Disturbed // 2Jae

14.

Dopo quel momento di imbarazzo iniziale i due iniziano a parlare del più e del meno e senza rendersene conto arriva l'ora di cena e entrambi si sbrigano ad andare in mensa

"Sì, ma se tu ci pensi i fantasmi devono esistere perché c'è qualcos'altro, una forza superiore che diciamo, controlla le anime dei morti e se qualcuno ha dei conti in sospeso resta intrappolato in questa dimensione di mezzo...ha senso no?" il castano gesticola, cercando di spiegare il suo punto di vista al moro mentre entrano in mensa

"Sì okay, però conta che i fantasmi possono essere generati dalla natura, in senso, possono essere entità legate alla natura e non devono per forza essere umani...prendi i fuochi fatui, sono entità sovrannaturali creati dalla natura stessa, quindi l'esistenza di un'entità superiore che non sia la natura potrebbe essere errata" anche Jaebum cerca di spiegare il suo punto di vista

"Si però mi sembra strano...voglio dire, possono benissimo essere delle anime umane quelle che si mettono a tormentare le persone, altrimenti che senso avrebbe? Perché qualcosa creato dalla natura dovrebbe avere a che fare con le persone?" continua Youngjae, davvero interessato dalla piega che sta prendendo la conversazione ed entrambi si siedono al tavolo, senza rendersi conto che sono osservati da tutti gli altri

"Beh, effettivamente qui hai ragione, ma conta anche che la natura non è sempre benevola, che ci sono dei punti in cui magari sta morendo e crea entità maligne che si attaccano magari ad una persona con una grande forza interiore per usarlo e nutrirsi di lui cercando di restare in vita...potrebbe essere uno scenario possibile"

"Beh sì, potrebbe essere possibile, ma conta anche il fatto che..."

"Yah! Voi due piccioncini avete finito di confabulare su fantasmi o volete andare avanti finchè non ve ne se attacca uno addosso?" se ne esce Jackson mentre si stringe al braccio di Mark, spaventato dal loro discorso

I due si rendono conto di essere seduti al tavolo, con il vassoio pieno di cibo sotto di loro e in mezzo ai loro amici

"Oddio, scusate non ci eravamo accorti di nulla, scusate scusate scusate" lo sguardo di Youngjae è puro panico e vergogna per aver mancato di rispetto i suoi hyung

"Sta scherzando Jae...Jackson voleva solo che ve la smetteste di parlare di fantasmi" ride Mark, mentre accarezza la testa del biondo come fosse un cucciolo di cane

"Vedo che siete entrati in sintonia abbastanza facilmente, ne sono felice" Jinyoung osserva i due e dopo qualche attimo rivolge loro un sorriso sincero "Spero che ti aiuti davvero Jae"

"Grazie hyung...sono felice di essere qui insieme a tutti voi, siete la mia famiglia!" esclama il castano, felice

"Qui qualcuno sta bruciando le tappe...prima mi chiami hyung e ora mi reputi parte della famiglia, wow" se ne esce Jaebum facendo ridere tutti

"Hyuuung!! Se stavi cercando di farmi sentire a disagio sappi che ci sei riuscito benissimo" si lamenta Youngjae mentre si copre il volto con le mani, imbarazzato

"Sto scherzando, sto scherzando, ne sono felice anche io" i due si sorridono, per poi riprendere a parlare con tutti gli altri mentre poco a poco tutti quanti si rendono conto di sentirsi effettivamente a casa, tra il calore e la felicità

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Un mese passò in un baleno e si ritrovarono tutti al giorno di Halloween. Youngjae e Jaebum avevano stretto un bel legame tra loro, erano in sintonia e si ritrovavano molto spesso a parlare nel bosco, anche se oltre a quelle poche ore in compagnia si vedevano solo a cena. Jaebum aveva la sua vita, si era fatto molti amici e aveva anche conosciuto una ragazza che era arrivata nella loro università grazie ad una borsa di studio. Non si era fatto vedere per un po', poi quando era tornato a mangiare con tutti gli altri l'aveva presentata a tutti e poco dopo vennero a scoprire che si erano fidanzati, ma c'era qualcosa in Jaebum che non sembrava essere giusto, come se mancasse qualcosa alla sua vita; d'altro canto, Youngjae era sempre più impegnato con le traduzioni e le uscite con il suo insegnante per andare a fare l'interprete da qualche parte, ma non passava giorno che il castano non pensasse al moro. Le vite di tutti erano piene d'impegni, ma quando si trovavano a cena la sera, si sentivano più felici che mai, pronti a condividere quelle poche ore a loro disposizione per giocare e aggiornarsi.