6. Dead

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Non so se me le tiro o meno, ma secondo la legge del "mainagioia" che scandisce la mia vita, evidentemente il bar in cui lavoravo era il loro preferito perché me li ritrovavo spesso lì, anche a pranzo a volte. Ormai eravamo quasi amici perché li avevo conosciuti tutti e loro conoscevano me. Ancora, comunque, non avevo capito chi diavolo fossero quei due, Francesco e Nelson. Un nome così, una volta sentito, sicuramente non te lo scordi, ma scema come sono, proprio non mi veniva in mente. 

Comunque, non è che eravamo amici, tra noi c'era quel classico feeling barista-cliente, poi non erano tanto più grandi di me e questo facilitava il rapporto.
"Secondo te" mi chiede Dario, "qual è più bella? La torre degli Asinelli o la torre Garisenda?" okay, se mi avesse detto qualcosa in arabo avrei, forse, capito meglio.
"Ehm... di che stiamo parlando?" chiedo, evidentemente in imbarazzo.
"Ma come!?" mi risponde Nicolas "Non sai che le torri di Bologna si chiamano così?" Scuoto la testa, mi pare una risposta ovvia.
"Ma almeno un giro per bene per la città te lo sei fatta?" mi chiede Dario
"Sì, un po' ho girato." Giuro che se mi chiede un'altra volta se mi sono persa, è la volta buona che lo picchio.
"Eh, tocca farti ripetizioni di storia e geografia di Bologna." Bene, meno male.
"Beh, come vuole lei, prof... Aspetta, com'è che fai di cognome?"
"Matassa."
"Bene, come vuole lei, prof. Matassa." Rido. 
"Sì, sì, c'è bisogno di farti diventare bolognese a tutti gli effetti." Che premura.
Torno dietro al bancone, anche se stranamente non c'era nessuno, a parte loro, in quel momento. Ripenso alla proposta di Dario... cioè, non era una vera proposta, però una lezione di storia in giro per Bologna con quella voce profonda, me la farei volentieri.
A parte tutto, aveva una voce bella. Un momento... sapevo anche il cognome ora... buono a sapersi. Magari sbricio il suo profilo Instagram più tardi. 

Dopo un paio d'ore, quando ero tranquillamente a casa, nella mia stanza, decido di andare a stalkerare un po' il suo Instagram. Sempre che ce l'abbia... non è così scontato al giorno d'oggi.
Okay, sì, ce l'ha. Ha pubblicato un po' di foto, principalmente da solo o con il panorama. La battuta "Bolo Nord" non mi era sfuggita, ma tralasciamo. Ah, ma ha anche un tatuaggio sul braccio, chissà che strano disegno è... Cosa!? 60mila follower? Okay, le cose son due: o si era comprato così tanti follower, o aveva un certo livello di notorietà, che io ignoravo.
Cerco su Google "Dario Matassa" e mi escono i vari suggerimenti: libro, Instagram, altezza, compleanno, Twitter, podcast... Cerco su libri, ma l'unico che mi vien fuori è "Elementi di diritto comunitario. Diritto dell'unione europea", decisamente non è quel Dario Matassa. Provo a vedere su "podcast" e mi ritrovo praticamente sul suo sito, il suo blog. Non me lo sarei mai immaginata... Credevo fosse il sempliciotto bel ragazzo che ha fiumi di figa intorno... okay, scusate il francesismo, ricominciamo. Pensavo fosse il classico bel ragazzo sempliciotto e che se la tira perché piace a molte ragazze e lo sa. Invece, leggendo qua e là dal suo blog, pare molto più profondo e complesso.
Bene, questa cosa difficilmente mi uscirà dalla testa; se prima mi incuriosiva, adesso morirei dalla voglia di saperne un po' di più. Okay, intanto lo seguo su Instagram, per ora mi limito a guardare come fa il misterioso su quel social.

"Instagram: [CastleOfGlass]: @dariomatassa (Dario Matassa) ha iniziato a seguirti"
Ok, perfetto. Sicuro penserà chissà cosa. Sapevo che non avrei dovuto seguirlo, ma semplicemente guardargli il profilo ogni tanto, visto che lo ha pubblico. Ma chi pensava che tra tutti quanti i follower che sicuro riceve giornalmente, avrebbe visto proprio la mia notifica. Mai una gioia. Cioè oddio, sì, ero felice, ma adesso, veramente, chissà che strane idee avrà in mente. Oppure sono solo io che mi faccio idee strane. 

Sì, probabilmente sono io. 

[Tengo a specificare che quel nome Instagram non è mio e se esistesse, non è mia intenzione rubare l'identità, spero che vi piaccia. Piano piano compare sempre più spesso il nostro caro Dario eheh] 

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