Capitolo 3

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La preside apre la porta, sorpresa nel vedere proprio Martha. La fa accomodare, chiedendo all'insegnante di uscire per farle parlare da sole. La donna si siede alla scrivania, e la ragazza davanti a lei, al lato opposto.

"Buongiorno, Martha" la saluta, usando il suo nome anziché il cognome. La ragazza risponde semplicemente alzando lo sguardo verso di lei, come al solito non ha le forze per parlare.

"Cosa è successo, perché sei qui?" continua a chiedere, cercando di metterla a suo agio, ma lei abbassa di nuovo la testa. La preside mette le sue mani davanti alla ragazza, e si guardano di nuovo.

"Martha" continua a chiamarla per nome "So bene delle tue difficoltà nel parlare, ma ora ho bisogno che tu faccia uno sforzo" la incita, lei fa un respiro profondo, per poi buttare fuori l'aria.

"Ero da sola" trova il coraggio di parlare, dopo tanto tempo che pronunciava solo monosillabi, finalmente fa un discorso. "Ad un certo punto arrivano queste due ragazze, che io non conoscevo..." si blocca di nuovo, per prendere fiato, cacciando indietro le lacrime. "Loro mi hanno chiesto se fossi Martha Brown, e io ho risposto di sì..." fa un'altra pausa, era un bel po' che non diceva così tante parole insieme. "Una di loro ha iniziato a dire cattiverie su di me, e fino a lì non mi è importato, ma poi..." ora non riesce più a trattenersi, una lacrima le bagna lentamente la guancia. "Ma poi ha messo in mezzo i miei genitori, e io non mi sono neanche accorta della reazione che ho avuto..." finalmente finisce di parlare, si asciuga la lacrima con la mano. La preside la guarda per qualche secondo.

"Comprendo benissimo i motivi del tuo comportamento" comincia a dire, quasi commossa da tutta la storia, poi si sistema gli occhiali. "Ma purtroppo non posso non prendere provvedimenti" conclude, Martha la guarda per un attimo, ma abbassa subito la testa.

"Capisco" riesce a dire, con un filo di voce bassissimo. "Ed è giusto" prosegue, è come se in questo posto tutta la sua fatica nel parlare sparisse. È come se stesse ancora a Portland.

"Aspettami un attimo qui, torno subito" dice la preside, Martha annuisce e la guarda uscire. Dopo circa un minuto di attesa, si alza dalla sedia e cammina un po' per l'ufficio. Subito, i suoi occhi cadono su una piccola porta, appena più alta di lei. La ragazza controlla un attimo fuori, e vedendo che non arriva nessuno, prova ad aprirla.

"Cosa..." dice, sottovoce, appena si accorge che dietro c'è solamente un muro di mattoni.

La richiude velocemente e si mette seduta, dato che sente dei passi in avvicinamento. Infatti, dopo pochi secondi, entra la preside, con un grosso raccoglitore pieno di fogli. Si siede nuovamente, e lo apre davanti a lei. Prende uno dei fogli, e scorre con il dito come alla ricerca di qualcosa.

"Come punizione, nel pomeriggio dopo le lezioni dovrai fermarti e aiutare a pulire la palestra. Questo fino alla fine della settimana" dice, sempre dolcemente, la donna. Martha annuisce, poi entrambe si alzano e la preside la accompagna fuori, dove la aspetta l'insegnante di storia.

Evidentemente non me ne libererò mai, pensa Martha.

Entrambe camminano verso l'infermeria, ma nessuna delle due dice una parola. Appena arrivano, l'insegnante le fa cenno di entrare, per andare a scusarsi con la sua compagna. Appena Josie la vede, non si risparmia dal guardarla malissimo, ma Martha non si lascia condizionare.

"Scusa" riesce a dire, ora non riesce a parlare, di nuovo.

In realtà non mi dispiace affatto ma apprezza, pensa Martha fra sé e sé.

"Solo questo?" la provoca Josie, ma lei non reagisce, la guarda dritta negli occhi, impassibile.

È già tanto se sono venuta, che cosa vuoi, che ti faccia una serenata di scuse in ginocchio, suonando il mandolino? Pensa di nuovo Martha, ma non dice nulla.

La ragazza esce, senza aggiungere altro, e torna dalla sua insegnante, che la porta fino alla sua stanza, di nuovo in silenzio. Martha spera solo che non la prenda di mira, anche se sa già che sarà così. Entra nella sua stanza, e vede le sue compagne intente a chiacchierare sul letto, ma appena la vedono si fiondano verso di lei

"Abbiamo saputo tutto" a parlare comincia Jessica "Stai bene?"

"Sì" si limita a dire Martha, per poi sedersi sul suo letto.

"Che cosa è successo? Vuoi raccontarci?" prova Christine, ma lei non risponde.

Le due ragazze si lanciano un'occhiata, poi Jessica all'improvviso abbraccia Martha, che rimane sorpresa da questo gesto inaspettato. All'inizio resta immobile, poi decide di ricambiare.

"Josie e Grace sono due galline" commenta Jessica, dopo essersi staccata dall'abbraccio.

"E non hai ancora conosciuto Eleanor!" continua Christine, ridendo leggermente.

"Ignorale il più possibile, te lo consiglio" conclude Jessica, chinandosi verso la sua compagna. Martha si limita ad annuire.

La ragazza si alza, e tutte e tre decidono di mettersi a studiare. Fra poco Martha uscirà per la sua punizione, ma ha ancora del tempo, e decide di sfruttarlo così.
Nonostante tenti in tutti i modi di concentrarsi, non ci riesce proprio: nella sua mente ci sono così tanti pensieri che ha perso il conto di quanti sono. Martha pensa a suo padre, alla sua città, a suo fratello Edward, alla sua migliore amica Katrine, e ora anche alla porta murata che ha visto nell'ufficio della preside. Troppe cose, tutte insieme. Dopo neanche dieci minuti, decide di alzarsi e di andare in palestra, almeno per pulire non ha bisogno di concentrarsi davanti a equazioni di terzo grado. Al saluto degli addetti alle pulizie risponde con un semplice sorriso appena accennato, poi senza fiatare comincia a pulire.

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