1. Preludio

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Sono convinta che ognuno abbia il diritto e la libertà di prendere determinate scelte nella vita, soprattutto se sente che queste scelte siano l'itinerario migliore. Se, poi, queste scelte, seppur drastiche, vengono dal profondo del cuore, sono sicuramente quelle più giuste. Nessuno può dirti di no, a maggior ragione se ci sono le possibilità per realizzarle.

È proprio per questo che io ho deciso di trasferirmi in un'altra città per studiare all'università. Non chiedetemi perché, ma Bologna è sempre stata una delle mie città preferite, insieme a Firenze e Milano (per quanto avevo potuto vedere), ma, essendo quest'ultime troppo lontane, ho optato per Bologna.

Devo ammettere che i miei genitori non erano entusiasti quando ne abbiamo parlato, ce ne è voluto per convincerli appieno e lasciarmi andare. C'è da dire che, comunque, sono sempre stata una ragazza abbastanza indipendente e non troppo esagerata. Il giusto, direi. Non ho mai dato problemi durante l'adolescenza e a scuola andavo discretamente. Una delle loro scuse, quella del "Poi così lontano, da sola, ti stufi e magari nemmeno ti piace l'università là" non reggeva. A me Bologna piaceva; l'avevo visitata anche in gita alle superiori e non credo proprio me ne sarei andata così facilmente. Poi... come può non piacerti l'Alma Mater Studiorum di Bologna, se è una delle più famose in Italia? Sono del parere che una università vale l'altra, alla fine le lauree e i programmi son quelli, sia che tu studi ad Aosta, sia che tu studi a Cagliari, quindi se avessi voluto abbandonare l'università, non era di certo per la città in cui era, ma perché non mi piaceva quello che studiavo.

Dopo varie discussioni, sono riuscita a convincere i miei a finanziarmi l'appartamento a Bologna, gli studi e tutto il necessario. Verso fine agosto, prima che iniziassero le lezioni, siamo andati tutti insieme lì a vedere di persona l'appartamento che avevo scelto, occasione perfetta per convincerli che era una città tranquilla, perlomeno dove sarei stata io. Non lo ammetteranno mai, ma io so che in fondo erano orgogliosi e non gli dispiaceva per niente il fatto che ero così determinata.

C'è da dire che a volte quello che immagini non corrisponde alla pura realtà; magari ci si avvicina, ma ci sono comunque delle differenze. Questo è il mio esatto caso: non è che non mi piacesse vivere qua, ma ci vuole comunque un attimo a 20 anni a cominciare una vita totalmente nuova e per di più da sola (o più o meno da sola, avevo comunque dei coinquilini con cui andavo abbastanza d'accordo). D'altro canto, non potevo lamentarmi più di tanto perché me l'ero cercata io e poi, tutto sommato, ero contenta.

Questione anche di abitudine: una volta preso il via era tutto più semplice.

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