Capitolo 30

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Mi sento letteralmente uno straccio, impregnato di acqua sporca e trascinato da una parte all'altra per pulire il pavimento.
È come se non avessi alcuna energia ed il risultato è che sono ferma da due ore nel letto, mentre ascolto le canzoni tristi di Billie Eilish.
Sono diventata una vegetale e mi chiedo cosa abbia fatto di male per meritarmi tutto questo dolore.

Sono una stupida.
Anzi, molto di più.

Se soltanto fossi stata più razionale, avrei evitato un sacco di problemi.
Avrei dovuto proteggere me stessa e allontanare Gabriel perché, in cuor mio, sapevo che prima o poi sarebbe arrivata la bastonata.
È colpa mia.
Me la sono cercata e adesso merito di soffrire.
Nel mondo, non c'è amore per quelle come me perché siamo destinate a rimanere sole.

"Senti, non so cosa ti sia successo ma sono due giorni che sei chiusa in camera e non mangi. Non fai che piangere e fissare il soffitto ed io mi sto seriamente preoccupando. Ti prego, lascia che io ti aiuti!" si offre la mia migliore amica mentre la ignoro e continuo ad avere lo sguardo fisso sulla parete.

Non ho intenzione di riverarle nulla.
Finalmente sta vivendo serenamente la sua vita e ha trovato un nuovo compagno.
Chi sono io per distruggere la sua felicità?
Sono anni che si sacrifica per me e mia figlia, che si prende cura di entrambe, facendo sacrifici enormi.
Chi sono io per rovinarle l'esistenza con i miei problemi?
Probabilmente nemmeno me la merito un'amica così.

"È complicato" ammetto con la gola dolorante.

"Provaci, ti prego" mi supplica.

"Mi hanno chiamato i miei genitori..." mento, sperando di fingere in maniera impeccabile.

"E quindi?"

"Vogliono vedere Arianna e io non so cosa fare..." continuo.

Essere ingannata e mentire, è quello che mi riesce meglio.
Non so fare altro che dire bugie e tutto ciò mi si ritorcerà contro.

"Ma non li avevi già invitati al compleanno di Arianna?" domanda scettica.

"Si, sì ma questa volta è diverso. Vorrebbero vedere Arianna ogni weekend e io non sono pronta a..."

"Ti capisco ma ti sembra il caso di buttarsi giù? Riflettici sopra e prendi una decisione. Se acconsentirai, sarà tutto più facile..." mi consiglia.

"Sì, è come dici tu" affermo e aspetto che mi lasci nuovamente sola.

"Domani dovresti ritornare a lavoro. A proposito, hai lasciato il telefono in soggiorno e Riva ti ha bombardato di chiamate. Pensavo fosse successo qualcosa tra voi due..."

"No, va tutto alla grande con Gabriel" rispondo frettolosamente "Sì, è il caso che ritorni, hai ragione. Non posso essere licenziata"

"Haha, divertente. Riva non ti licenzierà mai, Maria. È troppo innamorato di te e farebbe di tutto per renderti felice"

Queste affermazioni mi mandano in tilt perché era esattamente quello che credevo, prima che venissi investita dalla tempesta.
Non metto in dubbio che Gabriel mi ami ma ad avermi mandato in bestia è stato il suo gioco sporco, la sua finta recita da fidanzato amorevole e il non avermi rivelato la verità il prima possibile.
Non pensavo arrivasse a tal punto soltanto per conoscermi.
Come ha potuto? Avrebbe dovuto semplicemente farmi trovare e smettere di andare avanti con le indagini.
Invece, ha preferito continuare e sappiamo tutti com'è andata a finire.

"Adesso, però, potresti mangiare qualcosa? Ho preparato una carbonara da favola e smetterò di assillarti fino a quando non avrai finito il piatto" mi minaccia, impugnando un grande cucchiaio di legno.

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