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Jimin era sempre stato un ritardatario, non c'era giorno in cui fosse puntuale come un orologio svizzero, al contrario di Yoongi, sembrava avesse quasi il bisogno di farlo.

Tuttavia quella mattina -stranamente- non andò così.

Aveva programmato di fare colazione con i suoi migliori amici, ma stavolta da soli, senza Eunji con loro: Jungkook e Taehyung erano preoccupati a morte per il loro Hyung, vista la situazione, ma sapevano che fosse in buone mani con Yoongi.

La notizia della gravidanza li aveva lasciati molto sorpresi, ma felici, e poi in questo modo il loro bambino avrebbe avuto finalmente un cuginetto, qualcuno della sua età con cui passare le vacanze, visto che solitamente era l'unico bambino in un gruppo di sette adulti, nonostante Taehyung e Jimin a volte non lo sembrassero affatto.

Così eccoli lì, tutti e tre, seduti a quel tavolino del loro bar preferito, indisturbati, senza contare quelle due ragazze che avevano chiesto al modello e all'attore una semplice foto, che di certo non gli venne negata.

«Non lo capisco ragazzi... appena gliel'ho detto sembrava che stesse per cadere il mondo, ora è più felice di me invece»

«Avrà solo elaborato la cosa, sai com'è fatto» disse Jungkook, sistemandosi meglio la fede al dito.
Il marito annuì, d'accordo con le sue parole «Infatti, Yoongi-Hyung è così bravo con i bambini, basta vedere quanto Eunji lo adori, e sai anche tu come di solito sia un bimbo dai gusti difficili».

Il biondo annuì e basta.

«Jiminie... c'è qualcosa che non va?» chiese l'alfa, sorseggiando un po' del suo caffè amaro, totalmente in contrasto con quello dolce di Taehyung e con il Tea alla frutta di Jimin, il quale sbuffò: «Non lo so, non ho motivi per essere di cattivo umore».

«Cioè con Yoongi si è risolto tutto, tanto che tre sere fa abbiamo anche fatto sesso, aspetto un bambino, il mio lavoro va alla grande... però non mi sento come una persona con tutto questo dovrebbe» sospirò infine.

«Saranno gli ormoni, anche io ero fuori di testa i primi mesi, una notte ho chiesto a Kook se fossi stato un verme mi avrebbe amato lo stesso, e quando lui non ha risposto ho pianto come una fontana, ricordi?»

Jungkook annuì ridacchiando «Ammetterai che anche tu saresti stato confuso se io ti avessi svegliato nel cuore della notte, facendoti prendere un infarto, per poi chiederti una cosa del genere. Pensavo stessi male o che il bambino stesse male».

«Dio, mi spiace per Eunji, avere due genitori come voi dev'essere difficile» scherzò il biondino, guadagnandosi sguardi offesi dai due più piccoli.

Ovviamente non era serio, sapeva perfettamente quanto Eunji fosse fortunato, aveva due padri felici, e innamorati, l'uno dell'altro ma anche del loro piccolo: erano una favola in una realtà.

«Comunque, non pensiamoci ora, più che altro: domani arriva Jihyun, starà qua due giorni, poi ripartirà, scommetto che vorrà fare una specie di cena per vederci tutti»

I due si illuminarono, felici di avere l'occasione di ritrovare il fratello di Jimin, nonché loro caro amico «Sarebbe figo, e potremmo approfittarne per dire anche agli altri della gravidanza, o lo sanno già?» chiese Taehyung, lasciandosi coccolare dalla mano del marito, che era appunto intento a lasciargli dolci carezze sul braccio.

«Veramente... preferirei aspettare un po' per dirlo a tutti, quindi acqua in bocca» si raccomandò l'omega, ricevendo però sguardi confusi.

«Oh, ma non ha senso, dovremmo aspettare chissà quanto così, e poi Nam avrà il nuovo tour tra qualche mese, capita a pennello l'arrivo di tuo fratello» disse tutto contento il minore dei tre, già immaginandosi la reazione di Jin e Hoseok, sapendo quanto i due stravedessero per i bambini.

Ma Jimin storse il naso «Io- no, glielo dirò più avanti, non tentate di persuadermi perché non ci riuscirete, non stavolta».

«Uhm, okay... però che palle, sai quando io faccia schifo a tenere i segreti» commentò Taehyung, sbuffando e accasciandosi contro la sedia di legno di quel bar.

«Tae, giuro che ti ammazzo se lo dici a qualcuno, sono serio» lo intimò, come a volergli incutere timore, con poco successo però.

«Va bene va bene, mi sforzerò, in nome di tutte quelle volte in cui hai tenuto Eunji per noi»

«A proposito di Eunji! Ieri ha ufficialmente iniziato l'asilo, si è già fatto un amico del cuore» ridacchiò uno dei due padri, ripensando ai racconti entusiasti del figlio.

Jimin sorrise «Non mi sorprende, e voi come l'avete presa?».

«Che intendi?»

«Non so, di solito i genitori vanno in crisi quando i loro figli iniziano la scuola, mamma dice sempre che papà ha pianto per i primi due mesi quando portava me e Jihyun» fece spallucce.

I due mariti si guardarono, con due -quasi preoccupati- sorrisi «È stata dura per me, sopratutto quando mi ha fatto "ciao ciao" con la manina, pensavo sarei scoppiato a piangere davanti a lui e alla maestra» prese parole Jungkook.

«Sì infatti, hai resistito fino alla macchina, lì sei stato un frignone» lo interruppe Taehyung, con un sorrisino in volto.

Era vero. Era stato un momento piuttosto complicato per i due genitori quelli, dopotutto significava che Eunji, anche se con calma, stesse crescendo, aveva ormai più di tre anni e mezzo, e beh, presto ne avrebbe avuti quattro, poi cinque, poi sei... e così via, fino a diventare un adolescente, un adulto, e poi chissà.

Non era facile pensarci, ma era bello.

«È vero, e non mi vergogno di ammetterlo» disse fiero il minore dei tre, portandosi alla bocca quel caffè, ormai finito.

Intanto Jimin se ne stava lì, ad osservarli felice, quasi invidioso però, ad essere sincero. Sarebbero stati così lui e Yoongi con un figlio? Sarebbe stato tutto così bello? Così appassionato e innamorato? Lo sperava tanto.

«Comunque una cosa posso dirtela: sbaglierai, sbaglierai tanto, ma anche noi l'abbiamo fatto, lo faremo in futuro, e forse lo stiamo facendo anche ora, inconsapevolmente» esordì poi Taehyung, sistemandosi meglio sulla sedia.

«Ma...?»

«Ma è normale, Yoongi ha sbagliato reagendo in quel modo, tu sbaglierai in qualcos'altro molto spesso, ma va bene, è il corso delle cose, finché avrai in mente il benessere di tuo figlio, o di tua figlia, andrà tutto bene»

Parlarono per altri minuti, forse ore, parlarono di bambini, parlarono di lavoro, parlarono della loro amicizia, e per un lungo minuto, Jimin si sentì leggermente in paranoia.

Si iniziò a preoccupare sul serio. Riguardo tutto quello che -una volta genitore- avrebbe dovuto fare, quello che non avrebbe dovuto fare, e beh, anche di Yoongi.

Aveva paura, ma forse un giorno si sarebbe sentito meglio.
Con un po' di speranza, sarebbe stato tutto più facile.

𝘏𝘢𝘣𝘪𝘵𝘴  || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora