1. It's hard to face, but the facts remains that, this is nothing new

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©MyrtaleEllery Questa storia è protetta dal diritto di copyright, ogni parola mi appartiene ed ogni copia, anche parziale, è considerata plagio e quindi punibile a norma di legge.

Disclaimer: non possiedo i My Chemical Romance e quindi non ho alcun diritto su di loro. Questa storia è opera di fantasia e non vuole trascrivere fatti reali. Non scrivo a scopo di lucro e - probabilmente - non vedrò un soldo in vita mia per tutto ciò.


Canzone: Almost Easy, Avenged Sevenfold

Alzò il viso al cielo: era scuro, denso di nuvole, in alcuni punti violaceo, in altri ferrose. C'era il sole, dietro lo spesso strato nebuloso, ma sembrava che si fosse spento.

Gerard Way sapeva cosa volesse dire stare senza luce solare per mesi, esposto solo a pallide luci artificiali; erano state settimane terribili, quelle. Si era sentito un automa, rilegato e lento ventiquattro ore su ventiquattro. Ma questo era accaduto anni prima, e volerlo ricordare avrebbe significato piangere raggomitolato sul pavimento.

Non ne aveva voglia.

Prese dalla tasca della giacca il pacchetto di Marlboro rosse e l'accendino.

Non era un mistero che fumare avesse delle controindicazioni, ma era anche vero che la nicotina aveva un effetto dipendente sulle persone: dopo i primi tiri, non potevi più farne a meno. Come la morfina.

Affrettò il passo: aveva ancora due chilometri da fare prima di arrivare a casa, e stava per diluviare.

Non era quel genere di persone che non erano contente se non avevano una vita perfetta, una casa perfetta, una fidanzata (o un fidanzato) perfetta. Non le sopportava, quelle persone. Noiose, lente, alla ricerca della bellezza in modo costante. Lui viveva per una sola ragione: l'arte.

L'arte era ovunque, per i suoi occhi, la vedeva nelle foglie secche rimaste saldamente attaccate agli alberi durante l'autunno, sicure del fatto che non volessero morire, che la loro ora non era ancora arrivata. L'arte ricopriva ogni oggetto, ogni superficie, se ti prendeva, ti intrappolava tra le sue spire e diventava una dipendenza. Come la nicotina.

Avere diciassette anni e tutti questi pensieri non era reputato "normale", dalla società, ma a Gerard Way non interessava nulla, di quello che pensavano i media. Non gli importava proprio per niente.

Non sapeva perché si fosse spinto così lontano da casa!

Probabilmente perché voleva fumare un po' lontano dal fratello di quattordici anni, e per guardarsi un po' attorno. Lui e la sua famiglia si erano trasferiti a Belleville da due giorni, non si erano spostati di molto, avevano sempre abitato a Newark, però il paesaggio era completamente cambiato. A Newark sembravano esserci solo palazzi ed edifici simili a quelli di New York, anche se meno alti. Belleville era più tranquilla anche se sapeva che il livello del bullismo e della violenza per le strade era molto più alto in quelle zone che nel resto del vecchio Jersey.

Una goccia gli cadde sul naso, facendogli alzare il viso pallido al cielo. Un'altra goccia gli bagnò il labbro e un'altra la fronte. Sorrise, per la prima volta da due giorni e prese nuovamente la sigaretta tra le labbra, inspirando il fumo. Chiuse gli occhi, rilassandosi.

La pioggia gli cadde sulle palpebre e sulle guance, leggermente all'indentro per tenere il fumo in bocca.

Meglio andare.

I piedi gli slittarono un po' sull'erba bagnata, le calze si inumidirono e così l'orlo dei jeans. Ormai gli mancavano solamente cinquecento metri, per arrivare a casa. Sempre che quella fosse la strada giusta da prendere.

Smoke gets in your Eyes - FRERARDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora