"Tu, aspetta! Mi hai fatto camminare per tutta Venezia e adesso pretendi che io sia fisicamente energica per camminare su dei trampolini da quindici cm. Smettila di ridere!" metto in guardia Gabriel nel suo smoking dai toni blu notte confezionato soltanto per lui.
"Non posso, sembri mia nonna con la cataratta. Anzi, lei mi sembra perfino più aggraziata di te" mi schernisce attendendomi su una lunga e faticosa rampa di scale che porta direttamente alla sala principale.
"Oh grazie, mi sento meno ridicola adesso!"
Lui continua imperterrito a prendermi in giro e io, nel mentre, avanzo di qualche passo.
Ad ogni movimento, sento un dolore che mi ingloba tutta la gamba, dal piede alla coscia e mi sento già esausta dopo due gradini.
Questo pomeriggio Gabriel ha insistito nel compiere una visita completa della città più romantica d'Italia.
Mi ha fatto correre in lungo ed in largo e, come sempre, è stato il mio cicerone.
Mi ha mostrato: il Canal Grande e la sua splendida visuale, il Palazzo Ducale, la basilica di San Marco, il ponte dei sospiri, le gallerie dell'accademia e il museo Peggy Guggenheim.
Ha detto che gli sarebbe piaciuto portarmi in gondola ma non ne abbiamo avuto l'occasione per il poco tempo a disposizione."Mi arrendo, lasciami marcire su queste scale! Addio vita crudele" affermo con fare teatrale e mi fermo per prendere fiato.
Il mio cavaliere scende e con assoluta raffinatezza mi carica sulle sue braccia come un sacco di patate e mi porta a destinazione.
Per lui, sembro avere il peso di una piuma ma sono sicura che la sua forza è frutto di anni di allenamento."Quando torniamo a Roma, ti iscrivo in palestra con me" annuncia scherzoso.
"Ho le gambe a pezzi" ribatto, cercando di scatenare in lui un minimo di compassione.
Non mi va di passare la serata insieme a gente ricca e con la puzza sotto il naso, che parla delle sue vacanze in Madagascar o dell'andamento della borsa.
Vorrei rimanere sola con lui ma so che questo evento conta molto e io devo accontentarlo."È una cena, saremo seduti" mi tranquillizza, prendendomi per il polso e trascinandomi davanti al maître de salle.
La sala è enorme e le sue volte sono affrescate con scene raffiguranti vergini immerse nella verdeggiante natura.
Lampadari dallo stile gotico emanano una luce calda e romantica, la melodia di una canzone suonata al piano rende l'atmosfera calma e rilassante.
Ci sono donne dai lunghi vestiti, agghindate in modo impeccabile, e uomini con sguardo fiero e presuntuoso.
Mi sento immediatamente un pesce fuor d'acqua però, con Gabriel al mio fianco, riuscirò a trascorrere gradevolmente queste ore.Il maître ci accompagna al tavolo che ci è stato assegnato, facendoci strada tra gli indaffarati inservienti e gli aristocratici suscettibili.
Quando giungiamo ai nostri posti, noto una figura dai capelli corvini già vista da qualche parte.
La osservo più attentamente e appena mi rivolge il suo sguardo, mi rammento di lei.
È Claudia, una mia collega di lavoro presso la villa di Vittoria.
Prima che possa domandarle il motivo per cui si trova qui, la mia ex datrice di lavoro compare alla mie spalle."Gabriel! Da quanto tempo!" esclama lei, lasciando due baci sulle guance del mio ragazzo.
Rabbrividisco se penso a quello che ho visto in quella casa e alla modalità con cui ho lasciato il mio impiego.
Questa donna mi ha messo le mani addosso senza alcun pudore, nonostante avessi chiarificato di non voler svolgere nessun servizio aggiuntivo.
Mi provoca il voltastomaco constatare che conosca Gabriel."Già, dov'eri finita?"
"In realtà, vivo ancora a Roma.
Tu, invece, non vivevi a Chicago? Come mai sei di nuovo in Italia?" ficcanasa, accorgendosi anche della mia presenza.
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Lift Me
Romance𝙎𝙚𝙜𝙪𝙞 𝙡'𝙖𝙘𝙘𝙤𝙪𝙣𝙩 𝙪𝙛𝙛𝙞𝙘𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙨𝙩𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙨𝙪 𝙄𝙣𝙨𝙩𝙖𝙜𝙧𝙖𝙢 @hannamargowt Una vita sacrificata a fare ciò che gli altri desiderano, una bella batosta in amore, una figlia da accudire, una strana datrice di lavoro...