27. Del tempo che passa la felicità

141 8 0
                                    

DARIO'S POV

"Ma davvero non avete mai...?" Mi chiede Nicolas.
"Eh, regaz... No. Non c'è mai stata occasione e non ho voluto forzare le cose."
"Ma tutte le volte che avete dormito insieme?" Adesso è Frank che me lo chiede.
"Beh, oddio ok, magari c'è stata occasione, ma io non ho voluto insistere più di tanto e lei lo stesso."
"Oh, Vez, se vuoi ti lasciamo lo studio. Tanto cinque minuti possono bastare no? Poi non sarebbe la prima volta che qualcuno fa qualcosa qui, vero Cesare?" Ride Tonno.
"A tua sorella sono bastati eccome, ne è stata contenta." Rido di conseguenza e tra gli altri di alza un "UOOOO" dopo la mia riposta. "No, scusa dai, scherzo. Comunque, no, non mi pare il caso la prima volta in un posto così."
"Beh, se capita, capita. Una sveltina fa comunque piacere." Cesare era il guru di queste cose, nonostante fosse fidanzato da 40 anni e sposato da 20.
"No, non avete capito. È proprio la prima volta per lei. Per me no, questo lo sapete." Mi stanno guardando stupiti.
"Non ci credo mai." Mi dice Tonno. "Non sarà una top model, ma io una bottarella gliela darei, con tutto il rispetto, Dario."
"Guarda, se glielo dicessi mi faresti un favore, così magari smetterebbe di farsi pare mentali inutili e si convincerebbe che è bella."
"Ma poverina, dai."
"Eh, Tonno, ho capito, ma non ti immagini i complessi che si fa. La ucciderei, a volte."
"Comunque, ecco perché quella mattina a casa mia, dopo la serata della festa, era preoccupata se avessimo scopato o meno." Mi stavo quasi dimenticando di quella volta a casa di Nicolas. Che stupido che, per gelosia, li avevi quasi fatti mettere insieme. Ok, insieme no, ma sarebbe potuto succedere qualcosa.
"Sì, è vero. Mi ha raccontato di quella volta. Ma tu come hai fatto ad esserne certo?"
"Ho dei preservativi nel cassetto. Mi ricordavo il numero che era rimasto e li ho contati. A meno che non sia successo senza, ma non credo. Eravamo troppo ubriachi per fare qualsiasi cosa, anche volendo."
"Ma, parlando di cose serie. Hai intenzione di consumare il vostro amore o no?" Mi chiede Nelson, in tutta la sua finezza.
"Come sei fine. Comunque, io personalmente vorrei eccome, ma non so se lei è d'accordo adesso. Credo che prima o poi lo sia, ma non so se è questo il momento giusto."
"Ascolta zio Cesi. Tu trascorri le giornate, che sia mattino, pomeriggio o sera, come fai di solito. Magari a casa tua, quando state vedendo un film, qualcosa, quando siete abbracciati l'uno all'altra, come ti pare. Ad una certa, la inizi a baciare dolcemente e poi vedi come va a finire. Se non succede niente, parlagliene. Dille la verità che vorresti inzuppare il biscottone e vedi che ti dice."
"Grazie Cesu, fino ad una certa c'ero, non è che è la prima volta che mi succede, però non so se lei è d'accordo."
"Allora, le cose son due: se non è d'accordo o la rispetti o non la rispetti e questo sappi che è denunciabile, poiché violenza sessuale. In ogni caso, tu ci provi e mal che vada le dici la verità."
"Ok, sarà fatto, Capo. Ora torniamo in studio a registrare che siamo leggermente indietro."

Quella stessa sera, avrei seguito i consigli dei regaz. Rebecca lavorava di mattina; l'ho invitata a casa mia, anche a dormire e ha accettato. Chiariamo una cosa. Non ero vergine, mi era capitato di fare sesso altre volte, anche nel modo in cui avrei provato con Rebecca, tanto i posti e i modi son quelli all'inizio, però avevo paura perché solo la mia prima volta mi era capitata con una ragazza anche lei vergine, e con Rebecca avevo paura. Avevo paura non volesse e avevo paura che potesse aver paura anche lei. Poi immagino le paranoie mentali che si possa fare sul suo corpo. Era tutta un'inception di paranoie e paure. Okay, meglio non pensarci e lasciar passare le cose, poi come va, va.

"Che mi prepari stasera?" Mi chiede mentre stuzzica le patatine ed io sto cucinando.
"Cenetta romantica a lume di candela."
"SIAMO LA FINE DEL MONDOOO DI DOMENICA MATTINAAA, SIAMO UNA CENA A LUME DI CANDELA FRA DUE TANICHE DI BENZINAAA" Si mette a cantare dal nulla, anche se di sottofondo c'era un'altra canzone indie.
"Comunque, scherzavo. Ci sono soltanto le candele sul tavolo come addobbo che rendono il tutto romantico. Tu cosa pensi che ti stia preparando?"
"Lo considero comunque romantico, sappilo. A me bastano le piccole cose."
"Capo ricordati che la felicità sta dentro le piccole cose." Sorrido rispondendo. La nostra conversazione sarebbe stata fantastica a suon di citazioni dei Pinguini Tattici Nucleari.
"Quanto ti amo quando mi rispondi così. Comunque, sento che stai sbattendo le uova, quindi credo tu mi stia preparando una frittata, o la carbonara."
"Indovinato, so che è la tua preferita. Ah, e ovviamente, anche un vino rosso che costa più di 12€"
"La carbonara? Eccome. Mamma mia, Dario, non ti immagini quanto ti amo." Sorride e io sorrido con lei.

Finisco di preparare il tutto e ci sediamo a tavola, l'uno di fronte l'altro. Parliamo un po' del più e del meno, mentre mangiamo e beviamo. Vedo che è molto felice mentre parla e mangia, mi fa stare bene vederla così. Mi sento molto felice anche io.

"Che film vuoi guardare?" Le chiedo mentre ci posizioniamo nel divano.
"Non lo so, scegli tu."
"Ok. Un film romantico."
"Ma a te non piacciono." Mi guarda in modo strano.
"A te sì, uno ogni tanto lo posso sopportare."
"Sei bello davvero." Sorrido. Anche una stupida frase come quella mi faceva sorridere perché so che l'aveva detta con tanto amore, anche se era banale.

Abbiamo messo "La verità è che non gli piaci abbastanza" su Netflix. Stiamo abbracciati, o meglio, io la sto inglobando in un abbraccio. Ad un certo punto del film ci baciamo, ma lei non sembra averne troppa voglia, credo preferisca guardare il film.
"Tu sei Ben Affleck e io Jennifer Aniston. Oppure tu sei Justin Long e io quell'attrice di cui non ricordo il nome." Mi dice ad un certo punto.
"Non mi dispiacerebbe essere Ben Affleck tutto sommato, però."
"Dario, posso dirti una cosa?"
"Certo. A patto che sia bella."
"L'ho già visto questo film. Mi ricordo anche come finisce."
"Quindi? Vuoi continuare a guardarlo?" Non sto capendo dove vuole arrivare a parare.
Poi lo capisco quando fa cenno di no con la testa e mi inizia a baciare lei.

Una cosa tira l'altra e mi ritrovo a cavalcioni sopra di lei. Mi stacco e la guardo sorridendo.
"Sei sicura?" Le chiedo. Lei annuisce.
"Ho un po' paura. Tu, Dario, però, non ti aspettare un gran che dal mio corpo, ok?" Alzo gli occhi al cielo.
"Non rovinare il mood, ok? Ti voglio." Lei sorride. Mi alzo per andare a mettere una playlist dal telefono. L'avevo fatta apposta, con canzoni che le volevo dedicare e quale migliore momento, se non questo? Nel frattempo, mi tolgo la felpa e lei fa lo stesso. Ci ritroviamo in pantaloni, di nuovo a cavalcioni l'uno sull'altra.
"Non avevo mai notato che avessi un tatuaggio sul fianco. Che c'è scritto?" Si stacca un attimo per leggermi il fianco.
"È vero, non te li ho mai fatti vedere. Comunque, c'è scritto "Vien dietro a me e lascia dir le genti. Sta come torre ferma che non crolla giammai al soffiare dei venti". È una frase della Divina Commedia." Sorrido, vedo che è interessata, ma poi distoglie lo sguardo e mi guarda dritto negli occhi.
"Ok, dopo, lo guardo meglio. Adesso però concentriamoci su altro." Mi sorride.

Una cosa tira l'altra e alla fine ci ritroviamo a far l'amore. È un po' imbarazzante perché è pur sempre la prima volta per lei ed io non so bene come comportarmi, ma se pensiamo alle storie che circolano in giro, direi che non è andata male. E me lo conferma anche lei.
Ci siamo spostati sul mio letto, sotto le coperte finito il tutto, non sia mai che mia madre o mio fratello decidano di tornare proprio nel momento meno adatto.
C'è ancora la mia playlist di sottofondo e adesso c'è "Del tempo che passa la felicità" di Motta. Non potrei essere più felice in quel momento. Lei mi sta accarezzando il braccio con il tatuaggio, seguendo le linee di inchiostro e io mi sto godendo come non mai, quel momento.

Sarebbe bello finire così
Lasciare tutto e godersi l'inganno
Ogni volta
La magia della noia
Del tempo che passa la felicità

Partiti da lontano
Per arrivare
Ad essere contenti
A dormire di giorno
E mangiarsi la notte
A toccare, annusare, scegliere, morire, lamentarsi
A sparare sul niente
A sparare stronzate
Il problema rimane lo stesso
A chi verranno raccontate

Sarebbe bello finire così
Lasciare tutto e godersi l'inganno
Ogni volta
La magia della noia
Del tempo che passa la felicità

BOLO IN LOVE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora