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Cosa allora?

Ah...

In verità...

Per tutto il tempo, Naomi Misora non aveva fatto nulla per cui Ryuzaki non l'avesse manipolata.

Tutto era chiaro ora, così come la similitudine tra q e b che avevano trovato nel messaggio della

libreria, ma la sua conclusione riguardo le date degli omicidi aveva cambiato drasticamente forma

mentre ne parlava con Ryuzaki, e la nozione che il terzo omicidio sembrasse un orologio...Ryuzaki

l'aveva portata a quello dal momento che lei aveva notato che l'orologio mancava. Lui aveva tirato

in gioco l'anello del matrimonio, lui aveva notato che la testa, il braccio e la gamba erano di diverse

lunghezze, lui aveva suggerito le mura come lati dell'orologio...Naomi Misora era stata controllata

come una marionetta.

Oh, bene...come lo sapeva?

Ma ora alla fine.

Naomi Misora comprese qualcosa da sé.

La verità.

E la giustizia.

Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaauuuuuuuuuuuuuuuuuugggggggghhhhhhhh

hhhhhhhhh!

Dimenticando completamente tutte le nozioni come le si erano presentate, Misora lasciò uscire un

urlo che ruppe l'aria intorno a sé. Balzò in piedi, saltò attraverso la stanza, e prendendo la sua

pistola e le manette dal tavolo, gli girò intorno, aprì la serratura a giro di pollice, e scattò fuori dalla

stanza 1313.

Ascensore.

No, non c'era abbastanza tempo. Scale d'emergenza.

Venendole i nervi per i dettagli della complicata piantina del piano, la quale aveva testato il giorno

prima, Misora si diresse verso le scale d'emergenza, aprendo con un calcio la porta e sfrecciando per

tre o quattro gradini alla volta.

Giù.

Nove piani più giù.

Dannazione...dannazione, dannazione, dannazione, dannazione, dannazione! Perché perché perché

perché perché...come può essere?! E' così dannatamente ovvio!

Ciò la faceva arrabbiare.

Non era la verità supposta a renderti libero? Quando la verità si rivela, non si suppone che tu debba

stare meglio? Ma se ciò era come stavano davvero le cose, allora...

Il detective più grande della storia, conosciuto come risolutore di ogni caso immaginabile, per

quanto grande il suo peso potesse essere, per quanto dolore stesse passando in ogni singolo

momento...passato, presente e futuro.

Un peso così grande che ti avrebbe incurvato.

Un sapore amaro nella tua bocca che ti farebbe divenire bramoso di dolci.

Lei stava andando così veloce che stava per andare oltre il piano designato e dovette frenare con

vigore. Si fermò giusto un secondo per prendere fiato, poi aprì la porta e controllò ancora una volta

per esser certa di essere al quarto piano. Da che parte? Destra? Sinistra? La difficoltà di cambiare

nel mezzo, e i corridoi andavano in diverse direzioni rispetto al tredicesimo piano...417 era a destra,

e 418 era dall'altro lato, quindi da questa parte!

Aiieeee!

Qualcuno aveva urlato.

Misora si irrigidì, ma era l'urlo di una donna. Lei si girò a guardare, e una residente era

apparentemente uscita dal suo appartamento e aveva visto Misora tenere una pistola. Dispersivo!

Misora si allontanò dalla residente, correndo verso l'ingresso.

Verso la camera 404.

R-Ryuzaki!

A destra dopo l'angolo e sarebbe arrivata.

(Another Note) Il killer di Los Angeles (Versione Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora