Incredibile quando più ti sforzi a evitare un pensiero più questo ti si insinua nella mente, impedendoti di fare altro.
Mi distendo sul letto cercando, senza successo, di concentrarmi sulla relazione che dovrei stilare.
Nulla da fare.Giro e rigiro i fogli tenuti insieme da una graffetta sull'angolo in alto, senza prestare reale attenzione a ciò che sto facendo e, ancora di meno, a ciò che dovrei fare.
Sono passati ormai 3 giorni da quella assurda sera da Monet.
Quando sono rientrata nel locale insieme a Dylan, Cecilia è corsa felice tra le braccia di suo zio e io mi sono seduta silenziosamente al mio posto.
Giusy e Tyler non si erano resi conto che qualcosa non andasse e hanno continuato a ridere a scherzare.Ma io non riuscivo più a rilassarmi e a godermi la serata. Mi sentivo in colpa per essermi intromessa.
Osservavo Dylan. E il suo volto era teso, il suo sguardo perso e pensieroso. Più volte sembrava non stesse con noi e che la sua mente lo portasse altrove, in un altro luogo.
Per tutta la serata mi sono chiesta il motivo di quel velo di tristezza che leggevo nei suoi occhi e che si dissolveva solo quando Cecilia si girava a guardarlo e gli sorrideva.Un leggero colpo alla porta mi distoglie dai miei pensieri. Lascio i fogli sul cuscino, sollevata dalla possibilità di prendermi una pausa. Non che la meritassi, data la mia totale improduttività da quando mi sono svegliata.
Esco dalla mia stanza e percorro velocemente il corridoio. Di sicuro Giusy avrà dimenticato qualcosa prima di andare al lavoro.
Ma resto pietrificata quando non mi trovo davanti alla mia migliore amica.
"Ciao"
Dylan mi saluta timidamente quando apro la porta.
I suoi grandi occhi marroni passano in rassegna la stanza dietro di me per poi incontrare i miei. Sembra a disagio."Ciao"
Cerco di mostrarmi accogliente ma il mio tono di voce rivela il mio stupore."Scusa io... sono passato in laboratorio ma Ian mi ha detto che avevi preso un giorno libero"
Perché mai avrebbe dovuto cercarmi ?
La sensazione di smarrimento che ho provato quando l'ho visto da Monet, ritorna prorompente."S-si.. devo lavorare a una relazione"
Vedo Dylan abbassare lo sguardo, evidentemente imbarazzato per la sua improvvisata.
"Scusami.. non volevo interrompere il tuo lavoro. Magari torno un'altra volta"
Infila le mani nelle tasche dei jeans e si volta, deciso ad andarsene.
Prima che possa rendermene conto, esco davanti al pianerottolo e lo chiamo."No Dylan aspetta"
Lui si gira verso di me: il suo sguardo speranzoso mi provoca un leggero brivido lungo la schiena, accentuato dal vento fresco della mattina.
"Come mai sei venuto?"
Resta immobile davanti alla porta, con le mani in tasca e gli occhi fissi su di me."Ti va se.. facciamo un giro?"
Quando finalmente mi parla, mi accorgo di star trattenendo il respiro.
Annuisco e rientro in casa per prendere le chiavi e il telefono dal mobile, dopo di che chiudo la porta alle mie spalle.Iniziamo a camminare lungo la strada del mio quartiere, quasi deserta. Non c'è molto movimento oggi, a parte una ragazza che ci è sfrecciata davanti facendo jogging e un bambino paffutello con uno yorkshire al guinzaglio.
Cerco di concentrarmi sul paesaggio e sui suoi più piccoli dettagli, che tra l'altro non avevo mai notato prima, per sopprimere la moltitudine di sentimenti contrastanti che sto provando in questo momento.
La curiosità per ciò che Dylan vuole dirmi mi sta divorando.
Il senso di colpa per avergli chiesto di sua sorella continua ad attanagliarmi.
Tuttavia, ogni volta che sono con lui provo una serenità per me rara.
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Eppure mi hai stravolto la vita (IN REVISIONE)
ChickLitCOMPLETA Miriam è una ragazza molto semplice che vive la sua vita con la solita routine. Dopo essersi laureata, si è trasferita a Londra per iniziare una nuova vita. Ma quando incontra Dylan qualcosa cambia dentro di lei. Sente il bisogno di avere...