11. Riverenze

197 4 0
                                    

REBECCA'S POV

Mamma mia che ansia. Prima Dario, adesso in macchina con Nic. ANSIA. Già è imbarazzante la corsa in macchina con qualcuno che conosci ed è tuo amico, figurati con qualcuno che conosci poco e con cui non hai molta confidenza. Speravo che anche Nicolas fosse un tipo abbastanza estroverso come Dario, così magari avrebbe parlato lui e io avrei seguito i suoi discorsi.

No, non era un tipo di molte parole. Perlomeno in questa occasione.
L'ho raggiunto in pizzeria e l'ho aiutato a portare le pizze in macchina, però una volta entrati non è stato molto loquace. Il viaggio, d'altra parte, è stato piuttosto breve in macchina.

"Pronta? Ti avverto che siamo un branco di pazzi, eh" Mi chiede ridendo, tenendo le pizze con due mani.
"Beh, vi ho già visti in video e conosciuti nella realtà, non penso mi stupirei più di tanto."
"Scommettiamo?" Sposta un po' le pizze in modo da riuscire a tenerle con una sola mano e mi porge l'altra in segno di sfida.
"Serio? Okay, ci sto." Gli porgo la mia e ce le stringiamo.
"Cosa scommettiamo, però?"
"Non lo so. Soldi, penitenza o altro?"
"Niente penitenze, mi bastano quelle a cui mi sottopongono."
"Io proporrei di darti fuoco col kerosene." Rido, riferendomi ad uno dei commenti che loro stessi avevano notato, sotto uno dei loro video.
"Questo è kerosene, io mi do fuoco." Imita il gesto con la mano e ridiamo ancora di più, mentre lui, poi, suona il campanello.
"Allora?" Riprendo il discorso.
"Allora cosa?" Chiede Dario.
"Io e Nicolas abbiamo scommesso una cosa. Poi ti spiego. Spacca le mani piuttosto." Mi avvicino a Nic dopo aver poggiato le pizze che avevo in mano, sopra a quelle che aveva appena appoggiato lui.
"Sì, ma cosa scommettiamo?" Mi chiede
"Te l'ho detto, ti dai fuoco col kerosene." Rido ancora. "No, ok, scherzo, ovviamente. Non saprei, dimmi tu."
Si guarda un attimo intorno e poi mi fa "Una pizza. Se perdo, te la offro io; se perdi, me la offri tu" e sorride.
"Ci sto. Penso che si veda che non mi tiro indietro davanti al cibo." Sorrido, anche se in realtà mi ero praticamente, appena insultata, ma non importa.
"Dario, spaccala." Il classico terzo chiamato a dividere le due mani che avevano appena scommesso qualcosa.

"Rebecca, ma tu hai mangiato?" Mi chiede Tonno.
"Ho preso una pizza anche io, mi ero dimenticata il pranzo, così ho rimediato all'ultimo. Infatti, se vedi, le pizze sono sette e non sei."
"Ah, è vero. Non ci avevo fatto caso. Comunque, regaz, io direi di mangiare, poi magari cominciamo a filmare la sfida del make-up, che ne dite? Così ci avvantaggiamo." Tutti approvano.

Deve essere dura passare ore ed ore a filmare, montare, pubblicare, gestire i social media ecc. Però non era un brutto lavoro, secondo me. Ti dava anche quel livello di fama che niente non era. Magari io... Però, a pensarci bene, io ero più un tipo da star dietro la camera, perlomeno per ora. Se accettassi un po' di più il mio corpo, o lo migliorassi affinché mi sentissi un po' meglio nei confronti di me stessa, forse allora sarei pronta per stare davanti ad una telecamera.

Comunque, bando alle ciance, è ora di mangiare. Che ansia, però, anche qui, mangiare di fronte a tutti ed essere l'unica femmina presente.
Però, stavamo parlando di sei maschi: non credo rispettassero perfettamente il galateo, tanto meno credo che si limitassero di fronte ad una ragazza. Meglio, perché non volevo assolutamente creare disagio o imbarazzo. Ma non c'era problema, perché avevo ragione.

"Cesare, però sei un animale!" Dice Nelson, alzando un po' la voce, schifato.
"Dai che abbiamo anche una ragazza qui, oggi." Lo rimprovera Frank, indicandomi.
"Guardate che a me non fa schifo, eh. Non limitatevi per me."
"Apposto, zitti tutti che rutto quanto mi pare." Ride Cesare.
"Regaz, comunque, qualche birra potevate prenderla, eh." Ovviamente Frank.
"Infatti, raga." Concordo io, e non se lo aspettavano.
"Ma in frigo, forse ce n'è una. O anche due, non so, vai a vedere" Risponde Tonno.
Frank va e torna felice con una Peroni in mano. "Vuoi un goccio, Rebecca?" Che carino, me la stava offrendo.
"Sì, dai. Un goccio non fa male." Gli porgo il bicchiere e me ne versa un po'.

BOLO IN LOVE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora