Mi trovo in un leggero stato di dormiveglia in cui mi sembra di percepire tutti i suoni ma di avere, allo stesso tempo, le palpebre incollate alle pupille.
Non riesco ad aprire gli occhi e mi piacerebbe pensare che il motivo fosse la mia stanchezza ma probabilmente mentirei.
Sono troppo codarda per affrontare la questione della "zia Vittoria" e non trovo le parole giuste per discuterne con Gabriel.Credo non esistano termini adatti a descrivere un atto di violenza perché ci sarebbero solo singhiozzi, lacrime e spregevoli insulti.
"Mari, siamo arrivati. Vuoi che ti accompagni a casa o vuoi fermarti da me?" domanda il mio uomo che durante il tragitto mi ha munito della sua giacca per far sì che dormissi al calduccio.
Il mio desiderio sarebbe quello di restare a casa sua, avvinghiata alle sue braccia e sotterrata dalle coperte profumate del suo letto.
Vorrei, per una volta, sentirmi al sicuro, protetta e amata.
Dormire al suo fianco sarebbe l'apogeo della goduria.
A malincuore, sono costretta a rifiutare.
Non riesco a guardarlo in faccia da quando abbiamo lasciato Venezia sia per la delusione di aver scoperto che sua zia fosse Vittoria sia per il profondo imbarazzo che provo in questo momento.
Lo so, non è stata colpa mia e io ho il diritto di vivere la mia vita in maniera serena.
Ma come faccio a riposare accanto a Gabriel se ho questo macigno sul cuore che non mi permette di respirare e annebbia la mia mente?
Ho bisogno di riflettere in pace e quindi, di tornare nel mio minuscolo ma confortevole appartamento: il luogo che è stato testimone delle mie più grandi sconfitte, dei miei momenti gloriosi e delle giornate più felici e deprimenti della mia vita.
Il luogo che è diventato "casa" e mi accoglie sia da vincitrice che da perdente."Ti dispiace se torno a casa? Mia figlia non riesce ad addormentarsi se non faccio rientro alla base. Sa essere molto permalosa" invento una scusa.
A causa degli occhi ancora chiusi, non riesco ad osservare qual è la sua reazione alla mia riposta.
Dopo pochi secondi, mi dà il suo consenso e ritorna a tacere, instaurando un silenzio imbarazzante.
Apro i miei occhi in modo impercettibile e noto che siamo a pochi metri dal mio appartamento."Dormigliona, siamo giunti a destinazione!" sussurra, togliendosi la cintura e aprendo lo sportello.
Strabuzzo gli occhi mentre lui prende la mia valigia dal portabagagli e suona il campanello del nostro appartamento.
Aurora, la quale è sicuramente sveglia a guardare stupidi programmi, gli apre il portone e da vero uomo sale le mie cose fino all'appartamento.
Io esco dalla macchina e continuo a sbadigliare perché, a forza di fingere, adesso ho sonno realmente.
Lui mi scruta con attenzione e sa che mi reggo a malapena in piedi, infatti fa cenno di no con la testa come se mi rimproverasse mentalmente.
Credo non sia soltanto il mio ragazzo ma anche una specie di padre e fratello allo stesso modo: riesce a intuire i miei stati d'animo e a consigliarmi il migliore dei modi per agire.
E poi ci sono io, che non riesco nemmeno ad essere sincera con lui.Mi afferra a mo' di sposa e mi conduce attraverso gli scalini e i corridoi poco illuminati del nostro condominio, quasi avessi il peso di una piuma.
Io lo esamino in modo scrupoloso e più lo guardo, più m'innamoro dei suoi modi gentili.
Lui si fa guidare da Aurora fino alla stanza da letto e mi adagia lì sopra, come se fossi una bambola di ceramica da maneggiare con cura."Grazie per aver accettato il mio invito, anche se pensavo ti muovessi meglio in pista. Buona notte" bisbiglia, aggiungendo un bacio sulla guancia.
Saluta Aurora, augurando anche a lei una notte serena e silenziosamente lascia la stanza, chiudendo la porta.
Nella mia mente ripercorro gli episodi accaduti nelle ultime ventiquattrore e, al pensiero di Vittoria, vengo percorsa da un brivido che investe tutto il mio corpo.
Fortunatamente e grazie alla stanchezza accumulata, riesco ad assopirmi e a concedere a me stessa un paio di ore di riposo.
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Lift Me
Romance𝙎𝙚𝙜𝙪𝙞 𝙡'𝙖𝙘𝙘𝙤𝙪𝙣𝙩 𝙪𝙛𝙛𝙞𝙘𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙨𝙩𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙨𝙪 𝙄𝙣𝙨𝙩𝙖𝙜𝙧𝙖𝙢 @hannamargowt Una vita sacrificata a fare ciò che gli altri desiderano, una bella batosta in amore, una figlia da accudire, una strana datrice di lavoro...