25. ???

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REBECCA'S POV

Mi sono svegliata in ritardo quella mattina e mi sentivo frastornata. Non avevo sentito la sveglia, o forse non l'avevo messa per niente, non ricordo. In ogni caso, avrei dovuto fare tutto di fretta, Dario mi aspettava in studio. Non mi entusiasmava il pensiero che ci fossero stati anche gli altri, non avrei voluto dare spettacolo, ma sono convinta che si sarebbe fatti abbastanza gli affari loro.

8:30
Rebecca: Sono qua fuori, esci per favore.

"Scusa per il ritardo. So che lo odi." Dico, guardandolo mentre esce dalla porta.
"Grazie di avermi aspettato, dovresti dire." Mi guarda sorridendo, non sa che fare, se salutarmi con un bacio sulla guancia, abbracciarmi o non fare niente. Alla fine, opta per l'ultima, evidentemente in imbarazzo.
"Sono qui per parlarti." Dico, tornando seria.
"Anche io ho qualcosa da dire, se mi vuoi ascoltare."
"Senti, Dario. A me non frega se mi tradisci. O meglio, mi frega perché stiamo insieme e tu mi piaci, molto, ma se mi tradisci io posso benissimo capire il perché. A dire la verità, non so nemmeno perché ti piaccio. Nemmeno io mi piaccio, figurati. Io voglio soltanto una cosa da te: l'onestà; ti prego sii onesto con me." Avevo gli occhi lucidi perché pensare a quelle cose mi faceva star male.
"Perché dici queste cose? Perché non ti accetti? Perché devi sottovalutarti così?"
"Non ho voglia di affrontare questo discorso, Dario. È una questione molto personale per me, ti prego." Abbasso lo sguardo e noto che una lacrima è caduta.
"Guardami per favore." Mi prende il mento con due dita e mi alza lo sguardo. Mi lascia un bacio sulle labbra.
"Ti ho detto che non mi devi baciare per pietà. E ti ho detto che non voglio affrontare questo discorso adesso, per favore."
"Mi ascolti per favore? Non ti bacio per pietà, ti bacio perché mi piaci. Mi piaci tanto, perché non te lo vuoi mettere in testa? Mi piaci così come sei, mi piaci come non mi è mai piaciuta nessun'altra. Vedessi quello che vedo io mentre mi guardi... Per quanto riguarda il resto, parlamene, ti prego. Quando vuoi, non adesso, ma parlami ti prego. Sono sincero con te, ti prego, Rebecca, non essere arrabbiata con me, te lo chiedo per favore." Era davvero sincero; lo capivo dal fatto che mi stesse guardando dritta negli occhi e da come era un po' triste anche lui.
"Non credo tu possa capire, tutto il tempo che sono stata presa in giro per il mio aspetto fisico. Te lo racconterei, ma proveresti solo pena o compassione, come quando ti ho detto del compleanno."
"Parlami di te, degli abbracci mancati, dei tuoi diciott'anni, dei sorrisi spezzati a metà, di cosa volevi diventare."
"Stai citando Motta di nuovo?" Un sorriso però me lo aveva strappato. Lui lo stesso in quel momento stava sorridendo.
"Sì. Francesco Motta è adatto in ogni situazione. Comunque, a parte tutto, sono serio. Ho voglia di scoprirti e di renderti felice, perché so che vuoi essere felice anche tu, ma hai paura."
"Non ho paura di essere felice, ho solo voglia di non rimanere delusa una volta che la felicità finisce. E finisce, perché non va sempre tutto rose e fiori, come adesso."
"Ti porto io le rose ed i fiori. Non sarà sempre facile, anzi sarà difficile e dovrai, anzi dovremo lavorarci. Ma io voglio farlo perché voglio stare con te, nel bene e nel male. Credimi, Rebecca."
"Ti chiedo solo una cosa, se mai mi tradissi, ti prego dimmelo. Lo so che è strano, ma ti prego dimmelo. E parlami anche tu, di Matilde, delle tue ex, della tua famiglia. Di quello che ti pare, ma non mi dire le cazzate, anche se son discorsi scomodi."
"Va bene. Scusami se ti ho fatto star male. Ti amo." Mentre dice ciò, mi sta abbracciando, ma un momento... COSA? HO SENTITO BENE? Sento che il mio cuore sta impazzendo. Non mi sposto, ma se potesse guardarmi, vedrebbe che sono sorpresa.
"Che hai detto?" Gli dico scostandomi e sorridendo.
Lui è evidentemente arrossito, ma sorride anche lui. "Ho detto che ti amo. Non lo so se è presto per dirtelo, non devi sentirti pressata. Prima che parti in quarta, non te lo sto dicendo per pietà, lo penso davvero."
"Grazie." Lo abbraccio di nuovo e sorrido. GRAZIE? Lui mi dice ti amo e io grazie... Sono completamente fusa. Okay, meglio se me ne vado.
"Vado che ho il turno a 12 al ristorante. Ci sentiamo dopo, va bene?" Vedo che annuisce e scappo. Credo di averlo traumatizzato.

Quando sono in pieno turno, tipo verso le 14:00, un signore sulla quarantina entra e con sé ha una rosa e un'orchidea.
"Rebecca Vetri?" Chiede.
"Sì, sono io." Lo guardo confusa.
"Questi sono per lei. Ed anche questo." Mi lascia quei due fiori ed un bigliettino. Lo leggo.

La vita non è tutta rose e fiori, come hai detto tu, ma io, intanto te li ho voluti comprare. Spero ti piacciano e ti rendano un po' felice. Sorridi che sei bella.
-Dario

14:28
Rebecca: Sei uno stupido.
Rebecca: Ma ti amo anche io, proprio per questo.
Rebecca: Scusase sono scappata, ma mi sono spaventata. Non ho mai avuto relazioni, quindi non so come funzionino queste cose. 

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