Capitolo 6

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Appena mi girai, Giulia mi era addosso: "Questo" disse, prima di baciarmi in bocca.

Mi prese completamente alla sprovvista. Spalancai gli occhi dallo stupore. Poi sentii delle urla vicino a noi che mi riportarono alla realtà, staccando Giulia da me.

Delle mie "fan" avevano visto tutto ed erano rimaste scioccate, anche più di me, in quel momento. L'avevo fatta grossa.

"Che cazzo ti prende???" urlai indignato.

Giulia scappò via piangendo, spaventata dalla mie urla.

Entrai di corsa in camera mia, in preda alla rabbia e alle lacrime. Che diavolo stava succedendo? Ero furioso con Giulia perché mi aveva baciato e disperato perché era successo, come diavolo lo spiegavo a Gaia?

La cosa assurda era che anche se il bacio non era stato dei migliori, dentro di me avevo sentito qualcosa di strano in quel momento, ma non riuscivo a capire cosa. Forse... mi era piaciuto? No, non può essere. La verità è che mi mancava Gaia e stare con lei quindi probabilmente un qualsiasi rapporto mi faceva stare bene? Non ne avevo idea. Da quando eravamo fidanzati, io e Gaia non eravamo mai rimasti così lontani come adesso. La sua lontananza mi faceva stare male, mi sentivo come se mancasse una parte di me.

Intanto, mentre piangevo in preda ai sensi di colpa, iniziò a suonare il telefono: era Gaia!

"E ora che gli dico??"

"Pronto?" risposi, cercando di trattenere le lacrime.

"Ciao amore mio! Tutto bene?" chiese Gaia, che sembrava molto felice.

"Ehm...sisi... Tutto bene, te invece?"

"Benissimo! Mi hanno offerto di fare un servizio fotografico per dei nuovi costumi bellissimi!"

"Ah... bene bene, sono contento per te" risposi, mentendo.

"Sicuro che non ti dà fastidio che posso seminuda? Se non ti va bene rifiuto, basta che me lo dici, davvero, non c'è problema!"

"Nononono, tranquilla Gaia, fai pure quello che ritieni opportuno per la tua carriera, non voglio esserti d'intralcio, davvero, non ti preoccupare".

"Mino, tu non sei e non sarai mai d'intralcio per me, io ti amo e non vorrei stare con nessun'altro se non con te, qualsiasi cosa accada, qualsiasi sia la distanza che ci separa, per un motivo o per l'altro, sarai sempre nel mio cuore" rispose Gaia.

"Ti amo Gaia" risposi, mentre iniziavo a piangere. Le sue parole erano bellissime, ma mi facevano sentire ancora più in colpa per quello che era appena successo.

Dopo averci augurato la buonanotte, chiusi la chiamata e continuai a piangere nel mio letto, prima di addormentarmi, sopraffatto dalla stanchezza.

Sabato 11 Agosto

La notte era stata un tormento, continuavo a pensare ancora a quel maledetto bacio che mi aveva dato Giulia ieri sera, da una parte ero affranto e mi sentivo in colpa, ma d'altra sentivo una strana eccitazione, e l'avevo sentita anche durante quel momento.

Immerso nei miei pensieri, mi preparai per andare a fare colazione. Davanti alla porta della mia camera c'era un biglietto. Perplesso, lo presi in mano per leggerlo. Spalancai gli occhi alla lettura di quel messaggio:

"Il tuo tempo sta per scadere".

Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata, la paura mi aveva bloccato sulla soglia della camera.

"Sarà uno scherzo" pensai, sorridendo nervosamente, buttando via il bigliettino in un cestino. Non era il caso di farsi più complessi mentali di quelli che mi stavo già facendo.

Mi incamminai con passo incerto verso la sala conferenze, mentre le stesse ragazze che ieri mi urlavano dietro come se fossi un vip mi guardavano malissimo.

Quando entrai nella sala conferenze la musica non era cambiata. Appena mi sedetti al solito posto, Natasha mi guardò, poi mi tirò uno schiaffo in pieno viso: "Vergognati" urlò, alzandosi per cambiare posto.

Dopo pochi istanti, arrivò Giulia. "Ehi, che succede qui?" disse in modo autoritario.

"Stai zitta, razza di oca" rispose Natasha a muso duro.

"Come scusa? Puoi ripetere?" rispose Giulia, incredula, sorridendo a fatica, persino lei stava perdendo il controllo.

"Hai sentito bene, troietta" rispose Natasha, riducendo la distanza che la separava da Giulia.

Dopo pochi istanti, scoppiò una rissa che non avevo mai visto in vita mia. Due ragazze si stavano picchiando di santa ragione davanti ai miei occhi. Tutta la gente in sala corse a vedere cosa stava succedendo, ma nessuno intervenne per fermare l'accaduto, anzi, c'era qualcuno che stava anche riprendendo la scena con il telefono, mentre io guardavo allibito quello che stava succedendo.

Dopo un minuto, alcuni dei ragazzi di Marco accorsero per placare Giulia, che stava riempiendo di botte Natasha, che aveva avuto la peggio. Anche troppo, stava sanguinando vistosamente dalla bocca.

"Non accetto simili comportamenti dai miei collaboratori, vattene Giulia, sei licenziata!" urlò Marco, che era salito sul palco e aveva capito cos'era appena successo.

Giulia venne scortata fuori da due collaboratori di Marco, mentre lei urlava in preda alla rabbia e alla disperazione di essere appena stata licenziata. Intanto, Natasha era stata scortata fuori da altri due ragazzi per essere curata.

"Ehm...dunque, oggi guarderemo come fare marketing online, pronti??" chiese Marco al pubblico, facendo finta che non fosse successo niente.

"Siiii" risposero poche persone in coro.

La mattina era passata così, tra spiegazioni complicate e domande. Siccome Giulia era stata allontanata e non mi avevano dato istruzioni per il pranzo, tornai in albergo a pranzare. Appena entrai nella mia stanza per darmi una rinfrescata, trovai qualcosa che mi fece impallidire dalla paura.

ANGOLO DELLO SCRITTORE
eccoci qua con il sesto capitolo 😁😁😁 ahiahi la situazione si complica, le ragazze litigano e il bacio di Giulia complica le cose 🙄 che succederà ancora al nostro Mino? Lo scopriremo nel prossimo capitolo 😁 sotto ai commenti 😁😁


Il giorno dopo la tempestaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora