37. Alle terme

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Siamo ripartiti e ho appena finito di parlare al cellulare con Bea, visto che Nelson è fuori città con i rovere, mi ha chiesto di andare a cena. Se fossi stata a casa, sicuramente sarei andata con lei ma sto decisamente meglio qui, in compagnia di Cesare.

"Che voleva?"

"Se le facevo compagnia visto che Nelson è via."

"Non lo sapeva che sei con me?"

"No, non le ho detto niente e credo che neanche tu l'abbia detto a Nelson."

"Da cosa l'hai capito?"

"Dal fatto che nessuno dei due ci ha chiesto nulla di questa uscita. Di sicuro se uno dei due lo sapeva lo avrebbe detto all'altro e stai pur sicuro che ci avrebbero fatto l'interrogatorio" dico ridendo e contagiando anche lui.

"È proprio per questo che non ho detto niente a Nelson."

"Tanto preparati, l'interrogatorio è solo rimandato! Quando sapranno di oggi, vorranno tutti i dettagli."

"Nooo, Nelson non è mica curiosoooo" e dicendolo fa un'espressione così buffa che mi vengono anche le lacrime agli occhi a furia di ridere.

"No, infatti, si accerta solo che quello che racconto io a Bea sia uguale a quello che gli racconti tu" gli dico quanto riesco a riprendere un po' di fiato ma senza riuscire a smettere di ridere del tutto.

In circa mezz'ora arriviamo alle terme, dopo aver parcheggiato e fatto il cambio di borse, entriamo nello stabilimento.

Le piscine termali in realtà sono dei veri e propri laghi all'interno di un grande parco, l'ambiente è già bello ora che siamo in inverno, mi immagino come possa essere in primavera con le piante fiorite. Dopo una bella passeggiata nel parco, arriviamo allo stabile con gli spogliatoi.

"Ci vediamo all'ingresso del lago" mi dice prima di entrare nella zona degli uomini

"Ok, a tra poco."

Mentre mi cambio ripenso a quanto, fin'ora, è stata bella questa giornata, sono un po' stanca ma stare da sola con lui per un giorno intero vale tutte le fatiche del mondo. Vorrei proprio che questa giornata non finisse mai.

Quando esco dallo spogliatoio, Cesare mi sta già aspettando; lasciamo gli accappatoi ed entriamo in acqua.

"Vieni, usciamo fuori." mi dice dopo che ci siamo abituati alla temperatura dell'acqua.

Seguo Cesare all'esterno e ci ritroviamo in un grande lago all'aperto, grazie alla temperatura dell'acqua, in contrasto con il freddo di gennaio, delle nuvole di vapore si alzano dalla superficie che, combinate alla luce sempre più debole del crepuscolo, ne fanno un luogo magico.

"Wow, ma è uno spettacolo"

"Sono contento che ti piace"

"Da morire, sembra di essere in una favola."

La sera è scesa rapidamente e ormai è buio, l'illuminazione, posta sia fuori che dentro l'acqua, crea una luce soffusa che contribuisce a rendere tutto ancora più suggestivo che di giorno

Sto nuotando e sento che l'affaticamento alle gambe a poco a poco diminuisce, sicuramente per effetto dell'acqua calda.

"Avevi ragione a dire che venire qui ci avrebbe rimesso in sesto" dico convinta che Cesare sia poco dietro di me.

Non sentendo risposta, mi fermo e mi giro ma non lo vedo, provo a chiamarlo cercando di guardarmi intorno ma, a causa del vapore, non riesco a vedere a più di pochi metri di distanza.

"E ora come lo ritrovo?" mi chiedo mentre scorgo vicino a me una grotta illuminata "Forse è entrato lì"

Entro e provo a guardare se lo vedo ma nulla, di lui non c'è traccia; decido di tornare fuori per vedere se lo trovo. 

A volte le favole diventano realtà      |Cesare Cantelli|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora