35. Un invito inaspettato

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Sono uscita dal lavoro e adesso sono in centro a fare due passi. Mentre cammino ripenso a quello che mi ha detto Bea "Pensa in modo diverso", ci provo e mi vengono in mente tante cose, tanti piccoli gesti, sguardi, battute... possono significare tanto o niente. Non riesco a capire se lo fa solo perché gli piace scherzare, neanche se provo a pensare in modo diverso. Ho paura a sbilanciarmi troppo, non voglio illudermi e non voglio neanche perderlo come amico.

Mi sto arrovellando il cervello quando noto due persone sotto i portici che stanno camminando in direzione opposta alla mia, sono un uomo e una donna sulla settantina, non hanno fretta, sembra che si stiano godendo la passeggiata. Li osservo man mano che ci avviciniamo cogliendo sempre più particolari, stanno conversando, probabilmente lei ha detto qualcosa di divertente perché lui sta ridendo. L'ultima cosa che mi colpisce, prima di incrociarci, sono le loro mani strette l'una nell'altra, mi viene da sorridere e penso che è quello che vorrei anch'io, un amore grande, intenso che resista al passare degli anni.


Cesare

Sono a casa con Nelson che sto lavorando al computer

"Quando hai intenzione di parlare a Chiara?"

"Non lo so Nelson, non ho ancora deciso."

"Mi dici cosa aspetti? Sono mesi ormai che sei cotto."

"Già e in questi mesi siamo diventati sempre più amici, era meglio quando ci conoscevamo appena."

"Perché?"

"Perché non c'era l'amicizia di mezzo a complicare le cose."

"Tutte stronzate! Pensa a me, per quanto tempo io e Bea siamo stati solo amici prima di metterci insieme? Non sempre l'amicizia è un ostacolo, può anche aiutarti a capire se una ragazza fa per te invece di fare un salto nel buio."

"Forse hai ragione, in questi mesi ho imparato a conoscerla meglio e ho capito che è proprio lei che voglio."

Nelson continua a parlare ma non lo sento più, penso a Chiara, penso che voglio stare con lei, vorrei baciarla, vorrei stringerla a me e non lasciarla andare via più...

"Ohi Cesu, ma mi ascolti?" mi chiede Nelson riportandomi alla realtà

"Scusa, ero sovrappensiero. Cosa mi dicevi?"

"Ti dicevo se puoi finire di montare tu il video, vorrei passare la serata con Bea visto che domani vado via con i rovere."

"Sì, ci penso io, tranquillo."

"Grazie"

Per tutto il resto del pomeriggio abbiamo lavorato ai video fino a che Nelson, poco prima di cena, se ne va. Mangio qualcosa e mi rimetto a lavorare al pc, poi mi viene un'idea, lascio perdere quello che sto facendo e prendo il cellulare.


Chiara

Sono sul divano che sto leggendo, una serata di relax con un libro, una coperta sulle gambe e una tazza di tè fumante. Sono immersa nella lettura quando mi squilla il cellulare.

"Ciao Cesi"

"Ciao, ti disturbo?"

"No, sono sul divano a leggere."

"Che leggi di bello?"

"Un romanzo di Ken Follett"

"Lo conosco, ho letto un paio di libri suoi. Senti, ti ho chiamata per chiederti una cosa."

"Dimmi"

"Ho bisogno di staccare, vorrei andare fuori città per una giornata ma Nelson per un po' di week end è impegnato con i rovere. Ti andrebbe di farmi compagnia?"

"Solo noi due?" chiedo mentre il cuore inizia a battermi forte

"Non ti mangio, prometto!" mi dice ridendo

"Tanto ti andrei di traverso" dico ridendo anch'io cercando di mascherare l'agitazione "Va bene, quando e dove?"

"Sei libera sabato?"

"Dovrei accompagnare mia nonna a fare spesa ma mi organizzo. Domani mattina la chiamo e ce la porto quando esco dal lavoro."

"Possiamo rimandare se è un problema."

"No, no. Non sarebbe la prima volta che ce la porto il venerdì pomeriggio. Dove mi porti?"

"Avrei pensato di andare a fare una bella camminata e poi, per riprenderci, un salto alle terme."

"Wow, partiamo all'avventura. Mi piace. A che ora vuoi partire?"

"Per arrivare ci vogliono un po' più di 2 ore. Facciamo 7.30 / 8?"

"Vada per le 7.30."

"Perfetto, allora ci vediamo sabato mattina"

"Ok. Buonanotte Cesi"

"Buonanotte anche a te"

A volte le favole diventano realtà      |Cesare Cantelli|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora