Capitolo 34

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Katrine riesce ad addormentarsi verso le 2 di notte. Alle 7 in punto, viene svegliata dall'uomo, già vestito, che la accompagna a fare colazione. Insieme a loro, come al solito, c'è anche Richard, suo figlio, anche se sembra invisibile: sempre immobile, mai una parola, esegue tutto ciò che dice il padre. Katrine non ha mai visto neanche un mezzo sorriso da parte sua, e si trova lì già da due giorni. Per colazione, l'uomo le offre qualcosa di simile all'insalata, e di nuovo cinque dei frutti tondi e rossi, che aveva assaggiato il giorno prima.

"Ti piace?" domanda Jason, mentre mangia anche lui lo stesso piatto.

"Molto" risponde, sinceramente, la ragazza. È curiosa di chiedere cos'è, ma preferisce evitare.

Una volta finita la colazione, l'uomo accompagna lei e il figlio lungo un sentiero, nel bel mezzo del bosco. Camminano per qualche minuto, dopodiché si fermano davanti ad un'altra casetta, che a primo impatto sembra abbandonata, e Jason li accompagna dentro. C'è solo una stanza, abbastanza grande, piena di scaffali e un ampio tavolino rotondo al centro, con attorno quattro sedie. Sopra i ripiani, ci sono tantissime scatoline, tutte della stessa misura e della stessa forma. Solo dopo una seconda osservazione, Katrine nota che le scatoline sono numerate, e che sul tavolo c'è una pila di fogli, tutti posti uno sopra l'altro, anche se non molto alta, e un'altra di piccoli cartoncini rossi tagliati a forma quadrata, poi un paio di nastri scotch e due penne.

"Quello che dovrete fare è semplice: vedete quei fogli? Sopra ci sono scritti dei numeri, e un nome per ognuno di essi. Prenderete il foglio e trascriverete il nome sul cartoncino, per poi attaccarlo alla scatolina con il numero corrispondente" spiega l'uomo, in poche parole.

"Cosa c'è nelle scatoline?" domanda Katrine, ma non riceve risposta, l'uomo lascia la casetta, chiudendo la porta alle sue spalle.

"Ti consiglio di tenere a bada la tua curiosità" per la prima volta, la ragazza sente la voce di Richard. Ma non le sembra bella, anzi.

"Prendi il primo foglio, io penso al secondo" risponde lei, ignorandolo del tutto.

I due cominciano il lavoro, senza proferire parola, su di loro incombe un silenzio che piano piano si fa sempre più inquietante. Non creano contatto visivo neanche per sbaglio. Katrine continua a pensare al tono freddo che poco prima il ragazzo aveva usato per rivolgersi a lei. Si aspettava qualcosa di molto più bello. Solo quando rimane l'ultimo foglio, i due si guardano di nuovo, ma è una questione di un istante, perché dopo un battito di ciglia subito ognuno torna nel proprio mondo, ignorando l'altro. A Katrine non stava simpatico, no, per niente.
Circa cinque minuti dopo che avevano finito il lavoro, arriva Jason e si assicura che sia tutto a posto. Dopo un rapido controllo, assegna un foglio ad entrambi, con sopra scritti gli indirizzi a cui vanno portate le scatoline.

"Tu, Richard, hai i numeri dall'1 al 100. Katrine, dal 100 al 200. Sui fogli ci sono scritti gli indirizzi. Portatele in questi zaini. Buone consegne" dice, prima di andarsene di nuovo, nello stesso modo di prima, con l'unica differenza che sta volta ha lasciato due zainetti per rendere più comode le consegne.

La ragazza proprio non riesce a frenare la sua voglia di sapere. Ma non può controllare, dato che altrimenti avrebbe dovuto sentire di nuovo la voce fastidiosa del figlio del tizio che le ha salvato la vita. Per lei è brutto pensare che in un corpo così bello ci sia una persona così fredda e distaccata. Cerca di scacciare questi pensieri, e prende tutte le scatoline a lei assegnate per poi inserirle con cautela nello zaino.

Mi sento un'aspirante cantante costretta a fare il fattorino delle pizze, pensa la ragazza, poi esce di corsa dalla casetta e comincia a consegnare.

Per fortuna, il quartiere non è di quelli enormi. Katrine finisce poco prima dell'ora del pranzo, e per riposare decide di fare una breve passeggiata, cercando di non allontanarsi troppo per non perdersi in un regno sconosciuto.

Chissà come sta Martha adesso... il solito pensiero che le riempie la testa da quando è arrivata in questo strano posto.

Voglio solo tornare a casa. Quell'uomo e suo figlio mi fanno paura. Molta paura. Forse anche troppa. Ma quelle scatoline non erano affatto rassicuranti. Sono pur sempre a Vlade.

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