Son giorni che non parlo con Dario. Era impegnato a studiare per quegli ultimi esami che gli erano rimasti. Ero un po' triste, ma almeno ci sentivamo sempre su WhatsApp e ci chiamavamo. Io ero costantemente impegnata tra lavoro e palestra, però il tempo di stare con lui, quando poteva, lo trovavo sempre. Stavo pensando di andare qualche giorno a casa dopo la fine della sessione e portarlo con me, penso che fosse anche ora di presentarlo alla mia famiglia, visto che non sapevano nulla.
14:34
Rebecca: Ti va di venire a casa mia?
Dario: Quando? Stasera?
Rebecca: Errore mio.
Rebecca: Ti va di venire a casa mia a Vicenza? Ti presento ai miei e alle mie sorelle, penso che sia arrivato il momento giusto.
Dario: Ma devo studiare che ho ancora alcuni esami da dare, poi finalmente, forse, ho finito.
Rebecca: Quando hai finito la sessione, infatti. Ci sarà una fine a tutto ciò, no?
Dario: Ok, il 26 giugno do l'ultimo esame, dopo ne ho due a settembre, ma sono stronzate.
Dario: Devi sapere che il tutto mi mette ansia, però.
Rebecca: Non pensare che quando ho conosciuto tua madre e tuo fratello non ero in ansia, io. Per non parlare di quando mi farai conoscere tuo padre.
Dario: Lo so, però c'è sempre l'ansietta.
Rebecca: Dal 28 giugno al 2 luglio, ti va bene?
Dario: Mi va benissimo, amore.
Dario: Ah, ho deciso.
Dario: Scusa, ma ti chiamo amore.
Rebecca: Che romanticone che sei :')
Rebecca: So quanto una frase spudoratamente presa dall'omonimo film ti sia costata e so quanto ti costi chiamarmi così, sappi che apprezzo molto queste piccole cose. Ti amo, Dario.
Dario: Ti amo anche io. A più tardi.
Dario: A proposito, quando mi farai mettere piede in casa tua, qua?
Rebecca: Quando mi passerà la fissa di Giulia e Matilde.
Dario: Hm, vedremo.
Rebecca: Anche perché non mi va di portarti a casa quando ci sono anche gli altri, mi vergogno.
Dario: Ah, a fare certe cose a casa mia con mio fratello e mia madre nelle altre stanze o che potrebbero rientrare da un momento all'altro però non ti vergogni, eh.
Rebecca: DAIIIII, NON MI DIRE QUESTE COSE CHE MI FAI VENIRE L'ANSIA. Guarda che qui se non si fa a casa tua, si rischia l'astinenza, eh. Adesso che ho scoperto questo piccolo mondo, non me lo togliere così brutalmente.
Dario: A parte che piccolo sarà il tuo di mondo, non il mio. E poi, stavo scherzando, a me va bene qualsiasi cosa.
Rebecca: Va beh, a parte questo allora dico ai miei che torno a casa per quei giorni e prendo le ferie, ok? Tu vuoi avvisare i regaz?
Dario: Non sopravviveranno così a lungo senza di me, però potranno fare questo sforzo. Dopo glielo dico.DARIO'S POV
"Vez, mancherò per qualche giorno, dal 28 al 2." Dico agli altri, mentre pranziamo.
"Nooo e chi ce le fa le schede? Ma, dove vai?" Mi chiede Nic
"A Vicenza da Rebecca. Mi sto cagando sotto che non vi immaginate" Rido, ma non è che ci fosse tanto da ridere.
"Ah, sempre cruciale incontrare i genitori della ragazza per la prima volta, eh?" Mi dice Cesare come se ne sapesse qualcosa. In realtà, un minimo ne sapevo qualcosa, anche più di Cesare visto che lui ha dovuto conoscere solo i genitori di Sofia, ma comunque ogni persona è differente e bisogna sapersi adeguare, era proprio questo che mi spaventava. Poi si sa che i padri sono gelosi delle figlie femmine, figuriamoci quando incontrano per la prima volta il fidanzato.
"Dai, vez, che sarà mai, male che vada gli starai sul cazzo, ma vivete in due città distanti e differenti." Mi dice Tonno, cercando di sdrammatizzare.
"Grazie del conforto, vecchio." Rido rispondendogli.
"Quando vuoi. Comunque me la immagino tipo così la scena: lei che vi presenta, lui che ti guarda subito male e tu che ti presenti come "Quello che si scopa sua figlia". Se la immagini così come me la sto immaginando io nella mia testa è esilarante."
"Sì, Tonno, voglio vedere te a dire una cosa del genere." Ride Nelson.
"No, macché, scherzi?! Io mi presento con il mio viso da angioletto." Fa un sorriso finto, socchiudendo gli occhi, a mo' di angioletto come diceva.
"Ecco perché non riesci a tenertene una." Ride Cesare.
"Oh, ma a parte gli scherzi, vez. Avete un po' almeno..." Tonno mi fa il gesto del dito indice infilato nel cerchio formato da indice e pollice dell'altra mano, come a indicare quel gesto preciso.
"Sì sì, finalmente sì. Cioè, in realtà non ho dovuto aspettare tanto, poteva andare molto peggio, ma sono sollevato che ora si senta molto più sicura. L'unico problema è che a casa mia a volte ci sono mia madre e mio fratello e a casa sua non mi vuole far entrare perché una sua coinquilina è una pseudo-amica di Matilde."
"Eh, per questo capisci il perché io, Tonno e Cesu siamo andati ad abitare da soli o al massimo con dei coinquilini." Mi dice Nelson e non aveva tutti i torti.

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BOLO IN LOVE
Fanfiction[Fatti e personaggi sono ispirati alla realtà, ma questa storia è frutto di pura inventiva. Nessuna offesa o insulto sono stati intesi.] [Durante la lettura di questa storia è intuibile il fatto che mi piaccia l'indie, ma l'inserimento di frasi o t...