7. Al concerto dei rovere

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È arrivato sabato. Questa mattina mi sono dedicata a fare un po' di faccende in casa. Durante la settimana, quando torno da lavorare, non ho sempre voglia di riordinare e le cose si accumulano, per fortuna la casa non è grande e in un paio d'ore ho fatto tutto. Ne ho approfittato anche per andare a fare spesa.

Guardo l'ora, sono quasi le 15, devo iniziare a prepararmi che tra un'oretta passa Cesare a prendermi.

Mentre mi vesto provo a chiamare Mirko.

"È urgente? Sono un po' impegnato"

"No, scusa, volevo solo dirti che stasera vado al concerto del ragazzo di Bea. Semmai ci sentiamo dopo."

"Ho una cena di lavoro con dei possibili clienti, non so se potrò rispondere"

"Ok, allora in bocca al lupo."

"Crepi, ora vado che mi chiamano. Divertiti."

Per stare comoda ho messo un paio di jeans, una canotta e le scarpe da ginnastica, per sicurezza prendo anche una felpa leggera con la zip; siamo quasi a fine giugno ma a volte la sera è ancora fresco.

Mi guardo un'ultima volta allo specchio e scendo, Cesare sta per arrivare, visto che è sempre difficile trovare parcheggio sotto casa mia, preferisco aspettarlo sotto; neanche 10 minuti ed eccolo arrivare.

"Pronta?"

"Pronta ed emozionata. Non sono mai stata a sentire l'esibizione di un mio amico, anzi, a dirla tutta, Nelson è il primo amico che ho che canta in una band"

"È successo anche a me la prima volta. Vedrai che ti divertirai! Ma ti avverto, l'emozione non passa" mi dice ridendo.

Passiamo da Tonno e poi via, verso la nostra meta. Per fortuna in autostrada non c'è tanto traffico e in poco più di un'ora siamo arrivati. La festa è allestita in un'area alle porte del paese, a quest'ora non c'è molta gente, solo chi lavora agli stand, perciò riusciamo a parcheggiare dietro il palco vicino al furgone della band. Scendiamo e andiamo verso il palco, i ragazzi sono impegnati con il sound check; noto Bea seduta all'ombra e mi dirigo subito verso di lei.

"Credevo che sareste arrivati più tardi."

"Cesare è voluto partire presto, credo che avesse paura di trovare casino in autostrada."

"Allora, sembra che le cose tra te e Mirko vadano meglio. Quando torna?"

"Martedì, se non ci sono cambiamenti."

Stiamo parlando del più e del meno quando i ragazzi ci chiamano, hanno finito e vogliono andare a prendere qualcosa da bere e mangiare, giusto per fermare un po' lo stomaco, la cena vera e propria la faremo dopo che hanno suonato.

È incredibile quanto passi velocemente il tempo quando sei in buona compagnia e in breve tempo arriva l'ora che i ragazzi si vadano a preparare.

L'area della festa ha iniziato ad animarsi, molte persone sono già in fila alle casse degli stand o ai tavoli che stanno cenando; davanti al palco gruppi di ragazzi si avvicinano in attesa che inizi il concerto. Sono stata a tante feste di paese ma non mi sono mai soffermata ad osservarle con attenzione; vista da questa prospettiva, ha un che di strano, oserei dire affascinante. All'improvviso arrivano Nelson e gli altri, sono pronti a salire sul palco. Mentre gli sto sorridendo sento una mano che afferra la mia, mi giro.

"Vieni con me" mi dice Cesare mentre mi tira "andiamo davanti, così vedi meglio"

Lo seguo, usciamo dall'area delimitata per la band e ci addentriamo in mezzo ai ragazzi esultanti.

Vedere Nelson e gli altri sul palco, e come reagiscono i ragazzi che sono venuti a sentirli, mi provoca una scarica di adrenalina, il cuore mi batte forte, stringo la mano di Cesare e lo guardo sorridendo poi torno a fissare il palco. Conosco bene le loro canzoni e, giusto il tempo di un paio di accordi, mi ritrovo anche io, come tutti gli altri intorno a me, a cantare a squarciagola.

Finito il concerto, torniamo dagli altri.

"Dove eravate finiti?" ci domanda Tonno.

"L'ho portata davanti al palco."

"È stato fantastico!" sono ancora elettrizzata e si vede.

Andiamo dai ragazzi per festeggiare insieme poi, mentre tutti aiutano a smontare e caricare il furgone, io provo a chiamare Mirko ma senza successo, il telefono è sempre non raggiungibile, alla fine gli mando un messaggio e vado ad aiutare anche io. Una volta finito di sistemare tutto, andiamo a mangiare.

È tardissimo quando ci mettiamo in macchina per tornare a Bologna, sono stanca morta ma felice, ho passato veramente una bella serata.

A volte le favole diventano realtà      |Cesare Cantelli|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora