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Forse doveva andare così, forse no, fatto sta che mi ritrovai rannicchiato nel letto. Non feci neanche caso al pianto disperato e senza controllo, a cui mi sto abbandonando.
Vengo scosso dai singhiozzi, e continuo a tremare.

Non mi era mai successo di perdere il controllo fino a questo punto. Questo è un dolore che non ti permette di alzarti dal letto, che non ti fa prendere aria a causa del respiro irregolare, che ti fa sentire vuoto e senza più nulla.
Non avrei mai pensato di poterlo provare, sentire dei sentimenti per qualcuno è sempre stata una cosa che rinnegavo, odiavo l'amore e ora lo odiavo ancora di più.

Quella sera Jimin non mi scrisse. Quindi stavano davvero così le cose, mi aveva illuso e io ero riuscito a farmi ingannare.

La notte passò silenziosa. Il mio pianto era diminuito ma il sonno non aveva intenzione di collaborare.

Sentii la mia sveglia, non avevo davvero dormito neanche un minuto, la spensi infastidito dal rumore e mi alzai. Andare a scuola significava vedere Jimin e vedere Jimin significava ricordi e ricordi significa pensieri...sofferenza.

Mi ributtai a capofitto sul letto quando qualcosa mi balzò in testa facendomi riscattare in piedi.

"16 giorni."

Perché ancora lo stavo pensando? La sfida non era ancora terminata, avevo ancora molti giorni.

Questo certamente non cambiò il mio umore e, nonostante volessi vedere il meno possibile Jimin,quel giorno, mi diressi verso scuola.

Passai a un piccolo bar li vicino, presi una cioccolata calda e ripresi a camminare con la bevanda a scaldarmi le mani gelate.
Raggiunsi in poco tempo l'edificio scolastico ma di Jimin non vi era traccia. Spostai lo sguardo su tutto il cortile esterno fino a vederlo lì, seduto su un muretto, le mani in volto e le guance rigate da lacrime salate.

Baby Boy  ➳ YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora