Capitolo 20

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Lunedì 10 Dicembre

Il mio rapporto con Mino era sempre più stretto. Eppure lo vedevo che aveva ancora Gaia per la testa, glielo si leggeva negli occhi. Non faceva più resistenza come all'inizio, da quando Gaia si era sistemata con un'altro, ma comunque non ero soddisfatta.

Avevamo fatto l'amore solamente due volte da quando ci siamo conosciuti: una volta in tenda nella prima gita e una volta di ritorno dalla festa di fidanzamento del suo amico Omar.
Farlo con lui era davvero speciale, lo ammetto. Era diverso. Quando lo facevo con altri era semplicemente per divertirmi. Ma con lui mi sentivo speciale. Non avevo mai provato niente del genere con nessun'altro ragazzo.

Comunque, in questi mesi siamo sempre rimasti insieme spesso e volentieri, ma le regole di Marco ci impediscono di trascorrere le notti in camere di altri, quindi non potevamo fare l'amore con la cadenza che volevo io. Mino dal canto suo non aveva mai chiesto di farlo. Molto strano: di solito i ragazzi che stavano con me volevano farlo un giorno sì e uno no, lui invece quante volte lo fa di solito? Una volta al mese? Sarebbe assurdo. Se così fosse, farei prima a trovarmi un'altro e mi diverto di più. Avrei già potuto farlo, ma Mino aveva quel non so che...

Volevo scoprire cos'era: perché non riuscivo a staccarmi da lui? Il mio obiettivo era fare l'amore con lui e basta, ma da quel giorno sentivo qualcosa di diverso dentro di me. E volevo capire cosa. Quindi avevo deciso di continuare a stare con lui perché volevo capire cos'era.

Comunque, oggi era prevista una gita, esattamente tre mesi dopo dalla scorsa alle dune di Corralejo.

Questa volta la destinazione non era al caldo, anzi, tutt'altro. Era uno dei posti più freddi del mondo: Nuuk, capitale della Groenlandia.

Il viaggio in aereo era abbastanza lungo, ma devo ammettere che ne valeva la pena, era davvero un posto fantastico! Si, faceva un freddo incredibile. Era pieno di bellissimi posti, come il museo nazionale, il museo d'arte, la cattedrale del Salvatore di Nuuk.

E poi la vita sembrava davvero piacevole, la gente stava bene, come se non sentisse quel freddo terribile! Probabilmente erano abituati. In aereo avevo letto che la temperatura a Nuuk stava sotto lo zero per sette mesi all'anno!

Mercoledì 12 Dicembre

Eravamo rimasti tre giorni. I primi due giorni non avevo voluto forzare Mino nel fare l'amore, volevo che fosse lui a chiedermelo. Lo desideravo davvero. Perché se lo voleva lui significava che ero davvero importante per lui. Ma non lo fece. Ci rimasi male per questo.

Come poteva non approfittare del fatto che potevamo farlo tranquillamente in questi giorni? Io gli mandavo segnali quando gli davo la buonanotte, come dei baci profondi, dei tocchi eloquenti, ma niente. Lui non diceva mai facciamolo. Quindi, l'ultima notte, decisi di bussare alla sua camera nel cuore della notte. Dopo quasi un minuto Mino aprì la porta.

"Giulia, ma lo sai che ore sono?" rispose mezzo assonato.

"Io sì, e tu?" risposi offesa.

"Be'...ovvio che lo so...ma..."

Non gli lasciai il tempo di ribattere. Mi impossessai delle sue labbra. Lo desideravo troppo. Questi giorni in cui potevamo fare di tutto che non avevamo sfruttato mi stavano facendo impazzire. Non avrei aspettato altri tre mesi: io volevo fare l'amore con lui qui e ora.

Iniziammo a baciarci con sempre più passione, mentre ci incamminavamo verso la camera da letto. Ma improvvisamente Mino si fermò.

"Aspetta un attimo Giulia".

"Che cosa c'è??" rispose ansimando eccitata.

"Marco aveva detto che non potevamo trascorrere la notte nelle camere da letto degli altri, non è che forse vale anche per gli alberghi?" chiese perplesso.

"Stai scherzando??"

"No, è che non so come funziona" rispose imbarazzato.

Ripresi a baciarlo, mentre le nostre mani cercavano i nostri corpi.

"Ok, voglio fidarmi" disse Mino tra un bacio e l'altro.

"Stai zitto e fammi godere" risposi vogliosa.

Non si fece pregare. Come ho già detto farlo con lui era speciale. Mi faceva godere tantissimo, ma non solo. Succedeva anche qualcos'altro dentro di me, ma non riuscivo a capire cosa. Qualcosa che aumentava ogni giorno che passavamo insieme, dopo ogni bacio, dopo ogni volta che facevamo l'amore, ma cos'era? Cos'era???

Al momento dell'orgasmo non riuscì a trattenere un urlo di puro piacere. Poi mi buttai sul letto accanto a lui, stremata. Sorridevo come una stupida. Non riuscivo a spiegarmi il perché.

"Contenta?" mi chiese Mino respirando affannosamente.

"Oh si... è stato fantastico Mino" risposi ansimando.

Tornammo a rimetterci i vestiti, visto che faceva molto freddo. Poi rimanemmo abbracciati per un po'. Mi sentivo davvero bene con lui. Ci addormentammo così. Era una cosa così romantica. Forse era questo che mi mancava? Quello che gli altri ragazzi non mi davano? Un po' di romanticismo?

Mi svegliai improvvisamente con la voce di Mino.

"Gaia...non lasciarmi...Gaia".

Stava parlando nel sonno. E la cosa che mi faceva arrabbiare era che stava sognando Gaia! Aveva appena fatto l'amore con me e i suoi pensieri volavano sempre a lei!

Mi scesero delle lacrime. Mi liberai dalla sua presa, svegliandolo. Poi mi alzai per andare via.

"Giulia, dove vai?" disse Mino mezzo assonato.

Non risposi. Stavo piangendo disperatamente. Uscii dalla camera. Mino si alzò di scatto.

"Giulia, cosa succede?"

Ancora niente. Ero arrivata alla porta. Ma appena la aprì Mino mi prese per un braccio, facendomi voltare verso di lui.

"Giulia, perché stai piangendo?" disse guardandomi con degli occhi spaventati.

Mi liberai della sua presa e scappai nel buio del corridoio dell'albergo.

ANGOLO DELLO SCRITTORE

Eccoci qua con il capitolo 20 😁 Giulia sta iniziando a capire che qualcosa non va in lei quando sta con Mino, avete capito cos'è vero? 🤗 Come si evolverà la situazione? Lo scopriremo nei prossimi capitoli 😁


Il giorno dopo la tempestaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora