Capitolo 12

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La mattina seguente, forse doveva aspettarselo, Martha si trova davanti al solito gruppetto. Il vento smuove leggermente i capelli di Grace, rendendola quasi carina. Dopo la conversazione del giorno precedente, Martha non ha smesso di pensare a lei, nonostante sa benissimo che ora tornerà tutto come prima, e sentirà di nuovo gli insulti delle tre oche.

"Brown! Hai letto la notizia su tuo padre? Certo che dev'essere strano essere figlie di un assassino..." inizia a provocarla Josie. Eleanor ridacchia, sostenendo l'amica, mentre Grace guarda verso il basso in silenzio, quasi non volesse trovarsi lì in quel momento.

"E guarda un po'! Anche sul giornalino della scuola! Ti conoscono tutti, Martha Brown, sei diventata famosa!" prosegue Eleanor, provocandola con lo sguardo.

Le due ragazze volgono lo sguardo verso Grace, ancora in silenzio, e le lanciano varie occhiatacce, come ad incitarla a dire qualcosa. Ma lei rimane in silenzio, fissando un punto indeterminato a terra. Martha, invece, rimane con lo sguardo fisso sulla ragazza, come per leggere nella sua mente il perché del suo comportamento insolito.

"Grace...?" sussurra Josie, provando a non farsi sentire, ma Martha l'ha sentita.

"Probabilmente è rimasta senza parole dalla vostra disumana cattiveria" le provoca la ragazza, d'istinto, in realtà non voleva farlo, è stato naturale. Sbarra gli occhi, rimanendo immobile per qualche secondo, poi le guarda un'ultima volta e va via, raggiungendo la sua aula.

"Ma sei impazzita?!" Josie urla contro la sua amica "Ci hai fatto fare una figuraccia!"

"Si può sapere cosa ti prende? Non ti riconosco più!" la sostiene Eleanor, avvicinandosi alla compagna.

"Riprenditi Grace! Stai delirando" dice Josie, prima di guardarla male e andarsene con Eleanor, lasciando l'altra ragazza da sola, che le osserva allontanarsi.

Grace caccia indietro una lacrima, e corre via nella direzione opposta a quella in cui sono andate le sue amiche, se ancora può definirle così. Si siede sul muretto, ed osserva il paesaggio di fronte a lei, al di là del cancello. Spesso immagina una vita diversa, fuori dalle mura del college, in una casa tutta sua, senza nessuno che possa giudicarla. Sorride al pensiero di questa immagine, e non riesce ad evitare di commuoversi. Vorrebbe tanto uscire da lì e ricominciare da capo.

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Quella notte, Joe e Martha si recano come al solito a Leurasia. Vengono accolti da Miriam, ma questa volta è seguita da un'altra ragazza, nuova.

"Vi presento Julia" dice, sorridendo. La ragazza nuova fa un cenno di saluto con la mano, arrossendo leggermente.

"Io sono Joe, lei è Martha" dice il ragazzo, parlando per entrambi.

Dopo aver parlato un po', i due amici decidono di andare nella loro casetta. Si sdraiano sui loro sacchi a pelo, e guardano il soffitto, in silenzio. Joe sa quello che è successo al padre della sua amica, ma non osa fare domande, anche se vorrebbe tanto riuscire ad aiutarla. Martha muore dalla voglia di capire cosa possa essere successo al suo amico, ma anche lei si limita al silenzio. Ogni tanto, i due si voltano per guardarsi, ma solo per pochi decimi di secondo. Vorrebbero dire così tante cose, ma nessuno dice nulla. A volte è il silenzio che parla al posto loro.

"Joe?"

"Dimmi" il ragazzo si gira su un fianco, per guardare la sua amica.

"Ti sei mai innamorato?" Joe rimane spiazzato da questa domanda inaspettata, ma decide lo stesso di rispondere con sincerità.

"Sì, l'ultimo anno delle medie" una fila di ricordi invade la sua mente, come tante scene di un film riprodotte velocemente. "E tu?"

"Sì, il secondo anno del liceo" dice Martha con un leggerissimo filo di voce. Anche lei si gira su un fianco, e i due si guardano negli occhi.

"Com'è andata?" chiede lui, abbastanza curioso. La ragazza chiude gli occhi per qualche secondo, poi li riapre.

"Anche lui era innamorato di me" risponde, senza fornire troppi dettagli. "E a te, com'è andata?"

"Le piacevo" dice, sottovoce, si ferma un attimo prima di ricominciare. "Ma non era realmente innamorata"

"Capisco" sussurra la ragazza, senza distogliere lo sguardo. Di nuovo silenzio.

"Quanto è durata?" chiede Joe, ormai preso dalla conversazione.

"Un anno e mezzo" risponde Martha, continuando a scacciare i ricordi nella sua mente. "E la tua?"

"Dieci mesi" dice lui, sempre a bassa voce.

"E perché è finita?" chiede lei, con lo stesso suo tono.

"Ha scoperto di avere... altre preferenze" risponde, rimanendo abbastanza misterioso. "E la tua?"

"Perché non provavamo più le stesse cose" il discorso si conclude con l'ultima affermazione di Martha.

I due rimangono in silenzio, ma continuano a guardarsi negli occhi. È come se una leggera musica rilassante li stesse avvolgendo, e piano piano li facesse avvicinare. Le loro labbra si trovano a pochi centimetri di distanza, proprio come alla festa, ma un rumore improvviso li fa allontanare di scatto. Joe si alza, seguito da Martha, e si avvicina piano piano alla porta, affacciandosi con cautela. Fuori non c'è più nessuno, tranne Miriam, che si fionda dentro la loro casa. Fa cenno con il dito di rimanere in silenzio, e di allontanarsi lentamente dalla porta dopo averla chiusa.

"Che succede?" sussurra Joe, con particolare attenzione.

"Fuori c'è un uccello di dimensioni enormi. Si chiama flaiver, ed è estremamente pericoloso. Se solo ti sfiora con un'ala, riesce a penetrare dentro di te un liquido nero che piano piano ti distrugge dentro" spiega Miriam, sempre a bassa voce, cercando di ascoltare contemporaneamente i suoi provenienti dall'esterno.

"È una delle creature pericolose di Neville di cui ci parlavi?" chiede Martha, preoccupata.

"Ed è la meno pericolosa" risponde lei, annuendo. I due amici sbarrano gli occhi. "Finché non va via è meglio restare qui, altrimen-" non riesce a finire la frase, che un altro boato li fa cadere tutti e tre a terra. Qualcosa sta sbattendo violentemente contro la porta.

"Prendete" dice Miriam, passando due pugnali ai ragazzi "Credo che vi serviranno" appena termina la frase, la porta viene sfondata.

Seconda vita {completa} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora