Capitolo 35

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"Sì?" rispondo al telefono che mantengo saldo tra il collo e la testa mentre mi infilo il cappotto.

"Ti aspetto giù in taxi. Hai finito di lavorare?" chiede Giorgio, accompagnato da un leggero rumorio di pioggia.

"Avviso Riva e scendo subito. Due minuti e sono lì"

"A tra poco allora"

"A tra poco" chiudo, avvertendo una sottile euforia.

Nelle ultime settimane io e Giorgio siamo stati una coppia modello.
Lui non si è ancora dichiarato ma credo lo farà presto.
Io sto bene con lui, mi fa ridere, mi riempie di attenzioni e di compimenti, sono il centro del suo mondo.
Cosa provo io per lui?
Questo non lo so ancora bene.
Ho paura che sia la solita fregatura, che sia uguale ai due uomini precedenti che mi hanno distrutto il cuore.
Pensandoci bene, mi sono sentita felice e soddisfatta con Gabriel e Leonardo all'inizio delle nostre relazioni.
Salvo poi scoprire che entrambi tramavano contro di me.

Mi avvicino all'ufficio di Gabriel e busso due volte, come di consueto.
Non viene ad aprirmi, così decido di bussare nuovamente.
Ancora nulla.
Scelgo deliberatamente di aprire e colgo il mio capo intento a bere la seconda bottiglia di whisky.
Questa settimana non ha fatto altro che ingurgitare decine di alcolici diversi.
Che lo faccia per catturare la mia attenzione?

Non è affar mio, c'è Giorgio che mi aspetta.

"Ho concluso tutto quello che mi ha assegnato per oggi. Se non ha nient'altro da farmi svolgere, potrei andarmene?" pronuncio queste parole sicura di me.

Questo momento della giornata lo detesto.
È ridicolo che io debba passare da lui ogni sera per chiedergli il permesso di uscire.
Dovrei essere libera di abbandonare l'ufficio in assenza di impieghi.

"Dove vai adesso?"

Mi porge questa domanda indiscreta, restando in piedi davanti alla sua immensa vetrata e guardando un punto indefinito.
Le luci della città rendono la vista così romantica.
Con la mano sinistra, fa muovere il suo whisky con un movimento circolare e, nel giro di pochi secondi, caccia tutto in gola.

"A casa" mento, così da poter evitare una crisi isterica (soprattutto perché potrebbe essere instabile in questo momento).

Avrei dovuto dirgli la verità ma credo che sia già a conoscenza del rapporto che sto sviluppando con uno dei suoi partner.
Giorgio è sempre sorridente, pieno di vita, allegro e solare.
Passa davanti alla mia scrivania e mi lascia un fugace bacio a stampo, anche davanti a Mr Riva.
Quest'ultimo, stranamente, non reagisce più ed è diventato un estraneo.
Sembra sempre sul punto di dirmi qualcosa ma poi si limita a dirmi quali clienti chiamare e quali riunioni fissare.

"Mh, vai a casa. Sicura?" rincara la dose.

"Sì" ribadisco.

"Che strano. Allora l'uomo davanti a questo palazzo non è Giorgio, giusto?"

Me lo sarei dovuto aspettare.
È stato passivo e taciturno finché ha potuto.
Non replico, resto in religioso silenzio in attesa che mi dica di andare.
Non succede.

"Posso torn..." propongo.

"Sh, sh" mi interrompe, accorciando al minimo la distanza tra di noi.

"Sei molto bella stasera, sai" continua, prendendo una ciocca dei miei capelli e ponendola dietro il mio orecchio.
Con l'altra mano ha ancora il bicchiere di whisky.

Riesco a percepire il suo alito pestilenziale.
Quanto avrà bevuto?
Spero si sposti immediatamente perché non ho voglia di cacciarmi in altri guai.

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