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Jungkook si sentiva sia sfortunato, sia fortunato.
Fortunato perché la scuola sarebbe stata chiusa, ma, sfortunato, perché quel giorno c'era la pioggia e quindi non poteva andare a vedere il suo hyung.

Era il suo primo giorno a lavoro e si sentiva estremamente stanco. L'unica cosa a migliorare quel momento era la pioggia che per lui era rilassante.
Il suo telefono vibrò, segno di una chiamata in arrivo.

"Pronto?"
"Ciao hyung"
Al sentire la voce del minore, un sorriso comparse automaticamente sul suo volto.
"Hey Kookie, tutto bene?"
"mm si, volevo solo parlare con te"
Dall'altro lato Jungkook saltava come un bambino euforico sul letto.
"Oh mi dispiace, oggi è il mio primo giorno a lavoro.."
"Hyung scusa allora, n-non volevo disturbarti"

Prima di chiudere la chiamata Jimin li promise che lo avrebbe richiamato.

Nelle lunghe giornate di pioggia, anche gli istanti sembrano stanchi, scorrono con lentezza quasi a sussurrare al mondo la loro tristezza.
(Stephen Littleword)

"Hyung, dicono che quando piove è il cielo che piange, tu ci credi?"
"Non so, può darsi che anche lui a volte abbia i suoi momenti no" disse ridacchiando.
"Tu ci credi Kook?"
"Si, mi sento confortato. Almeno non sono l'unico che sta male su questa terra... Il suo
"rumore" è rilassante. Rimarrei ore a sentirla."
"E io rimarrei ore a sentirti" disse quasi sussurrando Jimin, solo che attraverso il telefono si sentì comunque, creando un silenzio imbarazzante.

La loro chiamata andava avanti da più di un'ora, parlavano del più e del meno.
A interrompere quel silenzio fù Jimin, che gli chiese dove vivesse in modo da raggiungerlo. Dopo averli dato l'indirizzo chiuse la chiamata e si mise a correre per tutto l'appartamento urlando e saltando. Non ci credeva, Park Jimin sarebbe arrivato da un momento all'altro.

Doveva calmarsi e anche subito.

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Domani doppio aggiornamento ♥️

The park (Jikook) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora