"È assolutamente increscioso. Come osi presentarti in queste condizioni in ufficio? Solo per la tua audacia dovrei sbatterti fuori" tuona mr Riva con degli occhi che stanno per uscire dalle orbite.
Probabilmente avrei fatto meglio a non presentarmi ma, dato che non mi è più consentito avere giorni liberi, non ho avuto scelta.
È da tutta la notte che l'occhio mi brucia e pulsa in modo tremendo.
Inoltre, proprio come aveva previsto Aurora, ho un livido evidentissimo sulla faccia.
Questa cosa ha fatto impazzire Gabriel e adesso io sono qui a sorbirmi una delle sue tante sfuriate.
Non m'importa se mi offende, se cerca di farmi sentire inferiore perché so che non pensa tutto quello che dice.
È solo ferito e in questo modo cerca di vendicarsi e sfogare i sentimenti delle ultime settimane."Scusa, Gabriel. Non pensavo che..." tento di discolparmi inutilmente.
"Mi scusi, signor Riva" mi corregge con estrema precisione, scandendo ogni parola.
"Mi scusi, signor Riva. Non pensavo che..."
"Credi che io voglia sapere il motivo per cui sei qui con un occhio nero? Me ne sbatto altamente" pronuncia queste parole crude, pervaso da durezza e egoismo.
"La prego di scusarmi" rispondo infine, sperando che accetti la situazione e torni ai suoi soliti impegni.
"Che sia l'ultima volta. Ci siamo intesi?" domanda, prendendo la sua agenda e lanciandomi un'occhiataccia.
"Sì, signor Riva" sussurro controvoglia mentre lui scompare tra i corridoi del piano.
Certe volte penso al vecchio Gabriel, quello premuroso, altruista e buono.
Quello che non perdeva mai la pazienza ed era pronto ad aiutarti in caso di bisogno.
Quello che avrebbe fatto qualsiasi cosa per farmi sorridere e distrarmi dal quotidiano.
Penso alla festa di Arianna che ha organizzato, a Parigi, alla cena insieme ad Adriana e al film che abbiamo guardato insieme, prima che tutto andasse in frantumi.
Quanto lo rivorrei indietro!
Quanto mi piacerebbe portare le lancette dell'orologio indietro e non permettere alla vecchia me di scoprire quella cartellina.
Purtroppo, nulla può essere più riparato.Tento di lasciar perdere la questione Gabriel e mi concentro sui lavori da svolgere oggi.
Appunatamenti, file, riunioni, stage, incontri, cene importanti ed aste occupano gran parte della mia mattinata fino a quando Olivia non passa a salutarmi, porgendomi un impacco di ghiaccio."Sono uscita in pausa pranzo e sono passata in farmacia. Ho pensato che ti servisse" spiega "Come stai?"
"Oh, grazie" le dico, appongiandolo subito sull'area dolente "Adesso ho un leggero mal di testa ma con la tachipirina scomparirà presto".
"Insomma, vuoi spiegarmi come avete fatto a..."
"Dovresti chiederlo ad Aurora, ha fatto tutto lei. Ho tentato di difenderla e vedi cosa è successo"
"Già... Conoscevi quella ragazza?" chiede, aggrottando le ciglia.
"Quella a cui tirava i capelli?" cerco di temporeggiare.
"Sì" conferma.
"No, non mi pare. Poi, con tutto quel frastuono e quelle luci... Non avrei mai potuto vederla adeguatamente" mento e cambio argomento "Hai una gran bella macchina"
Chino il capo sullo schermo del computer ed inizio a sfogliare la cartella delle email in arrivo.
"Grazie, è un regalo di..." comincia a raccontarmi però si interrompe bruscamente.
"È un regalo di...?" continuo io.
Non ricevendo risposta, alzo lo sguardo e osservo la figura adirata del mio capo.
Il suo sguardo, dopo secondi interminabili, si posa su quello della mia amica tremante.
Non sa cosa fare, dato che non è mai stata in contatto diretto con Gabriel.
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Lift Me
Romance𝙎𝙚𝙜𝙪𝙞 𝙡'𝙖𝙘𝙘𝙤𝙪𝙣𝙩 𝙪𝙛𝙛𝙞𝙘𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙨𝙩𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙨𝙪 𝙄𝙣𝙨𝙩𝙖𝙜𝙧𝙖𝙢 @hannamargowt Una vita sacrificata a fare ciò che gli altri desiderano, una bella batosta in amore, una figlia da accudire, una strana datrice di lavoro...