Capitolo 19

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Pochi minuti dopo, Grace torna insieme all'infermiere, che subito si china verso Josie, stesa a terra. Come prima cosa, si assicura che il suo cuore batta ancora, e per fortuna è così.

"Il battito non è regolare" comincia a dire "Ma ancora respira, e considerati i suoi problemi questo è un bene. Come mai si è agitata così tanto? Non le hanno detto che le fa male?"

"Sì, ma sono successe varie cose e non è riuscita a contenersi" spiega Eleanor, senza entrare troppo nel dettaglio, ma lanciando lo stesso un'occhiataccia a Grace, forse per farla sentire in colpa.

L'infermiere, con l'aiuto delle due ragazze, alza Josie da terra e la poggia delicatamente sulla barella, per poi trasportarla in infermeria, dove effettuerà dei controlli. Intanto, Grace ed Eleanor sono rimaste in camera da sole.

"Perché tieni lo sguardo basso? Lo sai che è colpa tua vero? Se non l'avessi fatta arrabbiare in quel modo non sarebbe successo" la attacca subito Eleanor, preoccupata per la sua amica.

"Ah, adesso è colpa mia?" risponde Grace, non altrettanto preoccupata.

"Certo che sì! Tutto questo difendere Martha e parlare come se fossi sua amica! Lo sai che Josie ha il cuore debole e non può agitarsi, rischia di brutto!" grida Eleanor, arrabbiata e allo stesso tempo delusa.

"Hai 19 anni, Eleanor, quando capirai che il tuo comportamento -così come quello di Josie- è stupido? Sei al primo anno di college, così come Martha, mi spieghi perché non puoi provare ad essere un po' più umana nei suoi confronti?" anche Grace inizia ad attaccarla, ma tenendo un tono di voce normale, al contrario della sua amica.

"Non parliamo di una persona qualunque, parliamo di Martha Brown!" Eleanor non sembra voler capire, così Grace rinuncia ed esce dalla stanza, sbattendo la porta e lasciando la sua compagna da sola.

Decide di recarsi in giardino, per rilassarsi un po'. Prende una sigaretta e la accende, non curandosi delle persone che la potrebbero osservare. Fa un primo tiro, e il fumo si dissolve lentamente nell'aria. Grace tiene gli occhi chiusi, per non guardare il posto dove si trova. Immagina invece di trovarsi lontana da questa scuola, lontana da San Francisco, magari in Europa. Immagina di trovarsi in un immenso giardino pieno di fiori e piante di tutti i tipi, immagina i raggi del Sole che filtrano tra le foglie, immagina il vento leggero e piacevole che le accarezza i capelli, immagina un lago enorme e limpido dove potersi tuffare. In questo meraviglioso luogo lei è da sola, senza neanche il cellulare, abbandonata a se stessa, e sta benissimo così, lontana da tutto e da tutti. Uscita dal lago, immagina di asciugarsi alla luce del Sole, distesa sull'immensa vastità di prato che la circonda, immagina un soave canto di uccelli che la avvolge nel suo riposo, immagina i rumori della natura che alleggeriscono l'atmosfera accanto a lei. Appena asciutta, immagina di cogliere un fiore bianco e annusarlo, e sente un profumo meraviglioso che la fa sorridere istintivamente. Immagina di mettere quel fiore tra i suoi meravigliosi capelli dorati, e di cominciare a passeggiare in quel mondo tutto suo. Si sente leggera, libera, spensierata, si sente veramente viva. Immagina di cominciare a ballare, la sua più grande passione, improvvisa una breve coreografia sul momento, e appena finito immagina che gli uccellini la applaudano con il loro canto soave. Immagina un piccolo gazebo di legno di quercia, poggiato sul tavolo un cestino da picnic e due assi dello stesso materiale che fanno da sedie. Immagina di sedersi e aprire il cestino, e trova al suo interno fragole, ciliegie e albicocche, i suoi frutti preferiti, immagina di assaggiarli tutti e sente perfettamente il sapore e la freschezza di essi. Poi apre gli occhi, e si trova di nuovo nel mondo reale. Vede le sbarre che separano il giardino della scuola dal mondo esterno, vede i due o tre alberi ridotti abbastanza male, vede l'erba tagliata da poco senza neanche un fiorellino. Annusando l'aria, non percepisce più quell'odore piacevole; mettendosi in ascolto, non sente più il soave canto degli uccellini, ma sono comparse di nuovo le risate dei suoi compagni di scuola; guardandosi attorno, il lago è sparito, e il cielo è nuvoloso come lo aveva lasciato. Tutto è tornato come prima, ora si trova in America, a San Francisco, in un college in cui non vorrebbe stare, privo di colori e di allegria, e con troppe persone. Grace fa un sospiro di sconforto, soffre  profondamente della mancanza di quel meraviglioso posto tutto suo. Ogni tanto ci torna, con la sua fantasia, vede di nuovo il lago, sente di nuovo gli uccellini, tra le foglie filtrano i raggi solari, e allora Grace si tuffa, si asciuga e si mette a ballare, ma poi torna sempre qui, non riesce mai a restare, ogni volta che raggiunge quel posto, dopo poco si ritrova nel suo college, e allora ricomincia la sua vita di ogni giorno.

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Seconda vita {completa} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora