"L'altezza è il tuo forte ma direi che il buio non è tuo alleato"
Sento Dylan avvicinarsi ma, quando mi tocca il braccio per farmi voltare, li spingo via allontanandomi.Mi fissa scioccato.
"Miriam che è successo? Stai.. tremando?"
Mi guardo intorno spaesata, cercando con tutte le mie forze di reprimere l'attacco di panico in arrivo. Ma la stessa folla che prima aumentava il mio entusiasmo, ora mi soffoca e mi fa sentire sola.
È bastato così poco.. Quando finirà tutto questo?"I-io ho.. Ho sentito che mi hai lasciato la mano e ti ho seguita. Pensavo che avessi avuto paura" continua Dylan, tenendosi a distanza. Il suo sguardo si contrae maggiormente per la preoccupazione.
Mi chiedo cosa pensi di me adesso. È la seconda volta che mi vede stare male e, in entrambi i casi, non gli ho dato alcuna spiegazione.
"Scusami io.. io pensavo di stringere la mano di Ian" mi giustifico scioccamente. Mi stringo tra le braccia, cercando di controllare la mia ansia."Non devi scusarti perché mi tenevi la mano"
Dylan si avvicina cautamente a me.
"Va tutto bene.. era solo una finzione. Non c'è motivo per avere paura"Un motivo c'è. E mi perseguita ovunque io vada.
I ricordi continuano ad apparirmi davanti agli occhi, colpendomi come un fulmine e mi impediscono di parlare. Se lo facessi, probabilmente non riuscirei a fermare le lacrime.In quel momento, vedo Ian uscire dal vagone con Giusy e Tyler. Mi rivolge un veloce sguardo ma sufficiente per capire il mio stato d'animo e, soprattutto, la causa. Tra noi è sempre stato così.
Corre verso di me, non prestando attenzione a niente altro, e mi accarezza delicatamente il braccio.
"Tranquilla, ci sono io. Ci siamo solo noi qui. Respira" mi sussurra dolcemente, spostando l'altra mano sulla mia guancia.Ma lo sguardo interrogativo e preoccupato di Dylan, non allenta la mia pressione. Supplico Ian con lo sguardo di allontanarci e lui annuisce.
"Ragazzi portò Miriam a bere qualcosa" dice voltandosi verso il gruppo.
"Possiamo incontrarci tra poco al ristorante all'incrocio"Vedo Giusy annuire, seguita da Tyler. So che ha capito la situazione: quando mi sono trasferita a Londra, gli attacchi di panico e le crisi di pianto erano molto frequenti. Con il tempo, e la fiducia verso i miei amici, avevo imparato a gestirli. Ma è bastata una sua chiamata per dare di nuovo inizio a tutto.
Comunque Dylan non acconsente.
"Miriam? Vuoi che venga con te? " mi chiede sporgendosi dalla spalla di Ian."Nono va tutto bene" rispondo con tutta la convinzione che riesco a racimolare. "Vi raggiungiamo tra poco"
Mezz'ora dopo, io e Ian raggiungiamo il ristorante a tema west vicino al chiosco, all'incrocio indicato in precedenza agli altri. Parlare liberamente con lui mi ha aiutata a calmarmi ma, allo stesso tempo, mi sono sentita in colpa per Dylan: lui voleva solo aiutarmi e io l'ho respinto senza dargli nemmeno una spiegazione.
Mi sarei aspettata di vederlo amareggiato nei miei confronti invece, quando entro nel ristorante con Ian e raggiungo il tavolo dove siede con Giusy e Tyler, mi rivolge un sorriso. Si alza per spostare la sedia dal tavolo e farmi sedere, come un vero gentiluomo.
"Stai meglio vero?" sussurra mentre gli passo accanto.
"Si anzi.. devo chiuderti scusa per come.."
"Non ricordi?" mi interrompe lui confondendomi.
"Ti avevo detto di non scusarti mai con me"La stessa cosa che mi ha detto quando mi ha vista piangere per la prima volta.
Una semplice frase che racchiude così tanti significati.
Ha cercato di aiutarmi e, nonostante il mio comportamento, non ha preteso spiegazioni per il mio rifiuto. Anzi, ha trovato il modo per mostrarsi dolce, come è sempre, e comprensivo.
Gli sorrido grata e mi siedo al tavolo.
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Eppure mi hai stravolto la vita (IN REVISIONE)
ChickLitCOMPLETA Miriam è una ragazza molto semplice che vive la sua vita con la solita routine. Dopo essersi laureata, si è trasferita a Londra per iniziare una nuova vita. Ma quando incontra Dylan qualcosa cambia dentro di lei. Sente il bisogno di avere...