14. Sogni e realtà

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"Rebecca, vieni qua con noi. Guardaci" Era Dario che mi stava chiamando. Non chiedetemi dove sono, perché non lo so. Vado vicino a lui e vedo che ha Nic seduto sulle sue gambe.
Si stanno limonando, a me non dispiace, anzi. Li sto a guardare e fissare minuti interi. Non era un bacio normale, era proprio passionale. Potevi chiaramente vedere come le loro lingue si mischiavano.

Ero incantata da quella visione, ma con la coda dell'occhio noto Dario che mi fa cenno di avvicinarmi ancora di più, e io, ovviamente, non esito. Si stacca da Nicolas e mi dice "Unisciti anche tu. Che dici Nic?" Lui annuisce e ci sediamo su Dario, io su una gamba, Nicolas sull'altra. Prima iniziamo a baciarci io e Nicolas, poi ci stacchiamo e si aggiunge anche Dario. Stiamo praticamente limonando a tre e la cosa non dispiace a nessuno dei tanti.

È tutto così surreale, di fatti sento che piano piano mi sto svegliando.
Guardo l'ora sul telefono. Sono le 05:59 e ovviamente la sveglia ce l'avevo alle 6:00.
Odiavo profondamente quando succedeva così, preferivo fosse la sveglia a svegliarmi.
Comunque, sono scioccata perché realizzo dopo qualche secondo che stavo sognando di limonare Nicolas e Dario, per di più insieme. Ma che cazzo avevo nel mio subconscio?
Mannaggia a Nicolas e quella maledetta domanda.

Mi inizio a preparare per poi andare al lavoro. Diciamo che la giornata, a partire da come mi sono svegliata, non si prospetta delle migliori.

Arrivo al bar e Dino contribuisce a non migliorarmi la giornata.
"Ti devo dare una bella notizia." Mi sorride tutto carino, mentre sistemiamo i tavolini ed il bancone.
"Dimmi." Sono curiosa.
"È una cosa un po' improvvisa, ma abbiamo acquistato anche le stanze qui di fianco e ci espandiamo."
"Ah, che bello, sono contenta."
"Però..." Continua Dino, ah questi però...
"Però, diventiamo un bar-ristorante, quindi avremo bisogno di altri dipendenti e dovremo chiudere per un pochino, penso che per il periodo di Pasqua ci siamo, di là non ci sono da fare troppi lavori di ristrutturazione."
"Ah, quando chiuderemo?" Chiedo un po' scioccata, sinceramente.
"Tra un paio di giorni. Scusa se to lo abbiamo detto solo ora, ma, come ti ho detto, è stata una decisione un po' improvvisa."
"No, ma che, figurati." Sorrido, anche se era un sorriso un po' falso.

Quella mattina non erano passati i ragazzi: da una parte mi dispiaceva, ma dall'altra, dopo il sogno che avevo fatto meglio così, non volevo rivedere subito Nicolas, né tanto meno Dario.

10:45
Mamma: Quando torni su, tesoro?
Rebecca: Forse presto, non lo so. Ti faccio sapere.
Mamma: Ti aspettiamo <3
Ottimo, abbiamo fatto tripletta di brutte cose, successe tutte nell'arco di nemmeno 5 ore, tra l'altro. Non vedevo l'ora di arrivare a casa e urlare metaforicamente.

Era passato quel paio di giorni che diceva Dino. Io avevo il giorno libero, quindi ho smesso di lavorare anche prima. In quei giorni non avevo più visto i ragazzi. Poi, ho deciso che sarei tornata a casa, anche se non ne avevo minimamente voglia. Ho fatto la valigia e la mattina sono partita.

18:24
Dario Matassa: Comunque non pensavo te ne andassi così dal nulla.
Rebecca: Mica son morta, eh.
Rebecca: Non pensavo ti interessasse così tanto.
Dario Matassa: Mi ero preoccupato.
Rebecca: Tranquillo che non sono andata molto lontano. E alla stazione sono salita sul treno, non ci sono finita sotto 😂
Dario Matassa: Dai non scherzare su queste cose.
Rebecca: Dario, calmati. Non mi suiciderei mai. Poi magari ti saluterei prima di farlo hahaha
Dario Matassa: ...
Dario Matassa: Mi sono preoccupato davvero, però. Poi Dino mi ha detto che avrebbe chiuso per un po' e che tu eri tornata a casa.
Rebecca: Eh, già. Non ci vedremo per un po'.
Dario Matassa: Resti così tanto a casa tua?
Rebecca: Mache sei pazzo? Starò qualche giorno e me ne torno a Bologna.
Dario Matassa: Allora ci vedremo quando torni giù.
Dario Matassa: Di dove sei?
Rebecca: (audio) L'estate comincia adesso, ma tu vuoi correre, c'è l'Apocalisse incentro
Dario Matassa: (audio) Guarda che quello era "Dove sei?", non "DI dove sei?"
La sua voce era bella pure in audio.
Rebecca: Vicenza. Non potrò mai essere una Bolognese o Romagnola DOC, prima o poi mi tocca tornare comunque alle origini.
Dario Matassa: (audio) OOOH, MA COME TI PERMETTI!? ROMAGNA LO VAI ADIRE A QUALCUN ALTRO!
Dario Matassa: (audio) *ride* Scherzo eh, però non darmi mai del romagnolo. Io sono Bolognese ed Emiliano.
Rebecca: Emiliano di nome e Bolognese di cognome?
Dario Matassa: Dopo questa, basta, non tornare più giù.
Rebecca: Che cattivo. Sappi che non lo farò, non resterei quassù neanche un minuto in più. Giusto le mie sorelle le sopporterei.
Dario Matassa: Scappi dai tuoi?
Rebecca: Meno ci sto, meglio è.
Dario Matassa: Ma perché dici così?
Rebecca: Non capiresti, lasciamo stare.
Dario Matassa: Scommetti che potrei aiutarti?
Rebecca: No, Dario. Non ne voglio parlare.
Dario Matassa: Ok, hai ragione, sto insistendo troppo, scusami.
Visualizzato alle 19:40

Vorrei chiedere scusa per pubblicare a tre settimane dall'ultimo aggiornamento. Pensavo di finire questa fanfiction prima di riniziare l'università, ma evidentemente così non è stato e ovviamente capite chi abbia la priorità😂. Sto cercando di impegnarmi e continuare a scrivere, ma ho molto poco tempo, considerando che è imoortante anche dormire😂. A parte gli scherzi, probabilmente questa ff andrà un po' a rilento, nel senso che pubblicherò ogni tanto. Io spero vi continui a piacere e continuiate a seguirla.
Nel peggiore dei casi, magari la toglierò e magari la ripubblicherò quando sarà finita o comunque a buon punto, perché capisco benissimo sia fastidioso aggiornare ogni morte di papa. Scusate enormemente. Se vi va, fatemi sapere cosa preferite e se vi piace. Buona lettura e buon tutto. ❤

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