Capitolo 15

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"Così hai deciso di rinunciare ad un viaggio a Parigi tutto pagato con visita a Disneyland in compagnia di quel fusto solo perché non era professionale?" chiede Olivia incredula.

"Esattamente. Lui adesso è il mio capo e io non posso permettermi di pensare a viaggi. Ho bisogno di lavorare e poi...Se gli interessasse solo andare a letto? Dario non ha tutti i torti" ammetto con dispiacere.

Io e Olivia siamo uscite dall'ufficio per prendere qualcosa da mangiare al bar affianco la sede.
Devo dire che adoro parlare con lei perché riesce a placare tutti i miei problemi e mi comprende subito.

"Fai bene a preoccuparti di ciò. Però, mi dicevi che è da tempo che non esci con un uomo. Non dico di andare a cena con Riva ma di trovare qualcun'altro che sia disposto a portarti fuori e che non possa influenzare la tua condizione lavorativa" mi consiglia, addentando un panino al tonno.

"Potrebbe essere un'idea. Tuttavia, oltre a Dario, non conosco nessun altro uomo" confesso.

"A proposito, come va con Dario?"

"Ci siamo chiariti e lui mi ha..." tossico "baciata" dico alla velocità della luce.

Sono in imbarazzo al solo pensiero.

"Lui ti ha cosa?" ripete impaziente di scoprire cosa sia accaduto.

"Lui è venuto a casa mia per scusarsi, anche se mi ha ribadito ciò che pensava. Io ho detto che lo perdonavo e, prima di andare, ha lasciato un bacio sulle mie labbra" rievoco quella sera di due settimane fa e provo ancora vergogna per non essermi scostata subito.

"Beh, credevo fossi a conoscenza di..."

"Lo sono. Ma io non sento il reciproco sentimento e credo lo sappia già. Gliel'ho ribadito più volte!"

"Dario è davvero un brav'uomo, altruista e gentile come pochi" afferma Olivia, avviandosi verso la cassa per pagare.

"Già..." esco il portafoglio dalla mia borsa e prendo una banconota da €10,00.

"Lascia pagare me, Gabriel ti ha dimunito lo stipendio..." porgo il denaro alla cassiera prima che lei possa controbattere.

Vorrebbe dimostrarmi che non ha bisogno che qualcuno le paghi un panino al tonno però non può perché sa che ha bisogno di risparmiare.

Posso capire bene come si senta poiché l'ho provato per anni.

L'abbraccio e le lascio un bacio sulla guancia.

"Torniamo a lavoro"  dichiaro felice di aver trascorso del tempo con Olivia.

Prendiamo l'ascensore e lei mi lascia al quarto piano.
Io proseguo fino a quando non giungo alla mia scrivania, piena zeppa di documenti da compilare.

Sto per mettermi all'opera, quando Gabriel fa la sua comparsa insieme all'amico biondo che avevo visto una volta, lasciando il suo ufficio con Olivia per la faccenda dei dati "rubati".

"Buongiorno capo" saluto Mr Riva alzandomi quasi involontariamente dalla sedia.

Lui ricambia il mio saluto e mi presenta il suo amico, dichiarando che si chiama Erik.

"Maria, piacere" gli porgo la mia mano per una stretta ma lui la prende delicatamente e ci lascia un bacio come un vero gentiluomo.

"Devo chiederti un favore. Potresti trovare una suite in albergo per Erik per circa tre giorni e non lontana da qui?"

Prendo subito il mio taccuino e segno ciò che Gabriel mi dice.

"OK, suite per tre giorni e nei paraggi. Giusto?" ripeto, cercando di non sbagliare.

"Giusto. Non badare a spese, qualsiasi costo andrà bene" afferma deciso.

Mi chiedo perché non possa ospitare il suo amico a casa sua piuttosto che prenotare una camera lussuosa in albergo.
Chissà cosa passa in testa a quell'uomo...

"Vorrei che ci fosse una piscina, una SPA e un campo da tennis con servizio in camera incluso" annuncia Erik.

Spero di riuscire a trovare un albergo con tutti i requisiti che mi richiedono.

Compilo su un sito di prenotazione online tutti i campi e aspetto che compaiano dei risultati.

Mentre do un occhiata ai vari hotel, Gabriel continua a fissarmi.
Deve provare ancora del rancore nei miei confronti per aver rifiutato la sua proposta di viaggio.
Da persona matura, credo che sappia che la decisione presa è la migliore per entrambi.

"Sai una cosa, gab?" domanda Erik a Riva "La tua segretaria è proprio una bella donna" conferma il biondo.

Faccio finta di non aver sentito e continua a scorrere sullo schermo per trovare la giusta camera e porre fine a questa situazione imbarazzante.

"Erik, porta rispetto! Siamo nella mia azienda e frasi di questo genere sono proibite" tuona Gabriel con tono infastidito.

"Ho solo detto che è una bella donna mica che voglio scopar..." dice Erik, interrotto da Gabriel con un pugno sul braccio.

Leggo sul display e ho finalmente trovato la suite adatta ad Erik con tutte le caratteristiche da lui enunciate.

"Ho risolto. Suite doppia in un albergo a 500 m da qui con sevizio in camera, spa, campo da tennis e piscina per tre notti a €2750,00. L'hotel è a cinque stelle e si chiama Magnificat Palace.
Potrebbe andarle bene?"

Erik annuisce e non fa che sorridere come un ebete.

"Oltre che bella, è anche veloce!" asserisce con entusiasmo.

"Ho prenotato a nome del signor Riva, d'accordo?"

Gabriel fa cenno di sì e accompagna Erik all'ascensore.
Una volta salutato l'amico, torna da me e mi ringrazia.

"Scusalo, è molto diretto nel parlare con le donne" chiede venia, togliendosi la giacca.

"Non c'è problema" rispondo con calma.

"Arianna come sta?" domanda, prima di entrare in conferenza.

"Non ha ancora superato il rifiuto a Disenyland ma sembra rassegnata ormai"

"È una bambina, le passerà in fretta"

"Lo spero. Non voglio che mi tenga il muso tutti i giorni"

"Non lo farà. È una in gamba, come sua madre" sostiene, facendomi sciogliere come un gelato in estate.

"Sono in conferenza per le prossime due ore e non voglio che nessuno mi interrompa. Se ci sono comunicazioni urgenti, mi metterai al corrente più tardi. Dovrebbero chiamare quelli della Deny Valley, prendi un appuntamento per martedì pomeriggio. Finisci di compilare i moduli e poi hai la giornata libera. Dai un bacio a tua figlia da parte mia e dille che ci sarà sempre tempo per andare a Parigi. Buon lavoro!"

Scompare in pochi secondi e io rimango a fare i conti con i miei complessi mentali.

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