08:30
Nuovo giorno, nuovi incarichi.
Mi aspetta un lunga giornata di lavoro e devo affrettarmi se voglio tornare a casa ad un orario decente.Mia figlia mi ha tenuta sveglia tutta la notte per una brutta influenza che le ha causato insonnia, vomito e frequenti dolori addominali.
Le ho stretto la mano tutto il tempo e le ho massaggiato il pancino per darle sollievo.Tuttavia, stamattina era ancora febbricitante e implorava la mia presenza accanto a lei.
Purtroppo non ho potuto accontentarla, perché il mio è un lavoro importante e non posso mancare.Inoltre, c'è Aurora che ha la giornata libera dal lavoro e può accudirla.
Più tardi le farò una telefonata."Tutto ok?Sembri sulle nuvole"
Mr Riva oggi indossa un fantastico completo celeste che gli calza a pennello, una camicia sul panna, una cravatta blu notte.
"Arianna ha la febbre ed ero in pensiero per lei...Tutto qua"
"Hai bisogno di una giornata libera?"
"No no, c'è la mia coinquilina che se ne occupa"
"Perfetto, però se cambi idea, sai dove trovarmi. Appena sono pronti i documenti della JesoCom, vieni nel mio ufficio. A dopo!"
Il capo lascia la stanza e io mi concentro sul lavoro da fare.
Continuo senza fermarmi fino alla pausa pranzo ma il mio pensiero è rivolto costantemente a mia figlia.Mi sento triste se non la sento.
Sono sul punto di chiedere a Gabriel di uscire prima, ma credo sia meglio fare un telefonata per accertarmi della gravità della situazione.Compongo sullo schermo del mio cellulare il numero di Aurora e aspetto che qualcuno risponda dopo i primi squilli.
"Hey, ragazza!" risponde con non chalance la mia coinquilina.
Sembra che ci sia un cocktail party nel nostro appartamento.
"Aurora, cos'è tutta questa confusione?" la ammonisco.
"Niente, abbiamo solo messo un po' di musica. Arianna sta meglio, stai tranquilla"
"Fammi parlare con lei!" chiedo esitante.
"Ehi, mamma. Tutto ok, mi sento più forte di prima"
"Sicura? Perché potrei..."
"Sì, mamma. Continua a lavorare, io sto bene!"
Saluto mia figlia, promettendole di vedere stasera un film a sua scelta.
Chiudo la chiamata e alzando lo sguardo, trovo Erik davanti alla mia scrivania."Buongiorno!" esorde con un sorriso a 32 denti che quasi mi acceca.
"Buongiorno, signore! Posso fare qualcosa per lei?"
Erik esita un po' e poi inizia a blaterare riguardo un'uscita a cena.
Sbaglio o l'amico di Gabriel mi sta chiedendo di cenare insieme?
"Quindi, le stavo dicendo, sarei dovuto andare con una mia cara amica ma purtroppo oggi è impegnata. E sarebbe un vero peccato rinunciare ad un posto così esclusivo che ho prenotato da mesi"
"Scusi, mi sta chiedendo di accompagnarlo ad uno dei ristoranti più costosi della città?" lo guardo sbalordita, sperando che abbia capito male.
"Esattamente, maria. Guardi, è da ieri che non riesco a togliermela dalla testa. Ho pensato a lei tutta la notte, ascoltando Edith Piaf e bevendo champagne. Cosa ne pensa?" domanda e posa i propri gomiti sull'estremita della scrivania.
Non so davvero cosa rispondere ad una tale richiesta perché non conosco talmente bene Erik da andarci fuori insieme.
Però, allo stesso tempo, mi sembra un tipo a posto.Forse sarebbe divertente accettare e lasciarmi governare dalla mia parte un po' più frivola, per una volta.
E poi, Erik non può influenzare la mia condizione lavorativa.
"Anche se le dicessi di sì, dovrei in ogni caso chiedere il permesso al signor Riva" affermo, rivolgendo lo sguardo verso l'ufficio del capo.
Non ho nessuna intenzione di presentarmi davanti a Gabriel (il quale cerca il pretesto da settimane per pranzare o cenare con me) per domandargli di concedermi un'uscita prima del previsto con il suo amico.
"Oh, posso risolvere io questo problema. Parlo con Gab e torno!" si precipita davanti alla porta del capo.
"Gab, sono io!" entra e scompare dopo poco.
Come la prenderà Gabriel?
Pagherei oro per vedere la sua reazione.Il tempo sembra scorrere troppo lentamente e quando Erik sbuca fuori e soddisfatto annuisce, mi sembra passata un'eternità.
"Non voleva mollare la presa ma alla fine ha acconsentito. Se mi lasci il tuo indirizzo di casa, passo io a prenderti"dichiara con faccia da ebete.
Scrivo il mio indirizzo su un post it e glielo porgo.
Ricordo, in seguito, di aver promesso ad Arianna di vedere un film.
Pazienza, sarà per un'altra volta."Stasera alle 21:00" annuncia e mi lascia con un occhiolino.
Mi vengono spediti via fax i documenti della Jesocom e questo significa che devo recarmi da Riva.
Tremo al solo pensiero, tuttavia è il mio lavoro e devo conviverci.
Proseguo passo dopo passo e una volta davanti alla porta, busso energicamente.Dopo aver ricevuto l'invito ad entrare, cammino fino alla scrivania del capo.
Tutto è riposto in modo maniacale e quell' ordine eccessivo, per me che sono una disordinata cronica, mi da alla testa."I suoi documenti della Jesocom" porgo gli atti, avendo le apposite distanze.
"Grazie" mi risponde, tenendo lo sguardo fisso su altri fogli sparsi intorno.
Mi precipito fuori ma mi ordina di chiudere la porta e accomodarmi di fronte a lui.
Questa situazione di disagio deve finire o il mio cuore ne risentirà.
Con i nervi calmi, mi sistemo sulla poltrona e attendo che parli.
"Così andrai a cena questa sera" sostiene distaccato.
Continua a non guardarmi negli occhi e credo che la cosa lo intimidisca.
Poi mi rendo conto che niente gli fa paura."Sì" approvo, a mia volta, impassibile.
Vorrei tanto dirgli che l'attrazione che provo nei suoi confronti mi condanna a notti insonni ogni giorno.
Il suo solo pensiero mi fa vibrare la mente e il suo tocco è fuoco sulla mia pelle.
Vorrei riverargli che non c'è nessun uomo che eserciti un tale fascino su di me e che il mio segreto proibito è congiungere le mie labbra alle sue.
E non solo."Puoi andare" impera.
Mi alzo immediatamente e mi catapulto fuori dalla stanza.
Mi ha fatto sedere solo perché gli confermassi ciò che sapeva già.
Che strano.
Spero non ci siano ripercussioni sul lavoro.Proprio per questo motivo, ho rinunciato alle sue avances e ai miei sentimenti per lui.
Se non fossi in un ruolo di subordinazione, avrei scommesso tutto sulla nostra relazione.Purtroppo non posso permettermi passi falsi per me e per mia figlia.
Appena avrò i soldi necessari, ci trasferiremo in un paese più tranquillo e lontano da ogni stress emotivo.
Sistemo le ultime cose che ho da eseguire e lascio il lavoro.
Prendo un taxi e più mi allontano da
quel posto, più il mio cuore sente di alleggerirsi.
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Lift Me
Romance𝙎𝙚𝙜𝙪𝙞 𝙡'𝙖𝙘𝙘𝙤𝙪𝙣𝙩 𝙪𝙛𝙛𝙞𝙘𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙨𝙩𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙨𝙪 𝙄𝙣𝙨𝙩𝙖𝙜𝙧𝙖𝙢 @hannamargowt Una vita sacrificata a fare ciò che gli altri desiderano, una bella batosta in amore, una figlia da accudire, una strana datrice di lavoro...