DARIO'S POV
Okay, avevo fatto una cazzata. Avevo creato un casino. Sono uno stupido.
Decido di chiamare Nicolas, forse lui mi avrebbe saputo aiutare."Nic, ho fatto un casino, possiamo vederci? Ti spiego tutto a voce."
"Devo stare in ansia o devo prepararmi per picchiarti?"
"La seconda, direi."Ci vediamo in centro e gli spiego tutta la sua situazione.
"Scusa, ma sei scemo? Ma perché"
"Senti, io volevo aiutarla. Volevo farla stare un po' meglio, poi ha iniziato a parlare a manetta e mi è venuto spontaneo baciarla."
"Senti, non è che se uno mi si mette a parlare in maniera logorroica, io lo bacio. Tu sei scemo, Dario."
"Ma cosa dovevo fare, secondo te?"
"Secondo me, non avresti dovuto intrometterti e tanto meno baciarla se non provi niente."
"Ma volevo aiutarla, Nic!"
"Ho capito, ma se non vuole confidarsi, lasciala stare. Ha ragione, non hai nessun diritto ad intrometterti in questioni che non ti riguardano."
"Sei proprio d'aiuto tu, eh."
"Senti, questo è quello che penso. Se ti vuoi sentir dire una cazzata, dimmelo che ti dico le cazzate, ma non sarei un amico se lo facessi. Adesso, secondo me, dovresti scusarti e, prima di tutto, chiarire le tue stesse idee."
"In che senso? Poi come faccio che non vorrà minimamente che io le scriva?"
"Devi farti un esamino di coscienza e chiederti se l'hai baciata perché volevi veramente solo metterla a tacere, o l'hai fatto perché in fin dei conti volevi. Se non ti risponde ai messaggi sul telefono, possiamo provare dal mio. Adesso che Dino è chiuso, è più difficile vederla."
"Boh, okay, ci penserò e poi le scriverò."
"Fammi sapere come va, poi. Se vi mettete insieme, sono il primo a volerlo sapere, eh."
"Dai, che scemo che sei." Rido e lo abbraccio. "Grazie." Lui ricambia l'abbraccio e mi sorride. Poi ognuno se ne torna verso casa propria.Non ho fatto altro che pensare a quello che mi aveva detto Nic nel tragitto in macchina, ma anche una volta arrivato a casa.
23:39
Dario Matassa: Rebecca, lo so che appena vedrai questo messaggio penserai "Oh che palle, ma che vuole questo ancora". Ti volevo chiedere scusa. Hai ragione. Ho sbagliato in tanti punti. Non avrei dovuto interferire con i problemi che hai con la tua famiglia, in primis. Volevo solo aiutarti e farti stare meglio, volevo che ti sfogassi perché sono sicuro che ti farebbe star meglio. Sono sicuro perché anche io ero come te, ma poi ho imparato a fare i conti con me stesso. Penserai che sono tutte cazzate quelle che sto scrivendo, ma ti assicuro che non è così, però, poi, sei libera di pensare quello che vuoi. Ti volevo chiedere scusa anche per il bacio... Starai pensando che sono uno stronzo ed hai ragione. Non lo so perché l'ho fatto, non era sicuramente per pena o altro. Devo essere sincero con te, in quel senso non mi piaci, ma non è nulla di personale. Te l'ho spiegato che per me è difficile, ho una visione strana per quanto riguarda l'amore e queste cose qua. Però di una cosa sono sicuro: mi stai simpatica e ti considero mia amica. Detto così sembra molto da bambino delle elementari, ma ti prego di prendermi seriamente. Sono sinceramente dispiaciuto e io spero leggerai questo poema e mi risponderai. Ti prego, Rebecca. Scusami, sono un coglione.00:01
Rebecca Bar: Senti, Dario. Solo perché sei bello, non hai il diritto a prendere e baciare le persone come ti pare. Non ho bisogno della pena o della compassione di nessuno. Se vorrò parlare della mia famiglia, lo farò, se vorrò sfogarmi, lo farò, se voglio tenermi le cose dentro, lo faccio. Ho 20 anni, non 12, mi conosco e mi reputo abbastanza matura. Solo perché sei più grande di me di qualche anno, non vuol dire che puoi darmi lezioni di vita da uomo vissuto. Apprezzo il tuo sforzo, davvero, ma, sinceramente, non ho richiesto il tuo aiuto, né sono così disperata da necessitarlo. Ti prego di rispettare questa scelta. Per il resto, stai tranquillo che anche avessi provato qualcosa per te, non mi sarei aspettata che ad uno come te potesse mai piacere una come me. Mi vedo, ho sempre avuto specchi in casa. Tranquillo che nemmeno tu mi piaci in quel senso.
Dario Matassa: Quindi? Sono bello, secondo te?
Rebecca Bar: Hai sbagliato persona e hai beccato il momento peggiore se vuoi dei complimenti. Non mi prendere per il culo, lo sai che sei bello, non hai bisogno che io te lo dica.
Dario Matassa: Qui sbagli, non solo tu hai problemi con te stessa.
Rebecca Bar: Fanculo, Dario, te lo dico proprio col cuore.
Dario Matassa: Non mi son mai visto come una bella persona. So che piacevo e piaccio tutt'ora alle ragazze, anche alle fan di Space Valley, ma non mi sento a mio agio a volte.
Rebecca Bar: Spero che tu stia scherzando. Ti ricordo che stai parlando con me.
Rebecca Bar: Fanculo un'altra volta.
Dario Matassa: Rebecca, ti ho detto che mi stai simpatica. Non mi piaci perché ho un rapporto complicato con l'amore e queste cose qua.
Rebecca Bar: Ma la smetti di dire stronzate? Dario, lo so che fisicamente non ti piaccio, anche l'occhio vuole la sua parte. Lo capisco. Ti ripeto che ho 20 anni e non 12.
Dario Matassa: Ma perché ti devi insultare?
Rebecca Bar: Lasciamo perdere, Dario. Ti prego. Non voglio aprire questo discorso.
Dario Matassa: Non volevo farti male.
Rebecca Bar: Non sei tu a farmi star male. Sono io che non mi accetto e non riesco a fare niente per migliorarmi. Vuoi che io mi apra? Bene. Non sei tu a farmi star male, ma tutto il bullismo che ho subito in 20 anni. Non credo tu possa capire cosa voglia dire essere presi in giro da quando avevi 8 anni, perché sei in sovrappeso, perché hai i brufoli, perché sei introverso. Non credo tu possa capire quanta fatica si faccia ad essere l'amica di quella figa, quella che va d'accordo con tutti, quella che piace a tutti, invece a te, chiaramente ti schifano. Non credo tu possa capire cosa si prova a sentirti uno schifo, a stare da solo perché non riesci a farti due amici e ti ci vogliono letteralmente gli anni. Tu ti sentirai anche a disagio, ma almeno hai mezzi per convincerti del contrario. Io no, a partire dal fatto che io stessa non riesco ad accettarmi così come sono, vorrei essere diversa, ma non ci riesco.
Dario Matassa: Ti senti meglio dopo avermi detto tutto ciò?
Rebecca Bar: Guarda, se mi devi rispondere in questa maniera di merda, ti blocco, così forse mi sento meglio. E comunque, no, non molto perché ho raccontato una delle cose che mai avrei pensato di raccontare, ad uno che mi è quasi sconosciuto.
Dario Matassa: Piacere, Dario Matassa, nato il 16 Agosto 1995 a San Lazzaro di Savena. Adesso mi conosci un po' meglio?
Rebecca Bar: Fanculo.
Rebecca Bar: E comunque non mi hai detto niente che già non sapessi.
Dario Matassa: Va bene, a parte gli scherzi. Mi dispiace che tu ti senta in questa maniera e che abbia passato tutto questo, ma sappi che la bellezza non la sminuiscono qualche chilo in più né qualche brufolo. La sminuiscono la stupidità, la stronzaggine e tanti altri difetti che tu sicuramente non hai. La bellezza di una persona comprende anche quei chili in più, sappilo. Poi, per citare gli Eugenio In Via di Gioia "Non è questione di grasso, di peso forma ideale, ha più a che fare col cervello, la selezione naturale. Il somaro più intelligente prende di mira il secchione e per nascondere i propri difetti, li esalti nelle altre persone".
Rebecca Bar: Sì, ma quella canzone dice anche "Più bulli e meno ciccioni" ed esalta la violenza.
Dario Matassa: In realtà, è controversa. Non riesci a capire se il testo debba essere preso alla lettera e che quindi la violenza è spesso la soluzione alla violenza stessa, o se invece il testo sia ironico ed esprima tutto il contrario, ossia che rispondere alla violenza con altra violenza ne genera altra ed è inutile.
Dario Matassa: Comunque, tu stai bene così come sei, io ti voglio bene e anche ai regaz stai simpatica. Noi siamo persone abbastanza aperte mentalmente, non ci facciamo troppi problemi e non ci limitiamo alle cose superficiali. Stai sicura che con noi non corri questi problemi.
Rebecca Bar: Ti voglio bene anche io, Dario. Grazie.
Dario Matassa: Ah finalmente, ce l'ho fatta a farti sentire meglio.
Rebecca Bar: Beh, farti gli affari miei alla stazione è servito a qualcosa. Comunque, ti devo delle scuse anche io. In quel momento ho reagito male anche io, non hai sbagliato solo tu.
Dario Matassa: E io, invece, non ti perdono U.U
Rebecca Bar: Eddaiiiiii
Dario Matassa: Ti perdono solo se ti fai un giro in città con me, così ti spiego le cose più importanti che una bolognese deve sapere.
Rebecca Bar: Odiavo i miei prof. di storia e geografia, però con te potrei fare un'eccezione. Però sii sintetico, ti prego. Scommetto che un quarto, se non anche metà dei bolognesi nati e cresciuti a Bologna, conoscono poche cose della loro città.
Dario Matassa: Mia proposta, mia lezione, mia lunghezza, mie decisioni. Se vuoi farti perdonare...
Rebecca Bar: Okay, accetto (ma solo perché non ho nient'altro da fare per un po')
Dario Matassa: Stronza :(
Rebecca Bar: Chi di spada ferisce, di spada perisce.Comunque, ridendo e scherzando, avevamo parlato fino a tarda notte.
Ero felice che le cose si erano risolte, le volevo davvero bene.01:37
Dario Matassa: Comunque ho fatto come mi hai detto. Le ho scritto, abbiamo chiarito.
Nic Bic: Ah son contento. Ma chiarito in che senso? Siete tornati amici o...?
Dario Matassa: Amici. Io non le piaccio, lei non mi piace. Le voglio bene e basta.
Nic Bic: Meglio così, dai.
Nic Bic: Buonanotte, comunque. Dovresti andare a dormire che domani registriamo.
Dario Matassa: Lo so, ma io a differenza son sempre puntuale, anzi in anticipo, quindi non mi preoccuperei più di tanto per me, ma PER TE.
Nic Bic: Touché. Notte Dariello Secchiello.
Dario Matassa: Notte Bicchino Ficchino.
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BOLO IN LOVE
Fanfiction[Fatti e personaggi sono ispirati alla realtà, ma questa storia è frutto di pura inventiva. Nessuna offesa o insulto sono stati intesi.] [Durante la lettura di questa storia è intuibile il fatto che mi piaccia l'indie, ma l'inserimento di frasi o t...