11.

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Angelica's pov
Sono le 10.
L'infermiera ha appena finito di medicarmi la ferita, e mi ha scritto un permesso per andarmene prima.
Lo mostro al preside prima di uscire da scuola.
Volevo chiedere in giro se le voci erano vere ma per non peggiorare la situazione di Gionata, sono rimasta zitta, ho consegnato il foglio e sono corsa via da scuola.
D'altronde, pensavo, perché mettersi in bocca che Gionata abbia comprato dell'erba, se non era la verità?
Ecco che adesso andava svolto il mio piano.
Mi stavo comportando da idiota ma adesso più che mai Giò aveva bisogno di me, e non l'avrei mai abbandonato.
Prima di andare in azione decido di prepararmi un toast con il prosciutto.
Inizio a sentire forti rumori nella stanza di mio padre, ma non mi va di controllare, saranno le foglie che sbattono sulla finestra per via del vento. Adesso il mio svolò principale è andare dal mio ex ragazzo.
Arrivo davanti casa di Gionata e busso.
-Chi è?-
-Apri immediatamente.- dico scandendo bene l'ultima parola

Gionata's pov
Sono tranquillo a casa.
Decido di farmi un'altra canna con la poca erba che mi è rimasta.
Solo dopo circa 5 minuti da quando avevo iniziato a fumarla, sento bussare fortissimo, ininterrottamente.
Inizialmente volevo far credere che non ci fossi, però sentendo la forza che ci mettevano nel bussare, ho creduto fosse importante. Così rispondo con un semplice -Chi è?-
Ed ecco che sento la sua voce.
Cosa diamine ci fa qui?
Decido di aprirle.
-Gionata io...
Mi dispiace tanto.- Dice Angelica con faccia malinconica.
Sembra che stia quasi per piangere.
-Che succede? Che hai?- rispondo confuso.
Poi noto che aveva visto la mia canna.
Perfetto.
Di sicuro in giro stava già correndo voce che mi drogavo, anche se io non la chiamo del tutto droga, ma si sa, le voci si diffondono a macchia d'olio e ognuno ci mette la sua per renderle peggiori.
-Perché lo fai Giò? Appena l'ho saputo mi sono catapultata qui. So che stai male. Volevo accertarmi di persona se fosse vero, e lo è, quindi ora vuota il sacco- dice triste
Vuota il sacco?
Ma chi cazzo si crede di essere?
Ma cosa pretende da me dopo ciò che è successo? Che le racconto tutto? Beh no, assolutamente.
Se vuole rimanere in casa, bene. Ma non dirò una sola parola su di me.
-Gionata sto aspettando- dice battendo il piede a terra insistentemente.
-Aspetta quanto ti pare. Sei uscita dalla mia vita più di un mese fa. Ciò che faccio sono cazzi miei e come sto, anche. Quindi per me puoi anche rimanere quanto vuoi, ma non parlerò.
Specialmente con te.- dico velocemente, e con un'espressione incazzata.
-Gionata ma.... stai scherzando vero? Io metto da parte il mio orgoglio, e sai quanto ci tengo. Annullo tutti i miei piani per venire da te, per aiutarti, e tu...non ho davvero parole. Cosa sei diventato? Non ti riconosco più. Ciao Gionata, ci si vede in giro- Dice delusa, ed esce dalla porta.
Beh aveva ragione... ma dovevo essere duro più che mai. Con tutti, nessuno escluso. Perché se non lo fossi stato, non ce l'avrei mai fatta.
In questo momento lei probabilmente starà aspettando fuori dalla porta altri cinque minuti per vedere se le vado dietro.

Qualche mese fa, se fosse successo questo, sarei uscito fuori, l'avrei presa per il braccio e l'avrei baciata come non mai, ma oggi no.
Non ora.
Guardo fuori dalla finestra, ed è come pensavo.
Sta ancora aspettando.
Vorrei tanto uscire, perché la amo tantissimo,più della mia vita.
Ma non posso.
Devo resistere.
Sto altri 2 minuti con la faccia davanti alla finestra, e lei va via.
Penso che adesso mi odi, e che non tornerà mai più.
Ma ho dovuto farlo.
Spero soltanto che un giorno capisca.

TROPPO TARDI PER NOI.//Sfera Ebbasta (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora