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Jimin si era illuso che tutta la dolcezza della sera prima sarebbe durata, che l'ultima litigata che avevano avuto sarebbe stata l'ultima in assoluto, che in realtà fosse stata il pretesto per chiudere quel "capitolo no" della loro vita, ma come già detto: era solo un'illusione.

Difatti la mattina seguente, non appena svegliato, pensava di trovare Yoongi accanto a sé, a dormire in quel letto che ormai condividevano da anni.

Ma non fu così, l'unica sua traccia era un bigliettino sul comodino.

"Sono dovuto correre in studio per quel meeting, vai dal dottore mi raccomando. Stasera cerco di tornare prima ma non ti prometto nulla.

~Yoongi "

Questo diceva, nulla di più, nulla di meno.

Non poteva negare di essere rimasto un po' deluso da ciò, ma nel suo inconscio sapeva sarebbe successo: conosceva Yoongi, lo conosceva meglio di quanto conoscesse se stesso, lo aveva visto maturare giorno dopo giorno in sette lunghi anni, dalla terza superiore.

Senza contare il tempo che avevano passato da semplici amici, nonostante infondo avessero sempre saputo di appartenersi: perché era così.

Il biondo decise di alzarsi, smettendo di pensare al suo alfa e a quei suoi comportamenti, che tanto lo infastidivano, quanto lo mandavano in pezzi, ma dopotutto ne amava tanti altri, pro e contro, no?

Stranamente quella mattina non aveva nessun sintomo di quella nausea che lo accompagnava da un po', e si sentì finalmente meglio.

Ovviamente la preoccupazione rimaneva, ma il pensiero di non andare più a farsi quella visita gli passò per la mente. Tuttavia dopo si immaginò la scena di lui e il castano a litigare come forsennati: Yoongi che lo rimproverava per non essere andato a farsi controllare e Jimin che gli rispondeva a tono, per poi finire entrambi con l'urlarsi cose che non pensavano, e che ferivano solo tutti e due.

Quindi scartò l'opzione.

Decise che -non avendo alcun servizio o cose simili quel giorno- avrebbe chiesto ai suoi due migliori amici di uscire per un caffè, magari insieme al suo nipotino, figlio della coppia: il piccolo Eunji, che avevano avuto appena tre anni prima.

Se doveva essere sincero, li invidiava davvero tanto: Jungkook e Taehyung avevano uno splendido legame, il primo aveva marchiato l'altro durante la loro prima volta, ancora alle superiori, erano andati a vivere insieme appena finita la scuola, e subito dopo aver trovato dei lavori più che stabili avevano deciso di mettere su famiglia, sposandosi -nonostante la giovane età- e avendo il piccolo Eunji.

Il sogno di Jimin in poche parole.

E rimase della stessa idea anche quando li ebbe tutti e tre di fronte, seduti ad un tavolino di un bar vicino al parco, tutti felici guardando il figlio che stava seduto in braccio al padre.

«Chimmie, si può sapere che hai? Non hai neanche toccato cibo, perché hai quello sguardo da morto vivente?» si preoccupò l'unico alfa tra i tre, tirandosi indietro quei capelli scuri, diventati un po' troppo lunghi rispetto al solito.

Il biondo sbuffò stanco «Il solito, tra Yoongi e il fatto che sto male non so cosa mi stia facendo stare peggio».

Gli altri due si guardarono, già al corrente di tutta quella situazione, sapevano entrambi come le cose tra Yoongi e Jimin fossero state difficili negli ultimi tempi, e gli dispiaceva molto.

«Zio Chim non stare male!» urlacchiò Eunji, sbilanciandosi verso l'omega biondo, che sorrise a quella scena tenera, sciogliendosi: «Lo zio sta bene, piccolino, ha solo un po' di mal di stomaco» lo prese in braccio, dondolando le gambe, in modo da muovere il bimbo, ridacchiante.

𝘏𝘢𝘣𝘪𝘵𝘴  || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora