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Ed eccoli lì, Jimin e Yoongi, arrivati nella casa natale del secondo, un luogo indubbiamente molto importante per tutto ciò che la loro storia era significata.

Avevano deciso di passare una settimana a casa Min, mentre l'altra a casa Park, in modo da rendere felici entrambe le coppie di genitori, i quali non potevano di certo non essere al settimo cielo per l'imminente arrivo del loro primo nipotino.

Mancava ormai davvero poco al parto, molto meno di un mese e la famosa coppia sarebbe stata avvolta da un'onda anomala di cambiamenti, e di gioia si sperava.

Jimin era tranquillo in realtà, non era troppo spaventato all'idea di dover partorire, aveva parlato con la dottoressa Han svariate volte nel corso di quegli ultimi due mesi, per informarsi al meglio su ciò che sarebbe avvenuto dopo la rottura delle acque.

Era preparato, almeno dal punto di vista fisico, forse era la parte mentale che più lo preoccupava, non si sentiva poi così pronto per avete una terza persona a scorrazzare in giro per casa, aveva paura di fare un casino: questo era certo.

Yoongi era esattamente il contrario, si sentiva pronto a diventare padre, ad essere onesti non vedeva davvero l'ora, ironico come le loro situazioni si fossero invertite nel corso di quegli otto mesi.

Tuttavia il rapper era terrorizzato alla sola idea del parto, l'aveva sempre vista come una cosa pericolosamente spaventosa, per Jimin e per il bambino, irrazionalmente ovviamente, poiché anche lui era stato spesso rassicurato dal medico che aveva in cura la gravidanza.

Magari passare del tempo nelle proprie case d'infanzia li avrebbe aiutati entrambi nell'ardua sfida.

«È passato così tanto tempo da quando siamo tornati a casa... più di un anno e mezzo, no?» fece un'osservazione il più grande della coppia, mentre era disteso con il compagno incinto su quello che era stato il suo letto, intento ad accarezzare l'enorme pancia posata su un cuscino.

«Forse anche di più, era tipo giugno dell'anno scorso, avevi appena iniziato a scrivere il mixtape»

«Hai ragione cucciolo, e a proposito di quello: penso che tra un po' mi rimetterò a lavorarci sopra, appena mi verrà un lampo di genio in grado di farmelo modificare nel migliore dei modi» disse l'alfa, osservando il soffitto bianco.

Il biondo annuì distrattamente, pensando a tutt'altro che il lavoro, sia suo che del fidanzato, e ciò Yoongi lo notò, ridacchiando «Va bene, niente lavoro in questo ritorno a casa».

L'omega si unì alla sua risata divertita «Perfetto, vedo che hai interpretato bene il mio silenzi- ahia!».

Subito a quell'esclamazione di dolore il più grande si alzò dalla posizione comoda per soccorrere il compagno dolorante, il quale tuttavia si portò solo una mano sul ventre, accarezzandosi quella zona tonda.

«Ha scalciato, è piuttosto attivo oggi il piccolo Haesoo...» mormorò con un piccolo sorriso in volto, al quale si unì Yoongi, totalmente innamorato di quella che stava per diventare a tutti gli effetti la sua famiglia.

Si mise con il viso proprio sopra la pancia -momentaneamente scoperta dalla maglia- tentando di instaurare una qualche connessione con il proprio figlio.

«Amore di papà... stai facendo impazzire l'altro papà con tutti questi calcetti, che ne dici di calmarci un po'?» sussurrò dolcemente, stringendo la mano del biondo nella sua.

«Ugh- sai anche tu che non lo farà molto presto, l'altro ieri mi ha tenuto sveglio fino alle due e mezza» sospirò Jimin, al limite della sopportazione, voleva Haesoo... certo, ma non ne poteva più di quella gravidanza.

Tra il peso che sentiva per via della pancia enorme, il continuo mal di schiena e le caviglie leggermente gonfie era al limite: non vedeva l'ora di partorire.

«Mi dispiace che tu debba affrontare tutto questo» esclamò dispiaciuto il castano, accarezzando quella superficie morbida e tondeggiante.

«E di cosa? Non è colpa tua, cioè sì, in pratica sì, ma non importa»

Rimasero un po' in silenzio, abbracciati su quel letto morbido che li aveva ospitati per tante notti della loro adolescenza, così come quello di Jimin, il quale non poté fare a meno di riflettere su quello.

«Ti rendi conto che la nostra prima volta è stata in questa stanza? Non ti fa strano pensarci? Sembra passato così tanto tempo» esordì infatti poi.

Ed effettivamente era stato così, anni e anni prima.

Successe tutto per caso in realtà, un pomeriggio, dove i due ragazzi si stavano godendo del meritato tempo assieme, dopo tutta la tensione che la scuola gli stava dando. 
Stavano assieme da poco più di quattro mesi, il che, almeno per Jimin, era molto, considerate le sue vecchie abitudini.

Erano felici, stavano bene assieme, il biondo non aveva mai provato cose simili, poco ma sicuro nei confronti di qualcun altro, mai una sola volta in vita sua, ma con Yoongi, fin dal primo giorno, era stato tutto diverso.

Erano destinati ad essere compagni dopotutto.

«Certo che me ne rendo conto: lo ricordo bene quel pomeriggio, è stata pur sempre la mia prima volta in assoluto» commentò il rapper, senza mai smettere di lasciare dolci carezze al pancione di Jimin, tondo e caldo, e che ogni tanto si deformava, a causa dei calcetti del feto.

«Sono piuttosto fiero di essere stato la prima volta di AgustD, ad essere onesto»

«Forse dovremmo... non lo so, sperimentare, dopotutto ho sempre e solo fatto sesso con te, tu no, vorrei variare ogni tanto» gettò una provocazione, così, tanto per vedere la reazione -sicurante esilarante- che avrebbe avuto.

Di certo però non si aspettava quell'espressione sconvolta e ferita del biondo, già sul punto di piangere «Sei serio...?» davvero non capiva se il maggiore lo fosse oppure no.

Subito quello però si affrettò ad alzare il busto e a tranquillizzare Jimin, totalmente nel panico dopo quelle parole: «Amore, stavo scherzando, ti pare che voglia andare a letto con qualcun altro?».

«Non lo so... a volte ho paura che tu possa volerlo, dato che non stiamo facendo nulla da un po', per Haesoo. E se dopo il parto il mio corpo sarà brutto? Oddio, ti troverai un altro e-e»

Il suo monologo fu interrotto proprio dalle braccia del rapper, strette -ma comunque attente- attorno al corpo tondo del fidanzato, interrotto da singhiozzi piuttosto forti.

«Jimin-ah... che cazzo stai dicendo?» borbottò confuso e altrettanto contrariato.

L'omega si calmò un attimo, non appena percepì l'odore forte dell proprio alfa, ma ancora delle lacrime solcavano il suo volto liscio, bello, estremamente bello.

«Ho paura» mormorò infine, lasciandosi andare dopo tanto tempo, per davvero però. «Del parto?»

«Di quello che ci sarà dopo»

Yoongi rimase piuttosto sorpreso da quelle parole, una frase piuttosto semplice, sintatticamente parlando, nemmeno completa, eppure aveva avuto un effetto così pungente per l'alfa, tanto che per un istante si sentì mancare: Jimin aveva paura della famiglia che si stavano creando?

Impossibile...

Doveva esserlo.

E -forse per la prima volto- quello che era famoso per il suo saper usare le parole nel modo migliore, non riuscì a farlo, non quella volta.
Si limitò a del contatto fisico, ad un abbraccio dolce, innamorato, e tanto anche.

Bastò per calmare l'omega?

Forse, forse no, ciò che di sicuro fece, fu farlo cadere in un sonno pensante, proprio su quel letto che aveva ospitato tanti dei loro momenti felici, come individui, come coppia, come adolescenti, e da quel momento, anche da adulti.

𝘏𝘢𝘣𝘪𝘵𝘴  || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora