché aveva trionfato la sua parte migliore: quella onesta e altruista.

Mi scese una piccola lacrimuccia che feci scomparire con un gesto fugace di mano.

"Se vuoi posso accompagnarti dal capo e cercare di spiegare come stanno le cose. Ti va?"  propongo a Olivia, sperando che si lasci affiancare.

Olivia, sistematosi il trucco, si avvia verso l'ufficio di Gabriel e io la seguo.

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