Capitolo 27

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Nota autrice
Ok, scusatemi, mi dispiace per quello che leggerete alla fine di questo capitolo, scusate scusate scusate, non odiatemi, poi capirete tutto. Ricordate: a Leurasia, nulla è come sembra. Buona lettura :)

"Cosa?!" un urlo esce improvviso dalla bocca di Joe, forse nemmeno se ne è reso conto.

"Gli abitanti di Vlade hanno raccolto abbastanza sangue umano, a breve potrebbe uscire dalla gabbia" continua la ragazza, non riesce più a trattenersi, scoppia in lacrime e Martha subito la abbraccia forte.

"Neville... verrà distrutto..." dice Miriam, tra un singhiozzo e l'altro, senza smettere di piangere.

"No" interviene Martha, sicura di quello che dice "Ti aiuteremo noi. Seguiamo il piano che hai ideato, funzionerà!"

"No, non funzionerà" Miriam scuote la testa "Quello era un piano calcolato in base allo stato di riposo del kerigherl, ora che si è svegliato non vale più nulla!"

"Allora facciamone un altro" anche Joe prende parte nella conversazione "Ce la faremo!"

"L'unica cosa fattibile sarebbe impugnare le lance e le spade, e andare a combattere. Ormai non ci sono alternative, ma io non voglio... Se uno di voi due dovesse morire..."

"Non pensarci neanche" la interrompe Martha, guardandola dritta negli occhi. "Noi resisteremo fino all'ultimo, se avremo te al nostro fianco" Joe annuisce, sostenendola.

"Non siete addestrati..." dice Miriam, oggi parecchio sconfortata, non è più la stessa. La notizia deve averla sconvolta parecchio.

"Allora ci alleneremo" interviene Joe, che sente parecchio la mancanza del coraggio della sua amica. "Ce la faremo, fidati di noi"

"D'accordo... Ma fate attenzione, per favore... Non voglio che vi capiti qualcosa di male" la ragazza si sta preoccupando più per loro che per sé stessa.

"Non ci succederà nulla. Saremo uniti, proprio come siamo stati fino ad ora" dice Martha, abbracciandola di nuovo.

Miriam accompagna i suoi due amici in una specie di arena. Essendo esperta in materia, decide di allenarli lei stessa, facendo apprendere loro le tecniche che apprese lei tempo fa. Insegna loro la difesa, e alcuni possibili attacchi. Insegna a schivare i colpi, e a individuare i punti deboli dei nemici. In circa tre ore, i ragazzi hanno le basi per poter combattere al fianco di Miriam. Lei si allontana un attimo, concedendo ai suoi amici una pausa, i due bevono un po' d'acqua e poi si siedono, mettendosi a chiacchierare.

"Tu credi che ce la faremo?" dice, ad un certo punto, Joe.

"Certo" risponde Martha, senza dare troppe spiegazioni.

"E come fai ad esserne sicura?" anche Joe sembra essere stato colpito da una crisi di pessimismo.

"Sai... Ci sono sensazioni a cui non sai dare spiegazioni valide, semplicemente sai che una determinata cosa è così e basta, non ci sono motivi o ragionamenti. Ad esempio, perché sappiamo che un cane ci vuole bene? Sai rispondere a parole? Non credo, ed è normale. Non si può spiegare perché proviamo quella sensazione, è una cosa che sappiamo e basta, senza troppi collegamenti. E questo è quello che provo io ora, so per certo che possiamo farcela. Non so come, non so perché: lo so, e basta" le parole profonde di Martha arrivano a Joe come una nota di conforto.

"Posso farti una domanda?" chiede il ragazzo, all'improvviso.

"Certo, dimmi" risponde Martha, poggiando la testa sulla sua spalla, mentre guarda un punto indeterminato davanti a lei.

"È stato davvero tuo padre a uccidere tua madre?" le sue parole arrivano alla ragazza come un coltello affilato conficcato direttamente nel cuore, ma decide comunque di rispondere.

"No, certo che non è stato lui" comincia a raccontare. "Mio padre non avrebbe fatto male ad una mosca. Anche quando si arrabbiava incredibilmente, aveva un autocontrollo che gli ho sempre invidiato. Anche quando qualcuno gli faceva un torto, lui ci stava male ma non si vendicava. Odiava la violenza, odiava anche solo pensarci" una lacrima scende lungo la guancia di lei, ancora con la testa appoggiata sulla spalla del suo ragazzo.

"E allora... Se quello che dici è vero... Com'è successo?" la curiosità si sta piano piano impossessando di lui.

"Non posso dirtelo, non capiresti" risponde secca Martha, ma un'altra lacrima le riga il volto.

"Cosa significa? Sai che di me ti puoi fidare, sono pronto ad ascoltarti per tutto il tempo che vuoi. Ti farà bene sfogarti, lo vedo che ci stai male. Sono qui per te" lui cerca di spronarla, ma sembra impossibile.

"Lo so, e te ne sono davvero grata. Ma fidati, se ti dico che non capiresti, è perché so che è così" Martha non sembra cedere alla tentazione di tirare tutto fuori una volta per tutte.

"Dimmi almeno perché pensi che non capirei" un presentimento non molto bello si introduce nella mente di Joe.

"Non è stato mio padre ad uccidere mia madre" la ragazza ripete la stessa frase detta prima.

"Lo so, e ti credo. Ma allora, chi è stato?"

Martha si alza in piedi, guardando il suo ragazzo dritto negli occhi. Anche lui si alza, e si posiziona perfettamente di fronte a lei. Fra loro c'è silenzio per parecchi secondi, nessuno dei due apre bocca. Un'altra lacrima scende lungo la guancia della ragazza, e cadendo bagna il pavimento dell'arena.

"Sono stata io"

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Seconda vita {completa} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora