Disturbed // 2Jae

5.

"Cos...ma perché scusa?" domanda il biondo preso alla sprovvista

"Andiamo Jackson! La storia di Minhyuk ricordi? Ecco, è stato ucciso dal padre di quel tizio schifoso" sputa fuori quelle parole con cattiveria, mentre il volto di Jackson si contorce in una smorfia di realizzazione

"Non ci credo, Jaebum non è come suo padre. Sembra tutto un fuckboy, ma è un orsacchiotto di peluche, credimi." Replica serio Jackson, allontanando le mani di Jinyoung 

"Non mi potrò mai fidare di quell'essere e voglio che stia il più lontano possibile da Jae. Meno sa di lui, meglio è. Spero che anche tu abbia a cuore la salute mentale e fisica di Youngjae e mi aspetto collaborazione da parte tua" il maggiore riafferra il minore con forza, sembra un'altra persona, tanto da spaventare Jackson

"Mi stai facendo paura hyung" sbotta il biondo togliendosi il maggiore di dosso un'altra volta "Non puoi decidere tu per la vita di Jae! Posso pure capire che tu ti preoccupi per lui, ma non è giusto nei suoi confronti. Lasciagli fare quello che vuole, se lo scopre buon per lui. Ma non puoi impedirgli di conoscere una persona che sembra interessargli per la prima volta dopo anni!" esclama Jackson irritato

"Non può interessargli quel sacco di sterco! Non può!" sbotta Jinyoung irritato

"Non lo hai visto?!?! Ha lo sguardo perso nel nulla, stava pretendendo di leggere un libro che teneva al contrario, è stato sotto il tuo sguardo e non te ne sei accorto?"

"Non può essersi interessato a qualcuno che conosce da meno di due ore" continua imperterrito Jinyoung, non volendo accettare la realtà

"Ho detto interessato, non follemente innamorato, sono due cose ben diverse" replica ancora Jackson, deciso

"Non lo accetto comunque, non va bene, non può andare bene"

La porta si apre di scatto ed escono fuori le teste degli altri 4, che li guardano interrogativi

"Di che diavolo state parlando?" domanda Mark

"Nulla" borbotta Jinyoung, spingendolo per poter rientrare in camera, mentre gli altri guardano Jackson in cerca di una risposta,  che non arriva "Vado a fare una passeggiata" continua poco dopo il maggiore, uscendo di corsa dalla camera, perdendosi in mezzo alla folla di studenti diretti verso le proprie stanze

"...hyung" mormora Youngjae, vedendolo andare via davvero arrabbiato e domandandosi cosa diavolo sta succedendo nella sua testa.

Era sempre stato bravo a capire ciò che passava nella testa del suo migliore amico e riusciva anche lui a capire che c'era qualcosa che non andava con lui e tutti gli altri. Sentiva di essere stato lasciato fuori da qualcosa, qualcosa di davvero importante, ma che non riusciva a capire, per questo il ragazzo si limita a fissare i suoi amici che hanno ripreso a giocare e scherzare tra di loro come se nulla fosse successo, mentre nota Jackson in un angolo, perso nei suoi pensieri, un'espressione indecifrabile in volto e in un attimo la sua mente vaga di nuovo verso il moro.

C'era qualcosa di strano in lui, ma non in senso negativo. Si sentiva in qualche modo attratto, perché vedeva nel ragazzo un insieme di emozioni in costante lotta tra loro, rendendolo curioso, davvero tanto curioso. Voleva capire il perché del comportamento scostante del ragazzo misterioso, il perché sembrasse così avverso a relazionarsi con gli altri. Inoltre...quel ragazzo gli ricordava il suo primo amore.

Sembrava un solitario

Proprio come lui, prima di conoscere Minhyuk.

I ricordi riaffiorano alla sua mente. Le mani morbide di Minhyuk che lo accarezzano dolcemente, il suo sorriso buffo e pieno di gioia, i suoi occhi pieni di vita e di cose belle e le sue labbra, quelle labbra che lasciavano baci umidi sul collo del minore, che non poteva far altro che rabbrividire di piacere. Era quella la vita che Youngjae aveva sempre desiderato di vivere con qualcuno, il suo mondo felice iniziava e finiva con Minhyuk ed era sempre stato così, fin da bambini, fin da quando aveva iniziato a provare più interesse nei ragazzi che nelle ragazze, fin quando una sera Minhyuk gli aveva confessato di essere gay e lui, senza riuscire più a trattenersi, gli era saltato addosso, riuscendo finalmente a baciare quelle labbra che per anni aveva desiderato avidamente.