39. Un capitolo Chiuso

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                 DYLAN POV        

Qualsiasi cosa dovrà succedere stamattina, questa storia deve finire.
E deve finire oggi perché non ho più intenzione di vederla stare così male.

Miriam rallenta fino a fermarsi, con lo sguardo fisso verso una casa di fronte a noi. Una donna si trova sulla soglia e, dal modo in cui sfrega le mani tra loro, sembra piuttosto agitata.
Quando si accorge di noi, sorride sollevata e ci raggiunge di tutto fretta. Abbraccia Miriam come se ne valesse della sua vita per poi rivolgere la sua attenzione a me.

"Tu devi essere Dylan. Io sono Margaret, la madre di Miriam"
Anche se non me lo avesse detto, sarebbe stato palese. Ha lo stesso sorriso di sua figlia. I suoi modi sono gentili e delicati come quelli di Miriam.

"Piacere mio, Margaret"
Mi sembra così assurdo e innaturale fare le presentazioni in questo momento.
Conoscere la famiglia della propria ragazza dovrebbe essere un momento emozionante. Ma in questa situazione, non potrei mai godermi tale momento.

"Mi dispiace che ci siamo dovuti incontrare in queste circostanze" risponde come se mi avesse letto nel pensiero.
"Entriamo in casa. Fa freddo qui fuori"

L'interno è accogliente. Ma sebbene ci sia un albero e qualche addobbo natalizio sparso per il salone, manca quell'atmosfera che dovrebbe respirarsi durante le festività.
Inoltre, non posso che chiedermi dove sia il padre di Miriam.

"Dylan posso offrirti qualcosa?"
Margaret sembra molto più agitata di noi o forse, semplicemente, non è brava a nasconderlo.

"No grazie signora. Sto bene"
A pensarci, la situazione non deve essere facile nemmeno per lei. Scoprire da un giorno all'altro che tua figlia è stata picchiata per anni da un uomo che consideravi come un figlio, deve essere devastante.

"Hai notizie di James? Come mai non si è ancora fatto vedere?" chiede Miriam a sua madre. Qualsiasi traccia di gentilezza è scomparsa nella sua voce. È stanca. Ora vuole solo che tutto questo finisca.

Margaret sembra in difficoltà ogni secondo di più. E, data anche l'assenza di suo marito, ho paura che questo non sia un buon presagio.

"Tesoro sediamoci sul divano. Parliamo con calma.."

"Sono stanca di parlare con calma" urla Miriam, ormai fuori di sè, sull'orlo delle lacrime.
"Dove si trova mio padre e perché non è qui?"

La raggiungo velocemente e la abbraccio sussurrandole di calmarsi.

"Calmati. Respira a fondo, ci sono io"
Continuo a sussurrarle queste parole sperando che siano abbastanza.

"Ce la faremo"

Ce la faremo.
Non ne sono più tanto sicuro. Capisco perché Miriam, dopo tanto tempo in cui è stata forte, sia crollata proprio adesso.

Dopo la chiamata di sua madre, si aspettava di arrivare qui e di trovare la sua famiglia. Che suo padre e James, i primi a non averle creduto, si fossero accorti del loro errore e l'avrebbero sostenuta.
Invece, l'hanno delusa ancora una volta.

Miriam si asciuga le lacrime, senza allontanarsi da me.

"Solo oggi mamma. Se entro oggi, mio padre non mi dimostra di avere fiducia in me, ho paura che ci sia poco da fare per il nostro rapporto"

Contrariamente alle mie aspettative, Margaret annuisce. Dopotutto, credo che anche lei sia rimasta fortemente delusa dall'atteggiamento di suo marito.

Restiamo in silenzio fino a quando la porta non si apre e, quello che credo essere il padre di Miriam, entra nella stanza.

Quando il suo sguardo incontra il mio e quello di sua figlia, impallidisce come se avesse visto un fantasma.

Eppure mi hai stravolto la vita (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora