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"Jae, hey Jae, svegliati dai, lo vedo che muovi gli occhi" sono queste le prime parole che sente il castano, aprendo di nuovo gli occhi. Sente la testa martellare dal dolore e non riesce a riconoscere il luogo in cui si trova. Accanto a lui ci sono Felix, Chan e Bum, che lo stanno guardando preoccupati

"Che..."

"Tieni, bevi questo, hai bisogno di zuccheri" dice il biondo porgendogli una bottiglia di acqua e zucchero, che Youngjae accetta molto volentieri, a causa anche della gola secca che si ritrova

"Siete feriti?" domanda poi, ricordando cosa fosse successo poco prima

"No, siamo riusciti a catturare quei due e ora i nostri uomini li stanno interrogando. Stiamo bene solo grazie a Jaebum che ci ha avvertito, altrimenti non so cosa sarebbe successo" risponde Chan rivolgendo un caloroso sorriso al moro

"Piuttosto, come ci hai trovati?" domanda sospettoso Felix al maggiore

"Ero sul vostro stesso treno per tornare a Seoul. Vi ho visto quando siete scesi e mi sembrava ci fosse qualcosa di strano che stava avvenendo tra di voi, quindi ho deciso di seguirvi e controllare che non faceste del male a Jae" l'ultimo pezzo quasi lo sussurra, come se fosse in imbarazzo

Il cuore di Youngjae si scalda e un sorriso timido spunta sulle sue labbra, dimenticando per un momento tutto quello che era successo

"Sono felice che state tutti bene" mormora, poi si guarda attorno per studiare l'ambiente. Si trova in una stanza immersa nella semi oscurità, ma molto ben arredata e si rende conto di essere disteso su un divano di pelle marrone, morbido e confortevole; nota poi una pesante scrivania situata quasi al centro della stanza, con diversi blocchi di fogli sopra di essa; dietro alla scrivania una libreria che occupa tutta la parete, stipata di libri, antichi e non. Le pareti sono ricoperte di carta da parati verde scuro, che rende l'aria di quel posto oppressiva e incute timore, data anche dalla luce soffusa delle lampade da parete. I suoi amici si trovavano seduti su un tavolino da caffè, anche questo fatto di legno pesante e robusto e dietro di loro vi era la porta

"Dove siamo?" domanda il castano confuso

"Sei nel mio ufficio, nella mia base. Ritieniti fortunato, quelli al di fuori della mia gang non vivono abbastanza a lungo da raccontare com'è questo posto" scherza Chan, cercando di tranquillizzarlo

"E perché hai permesso a Felix di entrare? Lo vuoi uccidere??" si preoccupa però il minore

"Oh no, non lo farei mai" estrae l'accordo di cui avevano parlato mostrando le firme dei suoi amici "Abbiamo firmato il patto, quindi è di casa ora"

"Si ma devi arredare questo posto, sembra lo studio di un mafioso di 50 anni che ti aspetta seduto alla scrivania con un sigaro in mano, un cappello calato sul volto e grossi anelli alle dita" replica infastidito Felix "E non riesco a vedere quasi nulla, ma che problemi avete con le luci??"

"Hai descritto alla perfezione il mio vecchio leader" dice ridacchiando Chan

"Anche il mio era così, ma mi sono liberato di tutta la sua roba non appena l'ho sbattuto fuori e ho reso il mio studio e la mia base un posto più accogliente" si vanta il biondo

"Sì ma come fai a spaventare i nemici se rendi la base un posto accogliente, genio" replica l'altro

Youngjae ascolta distrattamente i battibecchi dei due, poiché il suo sguardo è incentrato esclusivamente su Jaebum, che appare stanco e che evita il suo sguardo a tutti i costi. Il castano abbassa lo sguardo sulle sue mani ancora bendate e le stringe a pugno, conscio del fatto che il moro gli sta riservando quel trattamento solo ed esclusivamente per colpa sua. Il dolore alla testa sembra diventare ancora più insopportabile e un debole gemito sfugge al suo controllo, facendo girare immediatamente tutti quanti nella sua direzione

Disturbed // 2JaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora