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Quella mattina a svegliarlo fu un rumore proveniente dal piano di sotto, non appena aprì gli occhi Yoongi si ricordò della sera precedente grazie a un peso sul suo braccio, al quale era abbracciato suo nipote Eunji.

Si ritrovò il libro che gli aveva letto sul cuscino, proprio di fianco alla sua faccia: si era davvero addormentato prima del bambino?

La prima cosa che fece fu controllare il cellulare, abbandonato sul comodino la sera precedente.

Jimin non gli aveva ancora risposto, ma in compenso il suo manager gli aveva lasciato una decina di messaggi, pregandolo di ripensare al suo periodo di pausa e al proprio licenziamento, nonostante Yoongi se ne stesse convincendo di più ogni minuto che passava.

Ma subito quando sentì un altro rumore decise di alzarsi, tanto per vedere che fosse tutto apposto e che non ci fosse un ladro o qualcosa di simile, o peggio ancora, sua madre e suo padre che avevano deciso di fargli una visita a sorpresa, come era già capitato negli anni, ovviamente assieme ai genitori di Jimin.

Fece piano, per non svegliare Eunji, e lentamente si diresse al piano inferiore, fino ad arrivare in cucina, ossia da dove il rumore proveniva.

«Jimin?»

Era sorpreso di vederlo, di solito quando il minore era di cattivo umore -ossia quando litigavano pesantemente- cercava di stare lontano da casa per qualche giorno, per far sbollire la rabbia.

Ma stavolta no, era in piedi alle prese con degli stampini da dolce, che stava sistemando su una teglia nera: «Dove sei stato?! Hai idea di quanto mi sia preoccupato?».

L'omega ancora non lo degnò di uno sguardo, anzi, continuò a preparare quelli che Yoongi riconobbe essere i suoi speciali dolcetti.

«Il belvedere, sono andato fin lì per calmarmi, sai che effetto ha quel posto su di me, sono tornato stanotte sulle due » riempì gli stampini rotondi con l'impasto gommoso, per poi metterci sopra delle decorazioni colorate.

«Stavo per mettermi a letto, ma quando sono entrato in camera Eunji era così dolce attaccato a te, ho deciso di non disturbarlo, e ho dormito in una delle altre stanze» sospirò.

«Poi ora che mi sono preparato e tutto erano le tre e mezza, e mi sono ricordato che avevo promesso a Eunji i dolcetti che gli piacciono tanto, e mi sono alzato per prepararli» spiegò mettendo in frigo il tutto, per farlo raffreddare.

«Ho appena finito e sto per svenire, quindi non ho la forza di affrontare una discussione ora» concluse alzando finalmente gli occhi sul fidanzato, che lo aveva ascoltato in silenzio.

Quest'ultimo non potè fare a meno di notare le occhiaie scure che contornavano il visto di solito sempre perfetto di Jimin, per non parlare dei suoi occhi rossi, probabilmente dovuti al pianto.

Yoongi si fiondò su di lui, stringendolo in un abbraccio caldo «Scusa per ieri, mi hai preso alla sprovvista e... solamente che non me l'aspettavo».

Jimin era rimasto molto sorpreso da quel gesto, ma ricambiò lo stesso, dopo un secondo di esitazione: si abbandonò al corpo del suo alfa, che lo prese delicatamente in braccio, portandolo nella camera dove aveva dormito.

«Non dormi da quasi un giorno e sarai stanco, e poi Eunji appena ti vedrà non farà altro che starti appiccicato, quindi ne parliamo dopo» gli sorrise con fare premuroso, baciandogli la fronte.

Il biondo annuì grato, tentando di reprimere quella voglia di piangere che lo attanagliava da dentro, per poi abbandonarsi alle carezze del ragazzo a fianco a lui, fino a che non si addormentò.

Era impossibile, eppure gli parve di sentire un calore anche all'altezza del ventre, un calcetto quasi.









                                 









𝘏𝘢𝘣𝘪𝘵𝘴  || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora