Capitolo 21

2.1K 79 17
                                    

𝘼𝙢𝙖𝙩𝙚 𝙡𝙚𝙩𝙩𝙧𝙞𝙘𝙞, 𝙚𝙘𝙘𝙤𝙘𝙞 𝙖𝙧𝙧𝙞𝙫𝙖𝙩𝙚 𝙖𝙡 𝙘𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 21.
𝙑𝙤𝙡𝙚𝙫𝙤 𝙘𝙤𝙢𝙪𝙣𝙞𝙘𝙖𝙧𝙫𝙞 𝙘𝙝𝙚, 𝙩𝙧𝙖 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙚 𝙧𝙞𝙜𝙝𝙚, 𝙝𝙤 𝙡𝙖𝙨𝙘𝙞𝙖𝙩𝙤 𝙞𝙡 𝙢𝙞𝙤 𝙘𝙪𝙤𝙧𝙚.
𝙁𝙖𝙩𝙚 𝙖𝙩𝙩𝙚𝙣𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙖𝙙 𝙤𝙜𝙣𝙞 𝙥𝙖𝙧𝙩𝙞𝙘𝙤𝙡𝙖𝙧𝙚 𝙚 𝙣𝙤𝙣 𝙞𝙣𝙣𝙖𝙢𝙤𝙧𝙖𝙩𝙚𝙫𝙞 𝙩𝙧𝙤𝙥𝙥𝙤!
𝙎𝙚 𝙨𝙞𝙚𝙩𝙚 𝙩𝙧𝙤𝙥𝙥𝙤 𝙨𝙪𝙨𝙘𝙚𝙩𝙩𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞, 𝙨𝙖𝙡𝙩𝙖𝙩𝙚 𝙡𝙖 𝙥𝙖𝙧𝙩𝙚 𝙛𝙞𝙣𝙖𝙡𝙚 𝙢𝙖 𝙫𝙚 𝙡𝙤 𝙨𝙘𝙤𝙣𝙨𝙞𝙜𝙡𝙞𝙤!
𝘽𝙪𝙤𝙣𝙖 𝙡𝙚𝙩𝙩𝙪𝙧𝙖! ❤️

"Hai passato la notte qui, non è vero?" chiedo a Gabriel mentre ci allontaniamo dalla parrocchia e camminiamo per un tratto di strada.

Il cielo di Parigi è un misto di arancione e roseo, il massimo del romanticismo.

"Sì, piccola maga. Puoi svelarmi come hai fatto a scoprirlo? Mi hai seguito?" si burla di me.

"La bambina che ti si è buttata addosso per prima ha detto che eri tornato. Siamo arrivati a Parigi soltanto ieri sera, quindi..."

"Mi hai beccato! Beh sì, non avevo nessuna voglia di cercare un altro hotel e mi è venuta in mente la parrocchia di père Antoine. Un anno fa ho promesso ai ragazzi che avrei trascorso parte del mio prezioso tempo con loro ed eccomi qui!"

"Père Antoine è davvero una persona squisita. Mi ha detto che ti rechi a trovarlo da quando avevi otto anni. Sei un tesoro!" esclamo stupita della sua costanza nel mantenere le promesse.

Gabriel è un uomo di parola e questa è una qualità non da tutti.

"Prima ci venivo con mio padre. Poi, lui ha iniziato a concentrarsi sulla sua carriera e ho deciso di venirci solo.
Pagavo il biglietto dell'aereo, il pernottamento per una notte e ritornavo a Roma il giorno dopo" mi spiega.

"Sono tutti pazzi per te! Le bambine in primis, non sai come ti guardavano"

"Spero non mi abbiano guardato solo le bambine" mi provoca con un occhiolino.

L'autista ci raggiunge e apre le sportiere.
Ci accomodiamo all'interno e dopo essermi sistemata, controllo il mio cellulare.

Dieci chiamate perse da Aurora.
Avevo promesso di chiamarla al mio arrivo a Parigi ma me ne sono completamente dimenticata.

"Ti dispiace se...?" mi rivolgo a Gabriel indicando il registro delle chiamate.

"Nessun problema" mi assicura.

Compongo i numeri di telefono di Aurora e schiaccio l'icona della chiamata.

"Maria, dove cavolo sei finita?" mi strilla dall'altro capo.

Abbasso le tacche del volume, non vorrei rovinarmi il timpano.

"Ti va se ci sentiamo più tardi?" le domando speranzosa che accetti.

"Va bene, con me parlerai stasera. Però, c'è Arianna qui che vuole sentirti. Cosa faccio?"

"Passamela" le ordino.

"Ciao mamma, come va in Francia?"mi domanda con la sua voce d'angioletto.

"Tutto bene, tesoro. E lì? Stai facendo la brava con la zia Aurora?"

"Sì, però non mi fa mangiare i choco krave! Mi lascia sempre la scatola vuota e non li va a comprare!" si lamenta mia figlia.

"La zia Aurora lo fa perché ti fanno male al pancino. Ti sta facendo un favore!"

Lift Me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora