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-윤기

il cinguettio degli uccelli segnò il mio drastico risveglio dal mondo dei sogni. La sveglia suonava martellante le sei del mattino e il sole splendeva già spavaldo in quel mare di blu che era il cielo. Non avevo sinceramente la forza di svegliarmi e preferivo prendermi altri quindici minuti di sonno piuttosto che abbandonare il mio letto caldo dalle coperte color pece. Dopo un altra mezz'ora mi arresi al mio destino recandomi verso il mio armadio ,con ancora il piumone avvolto addosso. Non avevo minimamente idea di cosa mettermi e neanche ero tipo da organizzarmi zaino e vestiario prima di andare a dormire. Non ero un ragazzo precisino anzi il mio stile di vita non era per niente ordinario, più un ammasso di cose buttate a caso. Infondo la vita è cosi, come vanno le giornate vanno, programmarle a mio parere non ha minimamente senso.

Raccolsi da terra il mio zaino color bordeaux e ci buttai dentro il necessario senza preoccuparmi di mettere i libri in maniera ordinata, anche perché non ne avevo il tempo materiale. Infilai le mie inseparabili vans e in poco tempo mi avviai verso quella macchina distruttrice della creatività chiamata scuola.
Raggiunsi a passo lento la struttura, ieri facendo ricerche sul ragazzo che per sbaglio mi aveva scritto avevo scoperto che frequentasse la mia stessa scuola, bella botta di culo direte?
Misi due mani in tasca osservando la massa di ragazzi ,presente davanti al cancello dalla vernice scorticata color verdastro , che attendeva con poco entusiasmo il suono della campanella.
Cercai di superare tutta quella folla fino a raggiungere l'ampio cortile dove solitamente ci si radunava per ripassare dato la minor presenza di studenti e di confusione. Sapevo che Jimin si rifugiasse li, lo avevo gia visto un paio di volte farlo e quella mattinata non si fu da meno.
Intravidi, appoggiata a un basso muretto in pietra, la piccola figura bassa e minuta di nome Jimin. La sua chioma biondo cenere ricadeva perfettamente su quei suoi lineamenti angelici degni di un dio. Le sue folte e lunghe ciglia coprivano i suoi occhi, che in quel momento erano rigorosamente puntato in basso intenti ad osservare un libro, probabilmente stava ripassando. Il suo nasino era davvero piccolo e adorabile al contrario delle sue labbra piene e di un delicato color pesca, davvero meravigliose. Fui subito colpito dalla sua semplicità, indossava una felpa oversize beige e sotto dei semplici jeans attillati.

Non esitai oltre e mi avvicinai con molta tranquillità a lui assumendo un espressione tranquilla, -"buongiorno Jimin", più cercavo di apparire normale più la mia voce appariva terribilmente bassa a causa del risveglio avvenuto da poco.
All'udire della mia voce lo vidi subito alzare lo sguardo mostrandomi i suoi occhi ambrati dai riflessi quasi gialli, sembravano fatti di puro miele,non ne avevo mai visto degli occhi così innocenti.
-"buongiorno...saresti?"
-"ma come chi sono baby boy?", lo vidi subito sgranare gli occhi per poi cercare di riprendere in mano la situazione, "aspetta, aspetta, frequentiamo la stessa scuola? seriamente?" ridacchiai,era così adorabile.
Lo vidi roteare lo sguardo fingendosi scocciato, si notava stesse fingendo ,Park Jimin era conosciuto anche per la sua immensa bontà oltre che al suo bell'aspetto.
-"Dimmi un po'- senza pensarci due volte presi posto sul muretto accanto a lui incrociando le gambe, -quali sono i tuoi gusti?", ci fu un attimo di silenzio in cui quasi pensai fosse morto, -"riguardo cosa?", borbottò tra gli sbuffi, che domanda sciocca, -"non so, cibo, colore preferito, musica, vestiario".
Altro momento di totale silenzio che mi portò a voltarmi verso di lui, il suo sguardo non era molto tranquillo, anzi sembrava che quella domanda lo avesse piuttosto innervosito, -"non penso ti interessi e comunque non ho mai detto di aver voglia di parlare con te" ,mise un broncio fin troppo adorabile incrociando le braccia al petto per poi allontanarsi di qualche passo da me.
-"Sembri davvero un gattino spaventato, dai voglio solo conversare,dimmi qualcosa su di te".

Per mio dispiacere la fortuna quel giorno decise di stare dalla parte di Jimin lasciando che la campanella fermò definitivamente la nostra conversazione che anche volendo sembrava non star andando a parare da nessuna parte.
-"che peccato, devo proprio andare, ciao ciao", pronunciò velocemente rivolgendomi un piccoli inchino giusto per educazione.
Lo osservai allontanarsi e diamine quanto era carino mentre correva a testa bassa stringendo al petto i suoi libri.
Senza dare troppo nell'occhio finsi di star tranquillamente entrando quando in realtà seguii il biondino fino alla sua aula, sapere dove si trovasse sarebbe tornato utile per il prossimo passo della mia "missione".

Senza troppi problemi girai i tacchi correndo nella mia aula, quella vecchia di filosofia era sempre pronta a mettermi note per i miei ritardi continui e oggi non sarebbe affatto stata clemente.
Per fortuna riuscii a entrare in tempo, la mia aula era letteralmente dalla parte opposta della scuola e raggiungerla era davvero una missione ardua dato il fiume di persone presente nei corridoi.
Le sue ore parvero infinite, volevo solo che scoccasse la ricreazione per poter prendere una pausa da quella materia che a dirla tutta mi faceva solo schifo e non aveva davvero senso.
Il piano era semplice, cinque minuti prima della ricreazione avrei abbandonato l'aula con la scusa del bagno, che infondo era sempre una delle più plausibili, e mi sarei recato al bar. Li avrei preso qualcosa per Jimin, sinceramente non sapendo i suoi gusti sarei partito da una semplice donut al cioccolato e magari un frappé con panna e fragola. Successivamente sarei tornato al piano superiore e avrei portato il tutto al ragazzino.
È così feci, in men che non si dica scappai da quell'inferno di classe, presi il necessario al bar e ricercai l'aula del minore.
-"2B", lessi sottovoce la piccola targhetta argentata presente sulla porta prima di entrare definitivamente nell'aula.

Baby Boy  ➳ YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora