34. Non la finisce

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Mi sveglio e sento un calore piacevole, rilassante.
Apro gli occhi e vedo che sono quasi addosso a Kevin, spero solo di non avergli dato dei calci durante la notte.

Mi scoccio perciò decidiamo io e il peluche da panda di svegliarlo. Questo dorme più di me e io che pensavo fossi io a dormire tanto.
Prendo il corno del pigiama e lo punto verso l'occhio e inizio a sbattere il corno contro, finché non si sveglia.

Appena si sveglia lo spingo, per errore ovviamente, per terra.

-Scusa ma ti sei svegliato e mi scocciavo di tenerti sul mio letto- spiego il perché della mia azione. Giustificazione comprensibile in poche parole.

-Tu sei proprio matta- dice sbuffando mentre cerca di alzarsi.

-Fai come vuoi io sono così che ti piaccia o no- mi difendo. Il mio carattere non può essere giudicato perciò o ci sta o non ci sta e se gli davo fastidio non sarebbe rimasto.

-Ma oggi è venerdì giusto? Che ore sono?- chiede preoccupato Kevin e fa bene a preoccuparsi, abbiamo la scuola cavolo, mi sono completamente dimenticata.
Prendo il telefono e guardo che sono le 8:10

-La scuola è iniziata corriamo a prepararci- urlo come una svampita.

-Ma io non tengo niente ti ricordo che sono Kevin e tu mi hai fatto dormire qui- mi rimprovera per non so cosa.

-Tranquillo, c'è la camera di mio fratello vai e prendi ciò che ti serve io corro in bagno. Ah e se hai bisogno di lavarti c'è un secondo bagno lì sotto- gli spiego anche se credo non abbia capito niente.
Ma perché mamma non mi ha svegliata? Ma lei non è a casa giusto, che stupida che sono.

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-Kevin sei pronto? Io si e se andiamo adesso prendiamo l'autobus e arriveremo giusto giusto per la seconda ora-

-Pronto da un pezzo-

Andiamo alla fermata dell'autobus e aspettiamo più o meno una decina di minuti e arriva l'autobus.
Ci sediamo e la domanda mi viene spontanea;
-Ma non tieni lo zaino?- gli dico anche se lo avrà ovviamente notato.

-Ciò che mi serve lo tengo nell'armadietto- risponde.
Sbadiglio per aver ancora sonno e mi appoggio alla spalla di Kevin sperando di non addormentarmi.

-Guarda che tra 5 minuti arriviamo- parla Kevin.
Ha ragione ma ho sonno, adesso mi metto a piangere.

-Lo so però non è colpa mia se sono andata tardi a dormire, è colpa dei miei amici che sono andati tardi ed è colpa tua che mi hai intrattenuta-

-dovresti ringraziarmi io ti ho messa a letto e sotto le coperte- si difende.
Ha ragione però è per colpa sua se sono andata tardi.
La serata di ieri non è stata brutta devo dire, anzi è stata bellissima grazie ai miei amici e grazie a Kevin. Lui è il primo ragazzo che non sia un parente, a cui faccio vedere il mio lato divertente e pazzo. Alcune volte penso che mi potrebbero prendere per una pazza veramente ma con lui non mi sento giudicata e mi sento bene con lui. Oddio ma cosa sto dicendo, noi...non riesco a pensare a me con qualcuno ma se penso a me e a Kevin insieme mi fa sorridere quasi quasi.

-Scendiamo, su- mi risveglia dai miei pensieri.

Corriamo per far in tempo perché ormai la seconda lezione è iniziata da 5 minuti e adesso ho arte, quella la sto iniziando a odiare, forse non dovevo sceglierla anche se io adoro disegnare e lo faccio nel mio tempo libero oltre a leggere i libri che adoro ancora di più.

Busso alla porta e la apro.
-Buongiorno professoressa- cerco di essere più gentile possibile per non farmi cacciare.

-Alla buon ora, perché è arrivata tardi?- chiede con la sua voce stressante. Io non riesco e le rispondo come sempre:
-Non vorrei essere scortese con voi ma non sono fatti vostri- lo dico nel modo più gentile possibile.

Opposite attractDove le storie prendono vita. Scoprilo ora