36. Da soli

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È sabato e sono le 6.30, ho messo la sveglia presto per prepararmi con calma, oggi io e Cesare andremo in montagna dal soli. Non ho detto a nessuno di oggi, neanche a Bea, e credo che non l'abbia detto neanche lui, se ne avesse parlato con Nelson di sicuro lo avrebbe detto a Bea e lei mi avrebbe chiamato.

Mentre sono sotto alla doccia inizio a fantasticare su cosa potrebbe succedere, poi però decido di rimanere con i piedi per terra, non voglio fare programmi, sarà quel che deve essere.

Vado in camera ed inizio a vestirmi.


Cesare

Sono le 6, mi alzo e vado a farmi una doccia. Oggi sarei dovuto andare in studio ma ho inventato una scusa con i ragazzi, non volevo dirgli che uscivo da solo con Chiara, avrebbero cominciato a chiedere e non voglio svelare i miei sentimenti per lei. Neanche a Nelson ho detto niente, lui invece mi avrebbe mandato messaggi per tutto il giorno per sapere se le avevo parlato.

Quando sono pronto prendo lo zaino e, prima di uscire di casa, le mando un messaggio per avvisarla che sto partendo.


Chiara

Sto chiudendo lo zaino quando mi arriva un messaggio, è Cesare che mi avvisa che sta partendo da casa. A quest'ora non dovrebbe metterci più di una ventina di minuti ad arrivare quindi finisco di prepararmi e scendo ad aspettarlo. Sta arrivando quando esco dal portone, mi avvicino alla macchina e apro il bagagliaio per mettere la sacca con le scarpe da trekking e la borsa con il necessario per le terme, lo zaino invece lo tengo con me.

"Buongiorno" gli dico quando salgo in macchina

"Buongiorno a te"

"Allora, dove andiamo di preciso?"

"Lo vedrai quando arriviamo" mi dice con aria furba.

Dalla direzione che prendiamo in autostrada capisco solo che andiamo verso Parma, ma le variabili sono tante.

Sono quasi le 10.30 quando, finalmente, parcheggiamo l'auto.

"È da quando mi hai chiamato che faccio ipotesi, ma giuro che non avevo capito che mi avresti portata qui." dico mentre sto mettendo le scarpe da trekking.

"Sono stato bravo a mantenere il segreto" mi dice mentre mi sorride.

Ci incamminiamo lungo la strada per poi prendere un sentiero. L'itinerario che ha scelto Cesare dovrebbe essere percorso in 3 ore ed è classificato come "facile"; lungo il sentiero ci sono molti cartelli didattici che descrivono la flora e la fauna di questi luoghi. Ogni tanto mi fermo per leggerne uno, sia perché veramente mi interessano sia per riposare un po'. Nonostante la temperatura intorno ai 7°, il sole, l'assenza di vento e la fatica aiutano a non sentire freddo, mi sono anche alleggerita per non sudare troppo.

Siamo circa a metà percorso quando il sentiero smette di salire e ci ritroviamo su un pianoro; poco distante notiamo un paio di tavoli e ne approfittiamo per fermarci a mangiare i panini che ci siamo portati.

"Allora, ti piace?" mi chiede mentre stiamo mangiando

"Molto, guarda che panorama!" dico mentre indico intorno a noi "E poi, quando è buona la compagnia, si sta sempre bene. Grazie per avermi portata con te."

"Grazie a te per essere venuta." mi dice con un grande sorriso "Avevo voglia di camminare e volevo farlo con qualcuno che l'apprezza come me."

Poco dopo ripartiamo, prima che ci prenda il freddo e la stanchezza

Quando arriviamo all'auto inizio ad essere stanca, abbiamo percorso circa 4 km.

"Ti va qualcosa di caldo?"

"Quasi quasi"

Finiamo di cambiare le scarpe e andiamo verso il bar che c'è poco distante dal parcheggio; prendiamo entrambe una fetta di torta e del tè caldo.

Siamo appena risaliti in macchina quando mi squilla il telefono

"Ciao, ti disturbo?" mi chiede Bea

"No, tranquilla, dimmi tutto"

"Visto che Nelson è via con i rovere, ti va di andare a cena insieme stasera?"

"Mi piacerebbe ma sono fuori città, credo che tornerò tardi."

"Oddio, scusa, non lo sapevo. Allora ti lascio andare. Ci sentiamo domani?"

"Sì, certo. Ciao Bea"

A volte le favole diventano realtà      |Cesare Cantelli|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora