Capitolo 13

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Un gigante essere nero, che oltre alla porta ha distrutto anche la parete, si piazza di fronte a loro. L'unica cosa che si nota in quell'immensità di scuro sono gli occhi completamente rosso sangue. Una volta dentro, spalanca le ali, facendo cadere qualche mensola, e si dirige verso i ragazzi, spaventatissimi.

"Fingetevi morti" sussurra Miriam, cercando di farsi sentire lo stesso. Per fortuna, i due amici la sentono e obbediscono.

L'enorme figura avanza pesantemente verso di loro, che cercano di trattenere il respiro e di rimanere immobili. Un orribile rumore -forse il verso dell'animale- invade le orecchie dei tre amici, che continuano a non mostrare segni di vita. Il flaiver si allontana a passo pesante, ma una delle piume delle sue ali cade e si posa lentamente sulla gamba sinistra di Joe. Un altro rumore fa capire a tutti che ha spiccato il volo, e che non ci sono più problemi. O quasi.
I tre ragazzi si alzano, prendendo quanta più aria possono, è stato faticoso trattenere il respiro così a lungo.

"Joe!" grida Martha, notando la piuma sul suo corpo "Miriam! Miriam sbrigati!" chiama la sua amica, in preda al panico, trattenendo le lacrime.

"Allora, ascoltami bene, dimmi di che colore vedi i capelli di Martha" dice Miriam, anche lei parecchio spaventata.

"Io... Rossi" dice, con voce strozzata, Martha si porta le mani alla bocca e non riesce più a trattenersi dal piangere. I suoi capelli sono castani.

"È sotto l'effetto del flaiver" afferma Miriam, voltandosi verso la ragazza, ancora spaventata. "Dobbiamo muoverci, dobbiamo trovare la cura"

"Quanto tempo abbiamo?" chiede Martha, cercando di fermare le lacrime e di tranquillizzarsi, la sua amica viene verso di lei.

"Quattro giorni leurasiani" risponde Miriam, posando la sua mano sulla spalla dell'amica. "L'antidoto si preleva da fiori particolari, chiamati rogerits. Essi si trovano nella Valle dei Jelich, che si trova sempre nel nostro regno. Se camminiamo giorno e notte, arriveremo lì in due giorni e mezzo. Ma Joe dovrà venire con noi, altrimenti non faremo in tempo" spiega, intanto Martha annuisce.

"Ora levo la piuma con un fazzoletto, per non contagiarmi" dice ancora Miriam, guardando il ragazzo steso a terra. "Tu torna a casa, è l'ora del tramonto"

"No" risponde Martha, con un filo di voce "Voglio restare qui con Joe"

"Stai tranquilla, starò io con lui. Domani ritorna, così ci incammineremo per la Valle dei Jelich" una lacrima bagna la guancia di Martha, ma Miriam la asciuga con il dito, per poi abbracciare l'amica, cercando di calmarla. "Ehi, stai tranquilla, starà bene" sussurra la sua amica, mentre l'altra mantiene lo sguardo basso e assente "Ehi! Guardami" Miriam la chiama a sé, Martha si volta verso di lei. "Guarirà. Fidati di me. Anche io una volta sono stata colpita dal suo effetto, ma sono ancora qui, mi vedi? Ed io ho molta meno resistenza corporea rispetto a Joe. Se sono sopravvissuta io, vedrai che ce la farà anche lui" Martha abbassa lo sguardo, cercando di trattenere le lacrime. Poi, dopo aver fatto un respiro profondo, poggia la mano destra sul suo cuore, e viene trasportata di nuovo nel suo letto, al college.

La ragazza si sveglia di soprassalto, e si sente parecchio affaticata. I suoi bellissimi capelli ricci sono tutti scompigliati, ha il fiatone e gli occhi contornati di rosso. Jessica si sveglia poco dopo di lei, e la saluta con un cenno della mano e un sorriso, che Martha ricambia. Dopo essersi preparata, si accorge che -stranamente- è più tardi del solito, così salta la sua passeggiata quotidiana e si reca direttamente in classe. Alla prima ora ha letteratura, uno dei corsi in comune con Joe, e non vederlo seduto nel banco davanti al suo la fa diventare di nuovo triste. La verità è che ha paura, anche se non vuole ammetterlo, non sopporterebbe di perdere il suo amico, l'unico che c'è sempre stato, l'unico che la sempre aiutata. Ora, questa persona è in pericolo, e il fatto che Martha ancora non può fare niente la fa impazzire. Alla ragazza fa malissimo la testa, infatti non riesce a concentrarsi durante tutta la lezione. Ogni passo che fa sente la fatica addosso, più va avanti e più ha la sensazione di svenire. A malapena riesce a reggersi in piedi, e inoltre sente un enorme dolore alla schiena, forse dovuto alla caduta a Leurasia. Miriam lo aveva detto, morire qui equivale a morire di là, quindi può darsi che valga anche con le ferite o -appunto- i dolori. Poco prima di raggiungere la prossima aula, sente l'estremo bisogno di riposarsi un attimo, quindi senza curarsi di niente e di nessuno getta lo zaino a terra e si regge con la mano al muro. È veramente sfinita, non ha più energie, la botta alla schiena e la preoccupazione per il suo amico la stanno distruggendo. Decide di concedersi un giorno di riposo, così riprende il suo zaino e si avvia verso la sua stanza a passo pesante. Poco prima di arrivare, viene interrotta da Grace, questa volta non ci sono le sue amiche.

"Martha, hai sentito? Sono sparite altre due persone!" dice la ragazza, sembra preoccupata.

"Davvero?" chiede lei, con un filo di voce.

"Sì! È incredibile! È uscita da poco la notizia sul giornalino della scuola. E... tutti credono che sia stata tu"

"Cosa?! Ma non ha senso!" cerca di gridare Martha, ma la stanchezza non glielo permette.

"Ovviamente io non lo penso, ma tutti sì. Sai, è per via... Di quello che ha fatto-" non riesce a terminare la frase, perché Martha sviene proprio davanti a lei.

Grace si china subito da lei, cercando di aiutarla, poi chiama aiuto, ma non sembra ci sia qualcuno. Grida più forte, finalmente la sentono, due professori corrono da lei e le danno una mano a trasportare la ragazza in infermeria. Per tutto il tempo delle analisi, Grace rimane accanto a lei.

Seconda vita {completa} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora